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28 Settembre 2022
16:31

Il cigno Pippo, mascotte di Salsomaggiore, è a rischio: «Anziano e malato, non disturbatelo»

L'appello dell'amministrazione di Salsomaggiore Terme a cittadini e turisti: il cigno Pippo ha ormai una trentina d'anni e necessità di tranquillità e alimentazione adeguata.

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Credit: Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso

Il cigno Pippo, mascotte del parco Mazzini di Salsomaggiore Terme, è in pericolo. L’allarme arriva dall’amministrazione del Comune emiliano, che da anni tutela in ogni modo quello che viene considerato “il re” del laghetto che adorna il polmone verde cittadino, dichiarato Patrimonio Culturale dell’Emilia Romagna.

Il problema principale è l’età del cigno. Acquistato, si presume, nei primi anni 90, oggi ha ormai una trentina d’anni: tenuto conto del fatto che i cigni vivono in media 30-35 anni, si tratta di un animale anziano che ha bisogno di cure e attenzioni particolari. E soprattutto di essere lasciato tranquillo, senza sollecitazioni da parte delle persone.

Alimentarlo con pezzi di pane, come spesso fa chi frequenta il parco, è dannoso sia perché il pane non è un alimento adatto a questi uccelli erbivori (il discorso vale anche per le oche e le anatre che dividono il laghetto con Pippo) sia perché interferisce con le terapie che vengono somministrate proprio tramite il cibo. Ugualmente dannoso è rimetterlo forzatamente in acqua: il vicesindaco con delega al benessere animale, Devid Cattani, ha lanciato un appello a cittadini e turisti proprio per evitare che qualcuno, mosso magari da buone intenzioni, nel vedere Pippo a riva possa decidere di avvicinarsi e metterlo nel laghetto. La tendenza del cigno, anche alla luce dell’età e delle condizioni di salute, è di appartarsi, e la richiesta dell’amministrazione comunale è di rispettarlo e tenersi a distanza, lasciando ai volontari e agli operatori del Comune il compito di monitorarlo, nutrirlo e accudirlo in caso di necessità.

Il cigno Pippo, come detto, è la mascotte del parco Mazzini: sin dal suo acquisto è rimasto ad abitare il laghetto, allontanandosene soltanto per un breve periodo nell’estate del 2020 per consentire alcuni lavori al suo interno. Ai tempi era stato trasferito per qualche tempo al Centro Recupero Fauna Selvatica Il pettirosso di Modena, dove i veterinari avevano confermato, tra le altre cose, che era stato sottoposto a un intervento di tarpatura delle ali per evitare che volasse via: una pratica barbara che oggi non è fortunatamente più consentita.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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