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Le spettacolari immagini del leopardo delle nevi sulla cima dell’Himalaya sono un falso

Le immagini di una popolazione di leopardi delle nevi sull'Himalaya hanno fatto il giro del web, ma sono un falso. Per questo hanno scatenato la rabbia di molti alpinisti e ricercatori che stanno tentando di salvaguardare questi animali dall'estinzione.

5 Gennaio 2023
15:54
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In molti erano rimasti meravigliati di fronte alla bellezza delle foto di Kittiya Pawlowski, che ritraevano dei leopardi delle nevi (Panthera uncia), tra gli animali più rari e misteriosi che è possibile incontrare sul pianeta, sopra ai ghiacciai scoscesi dell'Himalaya in Nepal. Le foto sono splendide, nitide e a seguito della loro spettacolarità hanno fatto il giro del mondo.

Peccato però che si siano rivelate dei falsi. Il solito purtroppo tentativo di attrarre il pubblico, diffondendo immagini capaci di attrarre l'attenzione ma che in realtà sono solo delle composizioni, con i presunti fotografi che prendono alcune "tessere" da altre foto, facendo un grande uso di Photoshop.

Le foto avevano avuto un grande successo ed erano state anche utilizzate per segnalare una nuova popolazione in un punto elevato della catena montuosa più alta del mondo. Lo smascheramento di questa truffa naturalistica però è avvenuta grazie all'intervento di Alpine International Magazine, un blog che si concentra nel diffondere le buone come le cattive notizie provenienti dal mondo dell'alpinismo. Ed ovviamente l'articolo in cui Alpine ha rivelato la truffa ha fatto infuriare molti alpinisti e naturalisti che bonariamente erano cascati nel tranello. Queste persone infatti hanno a cuore la salute delle montagne come degli animali che l'abitano e vedersi presi in giro li ha chiaramente delusi.

Dunque nessuna segnalazione di una nuova popolazione. Nessuna immagine utile per la conservazione della specie che potesse essere utilizzata dai ricercatori e dagli animalisti. «Possiamo ora dimostrare che almeno tre delle foto diffuse sono state manipolate, avendo individuato i pezzetti di montagna utilizzati per creare gli sfondi», si può leggere nell'articolo diffuso lo scorso 25 novembre, ma che è ricominciato a ricircolare sul web negli ultimi giorni, dopo che le foto sono state nuovamente spacciate come vere. «Per quanto riguarda soprattutto la possibilità di vedere i leopardi delle nevi sui ghiacciai, Vincent Munier, uno specialista di leopardi delle nevi, è categorico: la risposta è no

Il problema delle foto false nel settore naturalistico è gravoso. Negli ultimi anni hanno difatti accompagnato l'uscita di moltissime fake news, soprattutto durante i primi anni di Covid. In questo caso a fare però arrabbiare di più gli esperti è stato il tentativo maldestro di segnalare nuove popolazioni di leopardi in un'area non molto indicata per la sopravvivenza della specie, in quanto distante dalle altre popolazioni, povera di risorse e molto scoscesa.

La presunta autrice degli scatti e della truffa, Kittiya Pawlowski, afferma di essere una fotografa americana ma ad oggi nessuno nel mondo della fotografia naturalistica mondiale abbia dichiarato di aver mai sentito parlare di lei. Considerando inoltre che solitamente i leopardi sono molto difficili da scoprire e da fotografare, a causa del loro ridotto numero demografico e delle condizioni proibitive per l'avvistamento, la Pawlowski era stata accusata di aver avuto fin troppo la classica fortuna del principiante, prima dello smascheramento. Anche perché è davvero improbabile che una nuova leva dell'alpinismo possa fotografare diversi leopardi delle nevi, quando lì fuori sull'Himalaya ci sono flotte di fotografi professionisti che ne hanno intravisti a malapena due, dopo aver trascorso anni sulle sue pendici.

Al di fuori degli scatti in Himalaya, il lavoro di Kittiya Pawlowski è comunque poco conosciuto. Anzi. Sarebbe meglio dire inesistente. Il suo sito web è infatti interamente dedicato alle sue quattro foto di leopardi delle nevi ed uguale è il suo account Instagram: cinque foto in totale, con le quattro foto del leopardo delle nevi e una sua foto profilo.

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La foto che ha permesso al blog Alpine di scovare il trucco

La banalità della truffa e le sue motivazioni

Tra le foto però diffuse, dopo la descrizione delle difficoltà che la giovane ha incontrato durante il viaggio in montagna, una in particolare ha destato l'attenzione degli altri fotografi e dei conservazionisti. In questa foto la donna sembra star per scalare senza fatica un cumulo di detriti, davanti ad un paesaggio mozzafiato che presenta però una illuminazione particolarmente strana. Inoltre un'improbabile ciocca di capelli cade sulla spalla della fotografa a sinistra, quando la treccia è ben visibile a destra. Questo fa presupporre che la stessa esistenza di una fotografa americana dal nome Kittiya Pawlowski sia irrealistica e che dietro a questo pseudonimo si nasconda solo un esperto di Photoshop.

Vincent Munier sembra essere stato fra i primi ad essersi accorto della truffa.  «L'implausibilità di queste foto mi ha colpito subito. Ho visto leopardi scavalcare passi, ma si muovono molto velocemente ed è quasi impossibile catturarli. Un leopardo in posa seduto è altamente improbabile, come una donna che scala una montagna di detriti senza fatica. Ma lì, con quello sfondo, è inquietante. In una delle foto la luce sembra non esserci, sembra che ci siano due soli. Sono il tipo di foto che puoi passare una vita cercando di ottenere, senza successo… Inoltre, ho visto i leopardi mentre correvano, ed il respiro che esce dalla bocca del leopardo [nella foto verticale che funge da copertina all'articolo]è totalmente irreale.»

I biologi tendono inoltre a ricordare che i leopardi delle nevi non si avventurano in quota, per quanto il loro nome possa far confondere le persone. Il leopardo fotografato infatti da Pawlowski è in un ambiente di alta montagna, in un punto che è a quasi 6.300 metri di altezza, e questo è tra i fattori che hanno allertato di più gli esperti. «Si chiamano leopardi delle nevi, ma non si avventurano quasi mai sulla neve, tanto meno in zone di ghiaccio e crepacci dove non ci sono prede.»

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Le foto erano state condivise anche dai maggiori quotidiani mondiali

Per quanto la notizia dell'avvistamento di questi animali sia stata riportata in tutto il mondo, anche su riviste internazionali molto prestigiose, i segni ormai sono inequivocabili. I leopardi ripresi fra le pendici dell'Himalaya sono solo il frutto di un lavoro artigianale, inseriti in un contesto digitale utile solo per rendere celebre la presunta autrice. Esistono però delle ragioni più profonde che si celano dietro a questo scandalo della fotografia naturalistica?

«Dalle riflessioni che è possibile affrontare, difficilmente l'autore degli scatti voleva davvero indurre gli esperti a pensare che una popolazione relitta di leopardi abitasse a quote davvero infernali, dove l'ossigeno è molto meno presente e si raggiungono i meno venticinque gradi durante la notte», afferma Munier. Molto probabilmente la ragione è principalmente commerciale.

La Pawlowski ha infatti dichiarato di aver venduto circa 50 stampe di alta qualità di questo set. Inoltre è possibile che dietro il suo nome si nasconda – oltre che un grande esperto di Photoshop – un programmatore che sta cercando di produrre una I.A. capace di produrre immagini naturalistiche, a partire da immagini preesistenti.

Dietro all'operazione dunque ci starebbe molta tecnologia, economia ma poca natura e conservazionismo. Il cocktail perfetto per un contenuto sensazionalistico, come le immagini proposte da questa presunta autrice.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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