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7 Marzo 2023
12:06

In Friuli verranno rilasciate 5 linci. Il coordinatore del progetto: «Si apre un nuovo capitolo per la specie»

In Friuli Venezia Giulia verranno liberate 5 linci con l'obiettivo di rinforzare il nucleo italiano della specie sia numericamente che geneticamente.

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© Archivio Progetto Lince Italia

Nei boschi di Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia, verranno reintrodotte 5 linci eurasiatiche provenienti dal Canton Jura (in Svizzera), dalla Romania e dai monti Dinarici della Croazia. Lo scopo è quello di rinforzare sia numericamente che geneticamente il nucleo italiano che, nonostante le piccole dimensioni, rappresenta un importante ponte tra le popolazioni orientali e quelle delle Alpi occidentali.

Il progetto di reintroduzione, gestito dai Carabinieri Forestali, si chiama ULyCA2 e nasce in sinergia con i cacciatori, con il progetto europeo "Life Lynx" e con il supporto del "Progetto Lince Italia", del WWF e della Regione Friuli Venezia Giulia.

«Si tratta del primo caso in cui un progetto di questa entità può contare anche sulla collaborazione e il dialogo costruttivo tra il WWF e i cacciatori, riuniti in un gruppo di lavoro chiamato "Caccia e Lince" – commenta a Kodami Paolo Molinari che, insieme a Anja Jobin, ricopre il ruolo di coordinatore tecnico scientifico di ULyCAa2 – Sono convinto che il dialogo e il supporto reciproco possano davvero fare la differenza e mi auguro che sia il primo passo per un futuro in cui la cooperazione verrà vissuta come un'abitudine».

Al momento si sono appena concluse le attività di cattura e, secondo le previsioni, gli animali verranno liberati entro la fine di aprile. Nei mesi successivi seguirà un'intensa attività di monitoraggio da parte degli esperti, con l'ausilio di collari GPS, fototrappole e attraverso la raccolta di campioni genetici.

«Siamo molto contenti perché, dopo tanti anni di sforzi per arrivare alla realizzazione di questo risultato, ora è finalmente giunto il momento di aprire un altro capitolo per la specie nel nostro paese – aggiunge Molinari – La liberazione sarà un nuovo e importantissimo inizio, ma per noi che lavoriamo dietro le quinte rappresenterà anche la fine di un processo complesso e impegnativo dal punto di vista della burocrazia, dei permessi e delle catture. Non è stato facile, ma siamo davvero soddisfatti».

La lince in Italia e negli altri paesi alpini

La lince eurasiatica (Lynx lynx) è considerata il mammifero più raro nel panorama faunistico italiano e la sua presenza è a rischio. Secondo le stime più aggiornate, infatti, ad oggi se ne contano circa 5 esemplari. Uno si trova in Trentino, ma è molto anziano e, da parecchio tempo ha fatto perdere le proprie tracce. Un maschio in dispersione è stato osservato per la prima volta pochi mesi fa in Valle d'Aosta e un terzo soggetto si trova in Provincia di Verbano Cusio Ossola. Alcuni si muovono, infine, a cavallo del confine con la Slovenia, in Friuli, poco distanti dal luogo in cui verranno liberati gli esemplari del progetto ULyCA2 nelle prossime settimane.

Diversa, invece, è la situazione in Svizzera, dove la lince è stata reintrodotta dai Carpazi circa 50 anni fa e, oggi, la popolazione è piuttosto vitale. In particolare nella zona dello Jura, dove la densità è decisamente elevata, di tanto in tanto vengono effettuate delle catture per trasferire altrove alcuni soggetti, favorendo così l'ampliamento dell'areale.

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© KORA GIS
Area di distribuzione in Svizzera della lince eurasiatica (In rosso i dati oggettivi e certi; in blu le osservazioni confermate; in verde le osservazioni non verificabili.

In Slovenia, invece, la situazione è più complessa. La lince, infatti, era stata reintrodotta con successo nel 1973 ma, dopo alcuni decenni, la popolazione aveva iniziato a diminuire a causa dell'eccessiva consanguineità dei soggetti. È stato grazie al progetto Life Lynx, che negli ultimi anni ha effettuato nuove reintroduzioni, se il numero è tornato ad aumentare: «Da 5 liberazioni si contano in poco tempo 14 nuovi soggetti. Due femmine, infatti, in questi anni hanno avuto 9 cuccioli – afferma Molinari – Seguiamo le evoluzioni degli accoppiamenti, ma al momento i risultati sono incoraggianti».

Il rischio di impoverimento genetico: «Test genetici sui soggetti provenienti dalla stessa area»

Il rischio di impoverimento genetico è il motivo per cui le linci che verranno liberate al Tarvisio provengono da tre luoghi molto distanti tra loro. «La scarsa variabilità genetica è uno dei maggiori rischi per la diffusione della lince, in quanto può causare infertilità tra le femmine. Proprio per questo motivo, abbiamo condotto dei test genetici specifici, capaci di dimostrare che i due individui catturati nello Jura svizzero non siano imparentati tra loro – spiega Molinari – Lo stesso vale anche per il maschio e la femmina provenienti dai Carpazi romeni. Il quinto soggetto, invece, è l'unico che proviene dai Monti Dinarici meridionali, in Croazia».

La speranza è che anche in Italia, come accaduto negli ultimi anni in Slovenia, la specie riesca a tornare a prendere piede in poco tempo. «Quando si libera una lince in un territorio, non si sa mai dove si sposterà – conclude Molinari – Ci auguriamo quindi che restino nei paraggi e, soprattutto, che maschi e femmine abbiano contatti tra loro e diventino i primi soggetti protagonisti della nuova diffusione della lince in Italia».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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