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22 Dicembre 2020
13:00

La riscoperta del camaleonte perduto

Scomparso da oltre un secolo un team di studiosi ha ritrovato in Madagascar il camaleonte di Voeltzkow. Sono inoltre state osservate per la prima volta le femmine di questa specie e nuove sorprendenti scoperte cercano di fare finalmente luce sulle abitudini di questo misterioso rettile che sembra essere già a rischio di estinzione.

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Femmina di camaleonte di Voeltzkow (foto di Frank Glaw)

Era da più di cent'anni che non si avevano notizie del misterioso camaleonte di Voeltzkow che vive nelle foreste umide del nord-ovest del Madagascar. Sembrava ormai esser sparito dai radar di biologi e naturalisti in maniera definitiva, pronto per essere aggiunto all'archivio ogni giorno più voluminoso degli animali estinti e scomparsi per sempre. Ma, quando tutto sembrava perduto, un team di ricercatori guidato da Frank Glaw del Dipartimento di Zoologia della ZSM (Zoologische Staatssammlung München) è riuscito nella tanto insperata impresa, annunciata nell'ottobre 2020 sulle pagine della rivista Salamandra.

La prima scoperta, la sparizione e la riscoperta del camaleonte di Voeltzkow

Il camaleonte di Voeltzkow (Furcifer voeltzkowi) è stato descritto per la prima volta dallo zoologo tedesco Oskar Boetteger nel lontano 1893. La descrizione si basava su un singolo esemplare maschio abbattuto e raccolto in una spedizione da un altro naturalista tedesco, Alfred Voeltzkow, a cui è stata poi dedicata la specie. A quel singolo individuo se ne sono aggiunti pochi altri, sempre maschi, raccolti e fotografati vent'anni dopo, nel 1913. Poi il mistero fino ad oggi: il rettile, conosciuto a malapena per una manciata di maschi morti conservati nei cassetti polverosi dei musei, sembrava essersi volatilizzato. Nulla si sapeva sul suo comportamento e sulle sue abitudini e nessuna femmina era stata mai raccolta o osservata.

Era aprile del 2018 quando la spedizione in Madagascar guidata da Glaw è riuscita dopo circa due settimane di forsennate ricerche a raggiungere l’agognato obiettivo. Ma non è stato così semplice. Le indagini sono partite verso la fine della stagione delle piogge nella regione di Mahajanga, la località da cui provenivano gli unici esemplari noti alla scienza. Inizialmente i ricercatori hanno esplorato a tappeto le inaccessibili foreste pluviali costiere che sembravo essere l’habitat ideale di questa specie, senza però ottenere alcun risultato. Sembrava una missione impossibile ma, come nelle più avvincenti delle avventure, la scoperta è avvenuta un po' per caso, quando oramai il tempo stava per scadere e nel più bizzarro e inaspettato dei luoghi: il giardino di un hotel. Qui, mentre riposavano placidamente tra i rami degli alberi, sono stati scovati circa venti esemplari di cui tre maschi adulti e almeno quindici femmine.

Osservata la prima femmina di camaleonte di Voeltzkow 

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Femmina di camaleonte di Voeltzkow (foto di Kathrin Glaw)

Per la prima volta nella storia i ricercatori hanno finalmente potuto osservare dal vivo, in natura, gli esemplari di questa specie così sfuggente e le sorprese non sono mancate. Maschi e femmine presentano uno spiccato dimorfismo sessuale, sono molto diversi tra loro per forma e colore. I maschi sono più grossi, prevalentemente verdi e con un vistoso “corno” sulla parte superiore del muso. Le femmine invece sono più piccole e prive di corno. Come la maggior parte dei camaleonti anche quelli di Voeltzkow sono in grado di cambiare colore in base all'umore e agli stimoli esterni, ma in questa straordinaria abilità sembrano essere molto più in gamba le femmine. Quando una lei incontra un lui, o anche un possibile predatore, entra in uno stato di “eccitazione”: vira rapidamente dal verde di base in uno spettacolare mix di colori brillanti che vanno dal viola al blu con dei vistosi punti rossi ai lati del dorso che sembrano cambiare da individuo a individuo.

Come vive il camaleonte di Voeltzkow: abitudini uniche

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Maschio di camaleonte di Voeltzkow (foto di Frank Glaw)

Un’altra importante sfida del team è stata quella di aggiungere nuove informazioni sullo stile di vita e le abitudini del tutto sconosciute di questo rettile. I camaleonti di Voeltzkow sembrano avere un ciclo vitale a dir poco unico tra i vertebrati: passano la maggior parte della loro vita nello stadio di uovo, un po' come fanno molti insetti, e una volta schiuse l’intero arco della loro vita dura circa quattro o cinque mesi e coincide con la stagione delle piogge. Giusto il tempo di raggiungere la maturità sessuale, accoppiarsi, deporre le uova e far ricominciare il ciclo. Molto probabilmente è proprio per questo sorprendente quanto breve ciclo, unito all'inaccessibilità delle foreste durante la stagione piovosa, che questo misterioso camaleonte è rimasto nascosto per così tanto tempo.

Il camaleonte di Voeltzkow: a rischio estinzione. E intanto continua la caccia ad altre specie perdute 

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Femmina (a sinistra) e maschio a confronto (foto di Frank Glaw)

Vista la mancanza di informazioni, anche lo stato di conservazione è rimasto ovviamente avvolto del mistero. Secondo gli autori, utilizzando i criteri dell'IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), la specie dovrebbe essere inserita nella categoria “In pericolo”: in pratica a due passi dall'estinzione. Questo perché le popolazioni sembrano essere molto piccole, isolate tra loro e distribuite in zone dove l’alterazione delle foreste e la perdita di habitat stanno avanzando inesorabilmente. Insomma, lo abbiamo appena ritrovato e rischiamo già di perderlo per sempre.

Quella del camaleonte di Voeltzkow è solo l’ultima delle tante specie perdute e ritrovate che saltano fuori dopo decenni o addirittura secoli. La Global Wildlife Conservation ha stilato una lista delle 25 specie più ricercate del pianeta e il nostro piccolo rettile era proprio una di queste. Per l’esattezza la sesta ad esser stata ritrovata negli ultimi anni. Ognuna di queste scoperte restituisce forme e colori che accendono la speranza per la salvaguardia della biodiversità mondiale. Non dobbiamo però adagiarci troppo: attraversiamo uno dei periodi più bui per la natura e l'ambiente. E se non decidiamo di darci una mossa per invertire questa rotta saranno sempre di più le meraviglie che, invece, perderemo per sempre.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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