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14 Dicembre 2023
16:38

La crudeltà dell’industria del latte: la nuova inchiesta di Animal Equality

Animal Equality ha condotto una nuova inchiesta che mostra come i vitelli separati della loro madri subito dopo la nascita vengono maltrattati dall’industria lattiero-casearia.

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Ci sono crudeltà e sofferenza dentro a un bicchiere di latte. Lo ha svelato la nuova inchiesta di Animal Equality realizzata negli allevamenti dell'industria lattiero- casearia in Messico. Gli attivisti sono entrati con le loro telecamere per riprendere lo sfruttamento delle mucche e dei vitelli.

Nello specifico i vitelli nati nell’industria  vengono uccisi quando sono ancora dei cuccioli perché non possono produrre latte e la loro razza è poco utilizzata dall’industria della carne.  Le vitelle, invece, vengono mutilate senza anestesia in modo che non sviluppino le corna. Le femmine infatti, a differenza dei maschi, vengono utilizzate per sostituire le mucche che, stremate dai cicli di gravidanze forzate, non sono più in grado di produrre latte.

Sono immagini che gli attivisti hanno catturato ma che non troverete su Kodami per una precisa scelta editoriale: abbiamo deciso di non pubblicare le immagini perché nulla aggiungono rispetto a quanto scritto e per non mostrare atti di violenza e sopruso nei confronti di un essere vivente.

Produttività: questo l'imperativo categorico su cui si basano queste aziende per cui, sebbene l'aspettativa di vita di una mucca in natura è di circa 20 anni, questi animali vengono uccisi ben presto. Produrre latte a ritmi serrati significa necessariamente allontanare i vitelli dalle loro mamme, così che il latte possa essere immesso sul mercato destinato al consumo umano. Ma questi cicli di sfruttamento costante sfiniscono presto le giovani mucche, vittime spesso di malattie e infezioni. Tra le malattie più comuni di cui può soffrire una mucca allevata si possono citare l’inedia metabolica (che si verifica quando una mucca non può consumare abbastanza cibo per stare al passo con gli sforzi fisici richiesti e quindi deve attingere alle riserve del proprio corpo), la mastite (un’infezione della mammella derivante dalla mungitura continua che provoca la secrezione di pus) e la zoppia (provocata dalle condizioni innaturali in cui sono allevate le mucche).

A condurre l'inchiesta è ancora una volta Animal Equality, un'organizzazione internazionale non -profit che si batta dal 2006 per la difesa dei diritti degli animali. Inchieste, informazione e sensibilizzazione sono queste  le prerogative dell'organizzazione che si è occupata già in passato anche dell'Italia. Lo ha fatto nel 2019 quando condusse un'indagine analoga, denominata "Una bufala tutta italiana", in cui gli investigatori hanno documentato ciò che si nasconde dietro la produzione della mozzarella di bufala in Campania e nel Nord Italia: animali costretti a vivere in condizioni fatiscenti, a cui è riservato «un trattamento che va contro norme veterinari e igienico-sanitarie».

Sul tema è intervenuto anche Matteo Cupi, vicepresidente di Animal Equality Europa: «La nostra inchiesta denuncia un sistema comune in tutto il mondo, Italia compresa: le mucche sono considerate dall’industria come macchine per la produzione di latte, poco importa che vengano sfruttate in modo estremo. Le violenze continue a cui sono sottoposte, l’allontanamento brutale dai loro cuccioli e le condizioni di reclusione che subiscono per tutta la loro vita ci mostrano chiaramente un meccanismo di produzione insostenibile, frutto di logiche inaccettabili. Scegliere alternative vegetali significa smettere di finanziare un’industria che si basa su abusi e prevaricazione».

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