video suggerito
video suggerito
26 Settembre 2022
11:01

La storia di Carletto, il Carlino disabile che viaggia con il carrellino

Carletto è un carlino di 14 anni. Nonostante qualche difficoltà nelle zampe vive normalmente grazie all'amore di Marcello e a un carrellino che lo fa camminare.

5.591 condivisioni
Immagine

Un Carlino di 14 anni con problemi agli arti posteriori. Un carrellino con le ruote che gli permette di camminare. Un umano di riferimento che ha deciso di prendersene cura e farlo entrare nella sua famiglia. Carletto è un cane disabile che dallo scorso marzo ha smesso di deambulare autonomamente con le sue zampe. Un problema alla colonna vertebrale ha pian piano compromesso la sua mobilità. Ma non la voglia di vivere e di passare il suo tempo con Marcello, il suo pet mate, e gli altri tre carlini di casa a Bari.

La storia di Carletto è in realtà parecchio travagliata. La sua famiglia l’ha trovato in tempi relativamente recenti, nel 2019. In quel caldo luglio conduceva la sua vita in compagnia di un senzatetto. Secondo quanto raccontato era stato lanciato da una macchina, adottato da alcune prostitute e poi era passato per molte mani fin ad essere affidato, dopo un po’ di tempo, proprio al giovane, un ragazzo con tanta buona volontà ma con i suoi comprensibili problemi. Marcello lo aveva incontrato seduto sul porticato dell’Università assieme a Carletto e, da una breve chiacchierata, era emerso che in realtà non riusciva a stargli dietro e avrebbe voluto affidarlo a qualcuno in grado di farsene carico.

Carletto

Un invito che Marcello raccolse immediatamente, accettando così di allargare ulteriormente la sua famiglia di animali. Anche gli altri carlini, del resto, erano stati adottati e per ciascuno di essi si potrebbe raccontare una storia.  Carletto già in quel periodo aveva qualche difficoltà a camminare, un problema per il quale risultava impossibile trovare una soluzione definitiva, stando a quanto affermato dai veterinari, ma che si sarebbe potuto gestire con le giuste cure. Cosa che, in effetti, è accaduta fino a pochi mesi fa.

La scorsa primavera, però, i problemi di Carletto peggiorano e per Marcello diventa necessario trovare una soluzione. «Ho capito che non stava più sulle sue zampe – racconta a Kodami – allora ho pensato di "motorizzarlo". Mi sono informato attraverso la mia rete di contatti e ho trovato un carrellino usato. Una spesa di circa 200€ a fronte dei 350€ che avrei dovuto investire per un prodotto nuovo».

Immagine

Per farlo abituare alla novità ci vuole chiaramente un po’ di tempo: «Abbiamo seguito le linee guida fornite dai miei contatti nel mondo cinofilo – ha spiegato Marcello – i primi quindici giorni li abbiamo usati per farlo entrare un po’ in confidenza con lo strumento. Il cane anziano può rispondere diversamente rispetto a un cane giovane. Per una settimana lo mettevamo per dieci minuti sul carrellino e poi lo toglievamo. Questo per 4-5 volte al giorno, stimolandolo a venirci incontro con un po’ di cibo. Gradualmente abbiamo aumentato i tempi e ora che la temperatura è un po’ scesa non si stanca più di tanto».

Carletto

Si può dire che in questa maniera la sua vita sia  migliorata e il suo pet mate non gli abbia mai fatto mancare nulla anche con le sue difficoltà deambulatorie. Pur senza carrellino Marcello lo ha portato sempre con sé e lo ha fatto interagire ininterrottamente con il mondo esterno.

Quello che però non migliora è il rispetto della disabilità, quand'anche si parli di handicap di un cane. Capita spesso che la gente faccia domande: «La cosa più banale è che mi chiedono che cos’abbia – ci racconta ancora Marcello –  Il problema è che della salute del cane non gliene frega niente: molti lo fanno solo per curiosità. Chiedere una cosa del genere equivale a chiedere a un papà con il figlio sulla sedie a rotelle che cos’abbia il suo ragazzo. Potrebbe anche rievocare un trauma. Essere civili significa anche rispettare le sofferenze altrui. Del resto, si capisce da lontano un miglio quando, invece, si tratta di qualcuno che ama gli animali. Si limita a scambiare con me un sorriso, si commuove. E io lo apprezzo molto».

Marcello racconta in un suo post su Facebook uno scambio di battute avvenuto con una persona durante una passeggiata: «Ma che è, non cammina?» E Marcello: «Sì, cammina. Ma così va più veloce. Come quando tu, al posto di andare a piedi, prendi la macchina». E ancora: «Mi stai prendendo in giro?» La risposta:  «Non lo so, vedi tu».

«Non è nella mia natura rispondere male, per cui preferisco metterla sullo scherzo – aggiunge Marcello – qualche volta rispondo come se fossi il conte Mascetti. Qualche altra fingo di non capire la lingua. Anche se ogni tanto servirebbe far capire che bisognerebbe avere più rispetto per la disabilità. Anche di un cane».

Carletto

Tutti e quattro i carlini che vivono con Marcello sono stati adottati. E proprio su questo fa una riflessione: «Sul web ci sono tantissimi gruppi di “rescue” per adottare cani di razza (per esempio il Leon's Pug Rescue Salvacarlino) – ci riferisce – Nei canili non ci sono solo meticci: a volte ci sono ex fattrici di allevamenti amatoriali, altre ci sono cani che sono stati considerati dei giocattoli di cui ci si è stancati subito. Non giudico assolutamente chi compra un cane di razza ma sono dell’idea che se compri un cane lo fai per te, se lo adotti lo fai per lui. Credo che quando adotti lo fai perché hai condiviso una serie di pensieri sul malessere che c’è nel mondo e provi a fare qualcosa, nel tuo piccolo, per attenuarlo. Forse bisognerebbe fare una riflessione, invece, sugli pseudo allevamenti che vendono cani di razza per due soldi. Quel risparmio sul costo equivale alla sofferenza di un animale che passa la vita in una gabbietta a riprodursi. Diverso è il discorso se si tratta di allevatori seri. Proprio il fatto che si trascuri questo problema, invece, è alla base di tanti abbandoni e di tanti animali con problemi di salute non curati».

Carletto

Riflessioni che vengono dall’esperienza di chi ha deciso di accogliere dei cani, accettando eventualmente anche i problemi che  naturalmente ne potrebbero derivare, con la consapevolezza che si deve a un essere vivente. O meglio, a un individuo. «Chi ha un animale non è detto necessariamente che lo ami – conclude Marcello – Ma so che questi sono tutti comportamenti emblematici dei problemi della società in cui viviamo».

Sulle pagine di Kodami vi abbiamo spesso raccontato di storie di animali con problemi fisici che non diventano un limite, se adeguatamente gestiti. Per esempio quella di Marley, il "supercane" non vedente. Oppure di Bella. O quella di Zaro a Foggia. Così come stiamo seguendo passo passo il percorso di Hiro, un Pastore Tedesco con un disturbo comportamentale che cerca ancora adozione. Tutte storie che ci raccontano della forza d'animo che c'è in un animale anche a fronte di disabilità che viste dall'esterno potrebbero sembrare dei muri insormontabili.

Avatar utente
Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views