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14 Agosto 2022
17:08

Kevin Chiappalone, il 19enne che combatte in Ucraina con la resistenza e un Siberian Husky

Il foreign fighter è stato accusato dalla Procura di Genova di essere un mercenario arruolato nella Brigata internazionale ucraina. Il 19enne è al fronte con un cane.

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Prima di bloccare WhatsApp, Kevin aveva scelto come immagine di profilo una sua foto in pantaloni mimetici, cinturone porta cartucce e un cagnolino in braccio.

Kevin Chiappalone è il primo italiano indagato per essere andato a combattere in Ucraina con la resistenza. Diciannove anni, genovese, è stato accusato dal sostituto procuratore Marco Zocco, della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova, di essere un mercenario arruolato nella Brigata internazionale ucraina e rischia una condanna da due a sette anni.

La foto è stata cancellata e sono cambiate tutte le impostazioni della privacy dei suoi post, che ora non sono più visibili; come quello di nove settimane fa su Instagram in cui aveva pubblicato la stessa immagine accompagnata da una frase: "La felicità è un cucciolo caldo", una citazione del creatore di Snoopy.

Kodami lo ha raggiunto via messaggio quando ormai il suo comandante gli aveva vietato di parlare con i giornalisti, ma Kevin ha risposto spontaneamente a una nostra domanda: «È tuo il cane nell'immagine di profilo?».

Il foreign fighter italiano ha mandato un vocale: «Quello no, è un cucciolo che avevo trovato nella base di addestramento, ora ho una bellissima Husky».

Gli abbiamo chiesto se l’avesse adottata in Ucraina: «Mi hai tirato su un sorrisino – risponde – si chiama Branca e l'ho comprata da un contadino che voleva "seccarla", ma io e un altro ragazzo non abbiamo voluto e ci abbiamo messo i soldi per prenderla». Così, gli abbiamo domandato anche se ora lo segue in battaglia: «È veramente una compagna fidata, eccetto quando c'è il mangiare sul tavolo allora lì – ride Kevin – la fiducia muore! Ma ora ho lei e viviamo felici, quando non mi fa dannare».

La nostra comunicazione si è fermata a questo breve scambio, con l'immagine di un soldato e di un cane, un ragazzo e un Siberian Husky, forse entrambi lontani dal proprio ambiente.

I cani soldato del conflitto ucraino

Branca è soltanto l'ultimo dei cani diventati, loro malgrado, protagonisti del conflitto russo-ucraino. Lo scorso maggio, Max un Pastore Belga Malinois di circa 3 anni è stato trovato affamato e denutrito nella regione di Mykolaiv. Il cane anti-mine, probabilmente abbandonato dall'esercito russo, è stato arruolato dalla Guardia nazionale ucraina passando, così, dall'altra parte della barricata.

Per lui, già preparato a muoversi tra cariche e ritirate, è iniziato il training per imparare i comandi in ucraino; una vera e propria risorsa sottratta al nemico per l'esercito di Kiev che ora nelle sue fila si trova un esemplare della stessa razza adottata dalle forze speciali britanniche. I Malinois sono molto atletici e vengono addestrati per via delle loro spiccate abilità nel proteggere attivamente gli umani.  Il reggimento ucraino spera che Max possa ripercorrere le orme di Patron, il Jack Russell Terrier premiato il 9 maggio dal presidente Zelensky per aver contribuito, con il suo fiuto, a individuare centinaia di ordigni esplosivi.

Il piccolo Jack Russell artificiere di due anni che «ha contribuito a disinnescare circa 90 ordigni, tra mine e bombe» nella città ucraina di Chernihiv, a pochi chilometri dal confine con Bielorussia e Russia, è diventato la mascotte degli artificieri. La narrazione della sue gesta corre sempre sul doppio filo del merito e della propaganda. Una questione etica che riguarda tutti i cani da "lavoro" e per di più impegnati in guerra che vengono usati ad umano vantaggio, in qualsivoglia tipologia d'intervento.

Come nel caso di Kevin e Branca, è legittimo chiedersi se un ragazzo partito per la guerra senza nemmeno dirlo ai genitori e ritenuto dai magistrati un mercenario, possa avere la consapevolezza dei livelli di stress, eccitazione e stanchezza a cui gli animali sono esposti durante le attività di aiuto. La base di ogni attività cinofila dovrebbe essere una conoscenza intima, profonda e stutturata di emozioni, fisiologia e anatomia. Oltre alle medaglie sulla pettorina e ai premi, c'è sicuramente molto di più da conoscere, per poter lavorare e proteggere, in Branca, Max e Patron e tutti gli altri cani da usati in attività umane.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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