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9 Ottobre 2022
18:00

L’asteroide che estinse i dinosauri creò un terremoto che scosse la terra per settimane

La caduta dell'asteroide alla fine del Cretaceo non decretò solo ma fine dei dinosauri. Ciò che si verificò successivamente fu un terremoto che scosse la terra per settimane o addirittura mesi.

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Montagne, fondali marini e antichi vulcani. Sono molti i luoghi dove poter trovare le prove che testimoniano ciò che accadde dopo la caduta dell'asteroide che alla fine del Cretaceo. L'estinzione dei dinosauri, però, non è stata l'unica conseguenza. Un nuovo studio afferma che dopo la caduta del corpo celeste si verificò un terremoto che scosse la terra per settimane o addirittura mesi.

Gli scienziati studiano già da molto tempo le conseguenze dell'impatto di Chicxulub, l'asteroide di 10 chilometri che colpì la Terra circa 66 milioni di anni fa, ma mai si sarebbero aspettati di scoprire che l'impatto fu talmente violento da generare un così lungo terremoto. La scoperta scientifica si deve al geologo colombiano Hermann Bermúdez che presenterà le prove di questo "mega-terremoto" al meeting annuale della Geologocal Society of America proprio oggi, 9 ottobre.

Il famoso asteroide di Chicxulub è sepolto nella penisola dello Yucatán, in Messico, e recenti ricerche suggeriscono che il suo impatto sulla Terra sia avvenuto proprio 65,95 milioni di anni fa, che avesse un diametro tra i 10 e i 14 chilometri e che liberò un'energia stimata approssimativamente di 2.390.000.000 megatoni, circa 47.800.000 volte più potente dell'ordigno termonucleare più distruttivo mai costruito dall'uomo: la bomba Zar.

Bermúdez ha visitato nei precedenti anni gli affioramenti rocciosi che si sono formati dopo l'evento di estinzione di massa più violento della storia ed è riuscito a trovare evidenze scientifiche in Texas, Alabama, e Mississippi, Colombia e Messico. Dunque, ciò che gli animali sopravvissuti all'impatto dovettero sopportare fu un vero cataclisma epocale, superiore a qualsiasi evento disastroso l'uomo abbia mai visto.

Fra le prove raccolte dallo studioso ce ne sono alcune risalenti al 2014. All'epoca Bermúdez lavorava sull'isola colombiana di Gorgonilla dove ha trovato depositi sferici stratificati. Questi erano sedimenti pieni di piccole perle di vetro grandi più o meno 1 millimetro chiamati "tectiti" e "microtectiti". Secondo l'esperto questi sono stati espulsi nell'atmosfera durante l'impatto e si sono formate quando il calore e la pressione generate dall'asteroide hanno fuso la crosta terrestre, espellendo piccole bolle fuse nell'atmosfera che sono poi ricadute sulla superficie sotto forma di sfere di vetro.

Se ci volessimo tuffare fra le limpide acque dell'isola di Gorgonilla, troveremmo ancora oggi sedimenti che raccontano una storia straordinaria. Lì, in fondo all'oceano a circa 2 chilometri di profondità e a 3.000 chilometri a sud-ovest dal luogo dell'impatto, la sabbia, il fango e le piccole creature oceaniche che vivevano lì vennero completamente sepolti. Così oggi vediamo strati di fango e arenaria fino a 10-15 metri sotto il fondo del mare che hanno sperimentato una deformazione che secondo Bermúdez testimonia proprio l'accaduto.

Per poter originare delle faglie e deformazioni simili e per depositare una così ricca quantità di sedimenti, il terremoto originato dall'impatto dovette durare per forza per molto tempo, settimane se non mesi. Appena sopra quei depositi sono state rinvenute spore di felce che segnalano il primo recupero della vita delle piante dopo l'impatto.

Queste sono solo alcune delle prove collezionate dal ricercatore. In Messico Bermúdez osservò anche prove di liquefazione dei sedimenti, un fenomeno che si verifica quando un forte scuotimento fa si che i sedimenti saturi d'acqua inizino a fluire come un liquido.

Insomma, ciò che patirono gli organismi dopo la caduta dell'asteroide fu a dir poco tragico, ma nonostante tutto la vita ha trovato la sua strada per poter nuovamente riconquistare il pianeta. Sono proprio studi come questo che ci permettono di stimare cosa accadrà in futuro agli animali e alle piante della Terra se un altro evento catastrofico simile dovesse verificarsi.

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