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8 Marzo 2023
17:49

Le alci in Norvegia possono essere causa e soluzione al riscaldamento globale

In Norvegia, le alci possono rappresentare contemporaneamente un problema o una soluzione nei confronti del cambiamento climatico e per questo gli esperti dichiarano che è necessario implementare la loro vigilanza, per capire quando si rende necessario una loro più sostenibile gestione.

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Ad ogni paese i propri animali inquinanti. Mentre per gran parte dei paesi industrializzati fra i principali responsabili dell'emissioni di carbonio ci sono le mucche degli allevamenti, in Norvegia questo ruolo lo hanno le alci (Alces alces). Secondo un nuovo studio, infatti, nel corso degli ultimi decenni in Norvegia i gas serra nella regione sono incrementati vertiginosamente per colpa di questi animali.

Ad affermarlo è una ricerca condotta da un team internazionale in cui sono presenti anche alcuni scienziati italiani, come Francesco Cherubini del Dipartimento di Ingegneria energetica del Norwegian University of Science and Technology (NTNU) di Trondheim. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Advancing Earth and Space Science e illustrano anche le notevoli differenze che è possibile riscontrare fra alci e bovini, che costituiscono il più grande problema per l'accumulo di gas serra nella nostra atmosfera.

«Abbiamo utilizzato 11 anni di dati provenienti da 44 siti diversi, tra cui alcuni in cui non erano presenti erbivori all'interno di foreste vergini in Norvegia, per indagare come la presenza di questi animali alterasse la biomassa», hanno dichiarato gli autori all'interno del loro articolo.

In pratica, gli scienziati hanno osservato che le alci alimentandosi di germogli e foglie hanno impedito la crescita delle piante, principali responsabili del fissaggio di carbonio atmosferico. Grazie alle piante, infatti, l‘anidride carbonica in aria viene intercettata e trasformata in prodotti organici utili all'organismo tramite la fotosintesi. Cibandosi di vegetazione a un ritmo insostenibile, però, le alci stanno contribuendo all'accumulo di anidride carbonica nell'atmosfera e, indirettamente, partecipano al surriscaldamento globale.

Paradossalmente, però, le alci influiscono anche sull'aumento dell'albedo della foresta, ovvero la frazione di radiazione solare riflessa. In poche parole eliminando vegetazione le alci diminuiscono la superficie dove la neve si può depositare. Il colore bianco della neve riflette estremamente i raggi solari e impedendo il suo accumulo le alci favoriscono inconsapevolmente al raffreddamento biofisico, un'ottima arma contro il surriscaldamento dell'atmosfera.

Con la loro presenza, gli alci in pratica influenzano la tipologia di vegetazione e il suolo del territorio norvegese attraverso il foraggiamento e il calpestio. Reagiscono perfino al tasso di crescita degli alberi, tanto che si stima che la loro specie possa da sola brucare il 10% del volume annuale di vegetazione in Norvegia.

È possibile, dunque, accertarsi quali siano i valori dell'anidride carbonica rilasciata da questi animali in questo processo? Sì, ma varia di regione in regione. «Se calcolati in media a livello regionale – chiariscono i ricercatori – In una regione con coperture forestali intensive e alta densità di alci, le emissioni derivanti dal loro spostamento possono essere pari a circa il 40% delle emissioni annuali di combustibili fossili di quella regione».

Sempre secondo gli scienziati, gli effetti di raffreddamento dovuti all'aumento dell'albedo in queste regioni riescono a compensare circa i due terzi di questo impatto. Data però la loro influenza sui tassi di crescita degli alberi e l'impatto sul clima, gli stessi ricercatori norvegesi credono che la gestione della loro popolazione possa diventare uno strumento utile per contrastare la produzione della C02 in Norvegia. Per questo gli studiosi invitano le amministrazione a favorire piani di vigilanza su questa specie per ottimizzare la mitigazione dei cambiamenti climatici e la produttività delle foreste.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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