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Spaventa e preoccupa le associazioni che si occupano di diritti e benessere degli animali il numero di animali selvatici uccisi in un solo anno, il 2022, durante la stagione venatoria nella Provincia Autonoma di Bolzano. I dati sono stati resi noti proprio dall’Amministrazione ed effettivamente non sono per nulla incoraggianti. In pratica a causa della caccia gli animali ammazzati sono stati in tutto 25.810.
La cosa ancora più grave, è che di questi ben 2.577 erano specie considerate in declino o in pericolo, ovvero: stambecchi delle Alpi, nel numero di 73, lepri comuni, 1.453, lepri variabili 338, marzaiole, 8, alzavole, 19, beccacce, 243, fagiani di monte, 317, coturnici alpine, 8, pernici bianche, 117, quest'ultima specie rarissima relitto dell'ultima glaciazione, che sulle Alpi sta lentamente scomparendo già a causa dei cambiamenti climatici.
Sono stati Wwf Alto Adige Südtirol e Lav Bolzano a diffondere i dati di questa “carneficina” in Sudtirolo dove, precisano le associazioni, «incoscientemente la caccia viene praticata anche nei sette Parchi naturali, nei biotopi di grandi dimensioni e in quelle che dovrebbero essere Oasi di protezione» aggiungendo che «per un territorio già fortemente provato dall'agricoltura intensiva, dalla crescente cementificazione, da una sempre più fitta rete stradale, molti sono ogni anno gli incidenti con animali selvatici, e dai cambiamenti climatici, la caccia rappresenta un'ulteriore insensata aggressione alla fauna selvatica e alla natura».
Ma i problemi sono anche altri: «Non viene, infatti, considerato il saturnismo o l’avvelenamento da piombo derivante dall'attività venatoria e dalle munizioni che essa utilizza – spiegano Lav e Wwf – particolarmente grave quando va a colpire specie di interesse conservazionistico come Aquila reale e Gipeto». E, ancora, non si parla proprio, fatto assurdo, di un punto focale e cioè di quanto la caccia rappresenti un pericolo per l'uomo: basti guardare i dati dell'Associazione vittime della caccia, in Italia, per averne conferma: la stagione venatoria 2021-2022 si è conclusa con 24 morti e 66 feriti». Oltre a tutto questo, c’è anche l’infinita durata della stagione venatoria nella Provincia Autonoma di Bolzano: la caccia, infatti, va avanti per nove mesi all'anno, dal primo maggio al 30 gennaio dell'anno successivo, con il sostegno del Governo provinciale che, sottolineano le associazioni «eroga generosi contributi pubblici al mondo venatorio».
Indipendentemente da come la si pensi, è chiaro a tutti che se in passato, in periodi di povertà, la caccia ha rappresentato anche una importante fonte di sostentamento, oggi non è più così: l’attività venatoria non ha più niente a che vedere con la sopravvivenza, ma è sicuramente diventata molto più un divertimento e un hobby. I cacciatori possono anche continuare a esercitarla, del resto, purtroppo, non c’è una legge che la vieti o che comunque la limiti in qualche modo, rimane il fatto che nulla abbia a che vedere con la giustificazione falsa che se ne dà, ovvero di essere un’attività necessaria al contenimento delle specie.
Una bufala, per quanto legittimata dal Governo addirittura con un decreto, il noto decreto Far West come è stato soprannominato dalle associazioni animaliste, che nasconde in realtà un esercizio di forza violento e pericoloso di una specie su un'altra, che non fa altro, però, che danneggiare la natura e le persone. Non tenendo in nessuna considerazione, quanto oggi più che mai sia fondamentale da parte umana rispettare gli animali selvatici e la natura, se non per motivi etici, almeno per la nostra sopravvivenza.