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26 Dicembre 2023
9:56

Le renne riducono il loro fabbisogno di riposo con dei micro sonnellini mentre mangiano

Le renne hanno la capacità di compiere dei sonnellini mentre ruminano, così da limitare la spesa energetica e aumentare le ore dedicate al procacciamento del cibo.

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Un team internazionale di scienziati ha appena pubblicato un articolo su Current Biology relativo al comportamento alimentare delle renne. Questo articolo descrive il report di una spedizione all'interno del circolo polare artico a Tromsø, in Norvegia, che ha consentito di scoprire come moltissime renne dormono mentre ruminano non solo durante l'estate, quando spendono la maggior parte del tempo a cercare cibo, ma anche in inverno quando cercano di consumare meno energie possibili per affrontare le avversità climatiche.

Le registrazioni con l'elettroencefalogramma (EEF) hanno infatti rivelato che le onde cerebrali delle renne durante la ruminazione assomigliano tantissimo alle onde cerebrali che sono presenti nel loro cervello mentre dormono ed effettuano un sonno non REM, un indizio che ha portato gli scienziati a pensare che in verità le renne "spengono" temporaneamente il cervello mentre passano varie ore a mangiare, entrando in uno stato di dormiveglia molto profonda.

Questo adattamento consente alle renne non solo di spendere meno energie mentre ruminano ma anche di mangiare ad ogni ora del giorno, 7 giorni su 7, affrontando diverse condizioni climatiche per diverse settimane. Melanie Furrer dell'Università di Zurigo ha anche chiarito che questa strategia è risultata fondamentale per consentire a tutti gli adulti di ingrassare all'inizio dell'autunno e alla fine dell'estate in previsione delle prime nevicate e della stagione fredda, che possono risultare una vera e propria sfida energetica per gli esemplari più anziani.

Ai poli i cicli di luce-buio delle stagioni sono completamente alterati, per non dire assenti in alcune regioni specifiche dell'Artico, e questi animali devono convivere con 24 ore di luce e 24 ore di buio: una fonte di stress ulteriore che ha portato il loro cervello a organizzarsi per spendere le minori energie possibili. «Anche il fatto che le renne dormano la stessa quantità durante l'inverno e l'estate implica che debbano adottare altre strategie, per far fronte alle sfide legate alla natura del loro habitat», ha affermato Furrer che ha studiato le renne allevate dai colleghi dell‘Università Artica della Norvegia a Tromsø,

Quali sono dal punto di vista evolutivo i vantaggi di questa tipologia di comportamento? Secondo gli studiosi compiere dei sonnellini mentre si sta mangiando e qualcun altro compagno rimane vigile spinge gli animali a consumare il minimo dispendio energetico dispensabile e compiere un'azione ristoratrice nei confronti del proprio cervello, altresì costantemente soggetto da molteplici minacce e fattori di rischio.

Gli scienziati hanno verificato la loro teoria andando a disturbare le renne mentre si stavano alimentando, provocandogli una diretta privazione del sonno e inserendo all'interno dei loro recinti dei fattori disturbanti per la durata di 2 ore. Nel caso in cui i sonnellini avessero avuto minor importanza, le renne avrebbero dovuto subire maggiormente la privazione del sonno profondo, ma andando invece a leggere le letture dell'EEG  gli scienziati hanno scoperto che quanto più ruminavano e sonnecchiavano, tanto diminuiva l’attività delle onde lente tipiche del sonno REM e la necessità di effettuare un sonno profondo. «Ciò suggerisce che sonnecchiare mentre si rumina permette alle renne di ridurre la pressione del sonno e di limitare le ore non spese a mangiare» hanno chiarito gli esperti.

Le renne non sono d'altronde le prime specie che sembrano compiere le loro attività quotidiane mentre stanno mantenendo in realtà uno stato di dormiveglia o di sonno non REM. Molti bovini, le stesse pecore domestiche o le capre sembrano infatti condividere con loro tale forma di adattamento, mentre solo poche settimane fa altri biologi hanno scoperto come alcune specie di pinguini entrano frequentemente all'interno di micro sonnellini (10.000 volte al giorno), ritagliandosi così oltre 11 ore di sonno totali giornalieri.

In generale sembra quindi che molti erbivori di grandi dimensioni costretti a passare gran tempo a ruminare o a procacciarsi del cibo in condizioni di vita sfavorevoli abbiano optato per questa soluzione e aumentando il numero complessivo di ore di dormiveglia durante la giornata.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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