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22 Febbraio 2023
17:22

La cacca dei canguri potrebbe aiutarci a ridurre il metano prodotto dai peti dalle mucche

Una curiosa ricerca americana promette di trovare una soluzione al problema dell'emissioni di gas serra da parte degli animali d'allevamento partendo dalle feci dei canguri.

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"Mucche da allevamento contro canguri". O forse sarebbe meglio dire "canguri in soccorso delle mucche". Al di là degli epiteti e dei titoli che è possibile immaginare per questa curiosa ricerca, in pochi avrebbero immaginato che la lotta ai cambiamenti climatici sarebbe potuta passare all'interno di un laboratorio che confronta i livelli di emissioni di metano di questi due animali. Eppure, è proprio quello che sta avvenendo nel corso delle ultime settimane, dove una equipe di studiosi americani sta pensando di introdurre i batteri fecali dei cuccioli di canguro all'interno del rumine dei bovini, affinché producano meno gas serra attraverso le flatulenze.

Per quanto possa sembrare uno studio bislacco, in realtà approfondendo meglio il progetto si scopre che questa ricerca ha già ottenuto notevoli risultati, che sono stati presentati in una pubblicazione pubblicata recentemente su Biocatalysis and Agricultural Biotechnology.

Il problema che vogliono affrontare gli studiosi americani guidati da Supriya C. Karekar e Birgitte K. Ahring, tramite la loro nuova biotecnologia, è ormai abbastanza noto. Per produrre l'enorme quantità di latte e di carne consumata dalla popolazione umana globale, gli allevatori sono costretti ad allevare oltre 1 miliardo e 300 milioni di bovini. Ognuno di essi, ovviamente, per crescere e vivere deve nutrirsi, ma per farlo produce anche metano, uno dei principali gas climalteranti, che rilascia tramite peti e rutti. La popolazione mondiale di mucche produce, da sola, 3,1 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno, con un trend che sembra crescere di anno in anno, per via della sempre maggiore richiesta di carne di manzo e di latte in tutto il mondo.

Ridurre il metano – potente gas serra – dall'emissioni delle deiezioni degli animali è perciò uno degli obiettivi principali della ricerca. E se qualcuno, come in Svizzera, ha già pensato di produrre un mangime capace ridurre la quantità di metano prodotta dagli animali, gli scienziati americani vogliono andare oltre, cercando di ottenere un batterio da introdurre negli stomaci dei ruminanti e che possa aiutare le mucche a produrre emissioni minime, con un beneficio ambientale e un minor impatto degli stessi allevamenti.

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Il punto notevole che si vuole sottolineare di questa ricerca è che gli scienziati, dopo aver individuato il batterio perfetto all'interno dello stomaco dei cuccioli di canguro, hanno svolto i loro studi senza coinvolgere cavie. Hanno infatti sperimentato la loro soluzione batterica all'interno di uno stomaco artificiale del tutto simile al rumine delle mucche, che è il luogo preposto all'applicazione della futura tecnologia che nascerà al termine del progetto, in quanto principale organo di produzione del metano indesiderato.

«Stiamo cercando di limitare la sperimentazione animale in queste prime fasi di lavoro – hanno dichiarato gli scienziati, dopo la pubblicazione del loro articolo – Abbiamo scelto i batteri del canguro in quanto non producono metano ma acido acetico. Sarebbero perciò perfetti per limitare le emissioni e permettere a questi animali di digerire il fieno e i mangimi». Il team americano ha in pratica costruito uno stomaco, partendo dalle basi, senza impiegare animali da laboratorio. Poi ha prodotto una coltura batterica, partendo dalle feci dei canguri più giovani (di preciso, quelli appena usciti dalla sacca materna) e l'hanno innestata nel stomaco artificiale.

Incredibilmente, inibendo con alcuni farmaci la crescita dei batteri che producono metano, l'esperimento sul rumine artificiale ha avuto successo e i batteri non metanogeni sono aumentati seguendo una curva di crescita equiparabile a quella degli altri batteri, liberi dal controllo degli antibiotici. Ora l'obiettivo del team è di spostare la sperimentazione in modo sicuro e controllato su un animale in carne e ossa. Hanno infatti in programma di replicare entro l'anno l'esperimento su una mucca vera, fiduciosi che la loro proposta possa risultare un aiuto ad affrontare la più grave minaccia che il Pianeta sta attraversando. Come pensano però di introdurre questi batteri all'interno del corpo dell'animale?

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«Abbiamo in mente di rifornire le mucche di Acetobacterium woodii (il batterio estratto dalle feci dei canguri e presente all'interno dei loro stomaci ndr) tramite l'inoculazione dei bioreattori o l'ingestione delle culture» assicurano gli scienziati. Si tratterebbe dunque di una soluzione dall'applicazione abbastanza semplice, simile per concetto all'uso delle sospensioni orali usate dagli esseri umani per riequilibrare i batteri dell'intestino.

Per scoprire ovviamente il responso di questa seconda parte della ricerca bisognerà attendere il termine delle sperimentazioni. E probabilmente, per vedere in commercio un possibile farmaco che deriva dal frutto di questo lavoro – qualora andasse tutto bene – serviranno ancora anni. Pensare però che la cacca del canguro possa aiutare a contrastare i cambiamenti climatici è curiosamente affascinante, poiché sarebbe proprio un animale selvatico a fornire un aiuto allo sviluppo tecnologico utile a contrastare gli effetti negativi delle attività umane.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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