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25 Giugno 2021
15:33

Megattera (Megaptera novaeangliae)

Le megattere sono cetacei della famiglia dei Mysticeti a cui appartengono anche le balenottere azzurre. Sono animali migratori e mentre durante i mesi più caldi si spostano verso i poli, nei mesi invernali si trasferiscono verso i tropici dove si accoppiano. L'inquinamento, il cambiamento climatico e la pesca del krill complicano la loro sopravvivenza, ma per l'IUCN sono ancora considerate a basso rischio di estinzione.

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La megattera (Megaptera movaengliae) è un cetaceo del sottordine dei misticeti della famiglia balaenopteridae. Il suo nome deriva dai termini greci "méga" e "pterón", ovvero "grande ala". Nonostante il nome possa indurre a pensare che si tratti di un cetaceo estremamente grande, in realtà il record è della balenottera azzurra, il più grande animale mai esistito. La megattera infatti, secondo quanto riportato dall'International Whaling Commission, non supera i 15 metri di lunghezza, contro gli oltre 30 della più grande balenottera azzurra mai individuata.

Come sono fatte le megattere

Le megattere sono facilmente distinguibili per via del grosso corpo e della gobba sul culmine del quale si trova la piccola pinna dorsale. Mentre il colore del dorso è molto scuro, il ventre va dal bianco al color crema, grigio e, secondo uno studio condotto dalla University of California di San Diego e pubblicato nel marzo 2011, alcuni individui possono presentare colorazioni anche scure come quelle del dorso. Per riconoscere i singoli individui, i ricercatori osservano le macchie presenti sulle pinne pettorali e sulla pinna caudale. Le loro dimensioni raggiungono al massimo i 17 metri di lunghezza e il dimorfismo sessuale porta le femmine ad essere in media 1 metro e mezzo più corte rispetto ai maschi. Questi grandi cetacei possono raggiungere anche le 40 tonnellate, guadagnandosi così la nomea di uno dei più grandi mammiferi al mondo. I piccoli di megattera appena nati pesano circa 600 chili. Ciò che però maggiormente le contraddistingue è la presenza di follicoli piliferi sulla testa, sulle labbra, sul mento e sulle pinne pettorali, i quali hanno una funzione sensoriale. Anche attraverso questo dettaglio, diverso in ogni individuo, si possono distinguere le singole balenottere. Come tutti i misticeti, anche le megattere sono inoltre dotate di fanoni, ovvero i filtri che sostituiscono i denti e permettono di ingerire il nutrimento espellendo l'acqua.

Le megattere sono mammiferi cetacei e quindi omeotermi, ovvero in grado di mantenere costante la temperatura corporea. Respirando l'aria attraverso i polmoni, devono tornare spesso a galla, dove la respirazione si manifesta con gli spruzzi dello sfiatatoio posto sul capo.

Cosa mangia una megattera?

Le megattere si nutrono prevalentemente di krill, ovvero piccoli crostacei particolarmente diffusi nelle acque fredde e artiche che compongono lo zooplancton, cibo primario non solo delle balene, ma anche delle mante, degli squali balena, del pesce azzurro e degli uccelli acquatici. Come ad altri mysticeti, anche alle megattere può accadere di ingerire per errore altri esseri viventi come piccoli pesci o volatili che si trovano sulla superficie dell'acqua nel momento in cui il cetaceo spalanca la bocca per ingerire il krill. Le zone in cui è più facile reperire nutrimento sono gli ambienti non troppo distanti dalle coste, per questo motivo le megattere, rispetto ad altri cetacei, vivono più spesso nei pressi della terra ferma, caratteristica questa, che contribuisce alla facilità con cui possono venire studiate dagli esseri umani. Le megattere si nutrono quasi unicamente durante i mesi vissuti nei mari freddi, arrivando al digiuno quasi totale nei mesi dedicati all'accoppiamento e alla riproduzione.

Le megattere sono in grado di cacciare in gruppo, mettendo in atto un comportamento detto bubble-net feeding, ovvero la formazione di bolle che salendo dal basso verso l'alto formano una sorta di gabbia per il krill che rimandendo intrappolato permette alle megattere di nutrirsi nuotando verso la superficie.

La migrazione delle megattere

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Ogni popolazione di megattere, fatta eccezione per quella del Mar Arabico, effettua lunghe migrazioni stagionali. Mentre durante l'estate questi cetacei si muovono nelle acque fredde delle alte latitudini, durante l'inverno si spostano nelle zone tropicali, dove si accoppiano, partoriscono e allattano la prole. Alcuni individui percorrono fino a 8000 chilometri per raggiungere i luoghi di riproduzione. Per quanto riguarda le popolazioni dell'emisfero australe, generalmente si nutrono intorno all'Antartico tra novembre e marzo, per poi migrare vicino all'equatore, dove si accoppiano e partoriscono tra luglio e ottobre. Nell'emisfero settentrionale invece, si nutrono al largo del Nord America e dell'Europa tra giugno e ottobre, per poi accoppiarsi e partorire intorno ai mari caldi dei Caraibi, nel Pacifico occidentale e nell'Atlantico occidentale tra marzo e aprile.

La vita e il canto delle megattere

A seguito di una gestazione di quasi 12 mesi di durata, le madri rimangono a lungo in acque poco profonde e riparate insieme alla prole. In questo periodo il piccolo acquista peso e forza per poter migrare nuovamente verso i luoghi di alimentazione. Durante il periodo della riproduzione i maschi manifestano comportamenti aggressivi per poter ottenere l'accesso all'accoppiamento e proprio questo è il momento dell'anno in cui i maschi di megattera producono i suoni, anche dette canzoni, più lunghi e complessi. Le megattere infatti hanno una complessa comunicazione sonora che si differenzia non solo da individuo a individuo ma anche in base alla vicinanza con la stagione riproduttiva. Il fascino che questi animali generano nell'uomo hanno portato già nel 1970 alla creazione di un album delle vocalizzazioni delle megattere, chiamato Song of the Humpback Whale. Durante il periodo della nutrizione, nei mari freddi, le megattere vivono generalmente in gruppi di circa 10 individui, i quali collaborano nella ricerca di nutrimento e alcuni anche nell'allevamento della prole.

Che differenza c'è tra balena e megattera?

I balenotteridi, la famiglia a cui appartiene la megattera, si differenziani dai cetacei appartenenti alla famiglia dei balenidi per alcuni caratteri legati alla forma dello scheletro, grazie ai quali è stato possibile determinare il momento storico in cui le due famiglie si sono separate. Ciò che è più evidente delle differenze tra le due famiglie di cetacei è la pinna dorsale presente nei balenotteridi ed assente nei balenidi e i solchi presenti sulla pelle della gola dei balenotteridi che permettono di aumentare la capacità della bocca, elemento indispensabile per nutrirsi di krill e filtrare attraverso i fanoni.

Le megattere e l'uomo

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Diversi progetti di tutela della specie sono in atto dall'Australia all'America latina con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza riguardo le condizioni di vita di questi animali e le conseguenze dei nostri comportamenti quotidiani sulla loro diffusione e sopravvivenza. Secondo l'IUCN non si tratta di una specie a rischio di estinzione e viene infatti considerata LC (Least concern). Ma quante megattere ci sono al mondo? Secondo i dati del 2018, sono 84.000 gli individui distribuiti nelle acque del mondo.

Le megattere sono purtroppo vittime del cambiamento climatico e dell'eccessiva pesca di krill che sta rendendo più difficile reperire nutrimento nei mesi invernali, inoltre, l'inquinamento delle acque e la presenza di micro plastiche ha effetti diretti sul loro stato di salute, trattandosi di animali che per mangiare ingeriscono, prima di espellerla attraverso i fanoni, una grande quantità di acqua.

L'abitudine di nuotare nei pressi della costa la rendono facile preda di chi ancora oggi pratica la caccia a questi cetacei, di cui il maggior predatore è purtroppo l'uomo, seguito dall'orca, anche detta il "lupo del mare".

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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