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22 Marzo 2022
10:44

L’Australia rimuove le megattere dalle specie a rischio estinzione, ma il riscaldamento globale le minaccia

In 60 anni e grazie alle politiche severissime a tutela della specie, gli esemplari di megattera sono saliti da 1.500 a 40.000. A minacciarle però adesso è il riscaldamento globale, che distrugge il loro ecosistema e diminuisce il loro sostentamento.

megattera

Arriva una buona notizia dall’Australia sul fronte delle misure a protezione dei cetacei, i giganti del mare minacciati e braccati dall'uomo: le megattere sono state finalmente rimosse (localmente) dalla lista delle specie a rischio estinzione, un risultato che non deve però spingere ad abbassare il livello di guardia, come sottolineato dalle associazioni animaliste.

Le megattere (Megaptera novaeangliae) sono state inserite nella lista degli animali a rischio estinzione ormai 60 anni fa, decimate da una caccia indiscriminata che aveva ridotto gli esemplari a poco più di 1.500. Gli sforzi portati avanti a livello internazionale e nazionale per tutelarle, in primis la messa al bando della caccia, sono riuscite a far risalire il numero di megattere sino a 40.000, come confermato al Guardian anche dalla ministra all’Ambiente australiana, Sussan Ley, che ha definito la rimozione dalla lista delle specie minacciate «un riconoscimento del successo degli eccezionali sforzi di conservazione messi in atto».

Sforzi che devono continuare per consentire a questi animali di tornare a popolare i mari senza timore di essere braccati e uccisi come accaduto invece all’inizio del ventesimo secolo, periodo in cui oltre 30.000 megattere vennero abbattute dai cacciatori di balene. Proprio alla luce dei numeri paurosamente in declino e del rischio di estinzione sempre più concreto, l’Australia e la Nuova Zelanda nel 1963 decisero di vietare la caccia alle megattere, e due anni dopo arrivò per la specie la protezione internazionale. Nel 1978 chiuse l’ultima stazione commerciale australiana per la caccia alla balena, e nel 1979 il Paese adottò una politica di tolleranza zero vietando il cosiddetto “whaling” per tutte le specie.

«La rimozione della megattera dall'elenco delle specie minacciate si basa sulla scienza, e invia un chiaro segnale su ciò che può essere ottenuto attraverso un'azione coordinata. È un messaggio di speranza per il benessere di un certo numero di specie – ha sottolineato Ley – L’Australia è leader mondiale nella conservazione delle balene, e continueremo a lavorare attraverso la Commissione internazionale per promuoverne la conservazione e mantenere la moratoria globale sulla caccia commerciale».

La minaccia del riscaldamento globale: diminuiscono le fonti di alimentazione delle megattere

Per i festeggiamenti però è presto, perché la salvaguardia della specie, e di molte altre, è altamente a rischio a causa di una minaccia molto più ampia e complessa da contrastare: il riscaldamento globale. Come confermato da uno studio del 2020 pubblicato su Global Cage Biology, infatti, il cambiamento climatico ha portato a cambiamenti fisici e biologici negli oceani del mondo modificandone l’ecosistema e influenzando anche i processi riproduttivi delle megattere.

I ricercatori avevano analizzato in particolare il golfo di San Lorenzo, in Canada, uno tra i più importanti luoghi di alimentazione estiva per le megattere nel Nord Atlantico, raccogliendo campioni di grasso da alcune femmine per studiare la variazione dei tassi di riproduzione attraverso la quantificazione del progesterone. I tassi annuali avevano mostrato una notevole variabilità, senza alcun cambiamento complessivo rilevato durante lo studio, ma i dati riguardanti la presenza e il numero di femmine con cuccioli raccolti nel corso di un anno avevano  invece dimostrato una significativa diminuzione del tasso di parto. La probabilità di osservare le mamme con i piccoli risultavano infatti strettamente correlate alle condizioni ambientali favorevoli dell'anno precedente e all’abbondanza di cibo, in particolare di krill.

I dati dimostrano, secondo gli studiosi, che il calo riproduttivo potrebbe essere (almeno in parte) legato all'incapacità delle femmine di accumulare le riserve energetiche necessarie per mantenere la gravidanza e soddisfare le richieste energetiche dell'allattamento dopo lunghi periodi di scarsa disponibilità di cibo. Il che sembra suggerire che le megattere avrebbero una limitata capacità di recupero e grande difficoltà a far fronte al riscaldamento globale e agli effetti che produce sull’ecosistema che contribuisce ad alimentarle: non mangiando a sufficienza smetterebbero di riprodursi, il che porterebbe inevitabilmente all’estinzione se non si invertisse la rotta.

«Anche se il numero di balene ha mostrato una notevole ripresa nei 60 anni in cui hanno ricevuto protezione in tutto il mondo, la decisione di rimuoverle dalla lista potrebbe rivelarsi miope alla luce degli impatti climatici incombenti – ha detto Alexia Wellbelove, responsabile di Human Society International – Apprezziamo moltissimo gli sforzi comuni intrapresi per contribuire al recupero delle popolazioni di megattere, e detestiamo vedere questi sforzi sprecati rimuovendo lo stato di minaccia».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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