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15 Dicembre 2021
18:27

Il drago blu, il video virale su TikTok e l’importanza di un’interazione consapevole con gli animali

Juliano Bayd è diventato famoso su TikTok dopo avere postato un video in cui gioca con il drago blu, piccolo mollusco dai meravigliosi colori, senza sapere che poteva rappresentare un rischio letale.

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Credit: TikTok @julianobayd

Ha visto quel piccolissimo essere dalle vibranti sfumature blu muoversi nelle acque cristalline di Stradbroke Island, nel Queensland australiano, e ha iniziato a giocarci toccandolo con un dito e tenendolo sul polpastrello. Peccato che quello che su TikTok, condividendo il video, ha definito scherzando “un Pokémon” è in realtà un animale potenzialmente molto pericoloso: il Glaucus atlanticus, meglio noto come “drago blu”.

L’animaletto è tecnicamente un nudibranco, famiglia di molluschi gasteropodi noti soprattutto per gli spettacolari colori che li contraddistinguono. Ma il drago blu, oltre a essere effettivamente spettacolare alla vista, ha una caratteristica potenzialmente letale: se punge rilascia un veleno che nei casi migliori provoca dolore e reazione allergica, a volte accompagnati da vomito e rush cutanei, nei peggiori può causare uno choc anafilattico che mette a rischio la vita.

Che cos’è il Drago Blu e perché è così pericoloso

Il drago blu è un mollusco pelagico, che vive cioè in mare aperto (principalmente oceani Atlantico, Pacifico e Indiano), ed è per questo che molti non ne conoscono la pericolosità, contrariamente a quanto accade, per esempio, per le meduse. Capita però che arrivi accidentalmente vicino alla riva, trasportato dalle correnti, e che si trovi in acque basse, anche sulla spiaggia. È qui che Juliano Bayd lo ha trovato, condividendo il video su TikTok e chiedendo pareri su «che cosa sia questo animale». Tempo pochi minuti ed è arrivata una valanga di risposte, la maggior parte delle quali metteva in guardia: «Non toccarlo, potrebbe ucciderti». Ma da dove deriva la pericolosità del drago blu?

Oceana, l’organizzazione senza scopo di lucro che si dedica alla conservazione degli oceani, spiega che come molti nutribranchi il drago blu è in grado di incorporare le tossine o le cellule irritanti delle sue prede nella pelle: in questo modo oltre a nutrirsi si protegge dai predatori, perché in caso di attacco pungendo rilascia una sorta di “concentrato” di veleno. In particolare il mollusco è ghiotto delle famigerate caravelle portoghesi, cnidari estremamente velenosi di cui incamera le cellule urticanti immagazzinandole per il futuro. Quando viene toccato o minacciato può rilasciare queste cellule, diventando di fatto più pericoloso della stessa caravella portoghese per la concentrazione di tossine in una sola puntura.

Non solo: questo mollusco di massimo 3 centimetri di lunghezza ha un vero e proprio arsenale di tattiche di difesa. Uno in cui è abilissimo è la cosiddetta contro-ombreggiatura, o legge di Thayer, che è un metodo di mimetizzazione per cui la colorazione di un animale è più scura nella parte superiore e più chiara nella parte inferiore del corpo. Il drago blu trascorre appunto la vita galleggiando sulla schiena, mostrando il ventre blu e bianco agli uccelli e la schiena grigiastra ai pesci, riuscendo in questo modo a confondersi al meglio con l’ambiente circostante e a trarli in inganno.

I rischi di un’interazione poco consapevole con gli animali

La storia di Juliano Bayd – che non ha fortunatamente avuto reazioni all’incontro con il drago blu, ma che si riprende spesso mentre gioca o tocca animali – è insomma un monito a non interagire con leggerezza con gli animali nel loro habitat naturale, toccandoli o avvicinandosi troppo, perché spesso non si sa né come potrebbero reagire né i rischi che si possono correre o che noi stessi rappresentiamo per loro.

Se Bayd ha un merito, però, è quello di avere acceso il dibattito e l’interesse su un essere di cui oggi poco si sa, proprio per le dimensioni ridotte, la capacità di mimetizzarsi e la tendenza a vivere in mare aperto: il video in cui chiede di cosa si tratti ha superato i 5 milioni di visualizzazioni e scatenato una serie di repliche e spiegazioni anche da parte di biologi e altri esperti.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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