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15 Ottobre 2023
10:00

I visoni americani stanno facendo sparire gli edredoni in Islanda: la scoperta di un progetto di Citizen Science

Molti uccelli presenti sulle isole sono minacciati dalle specie invasive, ma nessuno avrebbe potuto pensare che la causa della parziale scomparsa degli edredoni in Islanda potesse attribuirsi ad una piccola specie semiacquatica.

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I progetti di ricerca inseriti nei contesti di Citizen Science sono pensati per essere svolti insieme alla cittadinanza o ai volontari e sempre più spesso stanno dando grandi risultati, per quanto limitati a delle specifiche discipline. Uno di questi progetti è quello guidato dal Centro di ricerca dell'Università dell'Islanda a Snæfellsnes e dall'IGB, il Leibniz Institute of Freshwater Ecology and Inland Fisheries di Berlino, una delle realtà accademiche più importanti d'Europa per lo studio delle acque dolci e degli ecosistemi palustri.

Questo progetto ha infatti scoperto le ragioni per cui gli edredoni (Somateria mollissima), un anatra molto comune in nord Europa, stanno soffrendo particolarmente in Islanda, vittime di un predatore silenzioso che solo grazie al contributo dei volontari è stato finalmente individuato. Nell'arco degli ultimi decenni infatti la popolazione di edredoni dell‘arcipelago di Brokey in Islanda e in gran parte del paese è calata di circa il 60%, subendo una pericoloso crollo demografico che ora è possibile spiegare tramite la predazione.

Per millenni gli edredoni sono infatti convissuti con varie tipologie di predatori, fra cui le volpi artiche, ma finora nessuna specie era riuscita a rappresentare un problema, visto che questi anatidi erano in grado di produrre un grande numero di pulcini e di arginare i danni. Da quando però sulle isole di questo arcipelago è giunto il visone americano (Neogale vison), una specie ritenuta molto invasiva nel resto d'Europa, gli edredoni sembrano essere in palese difficoltà, poiché per quanto abituati ai carnivori di piccole dimensioni come le volpi, non hanno ancora sviluppato adeguate strategie di difesa contro questa nuova specie.

Come è infatti possibile leggere sulle pagine di Ecology Letters, i visoni hanno avuto un pesante impatto sulle nascite degli edredoni, colpendo la maggioranza dei nidi e cibandosi delle loro uova. La ragione per cui stanno provocando così tanti danni probabilmente deriva dal fatto che gli edredoni islandesi non sono ancora in grado d'identificarli come un pericolo, oltre al fatto che sono abituati a predatori con la pelliccia bianca, di cui il visone è sprovvisto. Gli edredoni infine sono fra le poche specie cacciabili dell'intero arcipelago e del paese, condizioni che li sottopone alle attenzioni di tutti i predatori presenti all'interno del loro areale. Come sono riusciti però dei semplici cittadini a verificare che erano proprio i visoni i responsabili della scomparsa degli edredoni?

In Islanda c'è una vecchia tradizione popolare, che invita tutti i cittadini del paese (circa 372.000 persone) a raccogliere le piume degli anatidi direttamente dai loro nidi. La trazione prevede che le piume debbano essere raccolte da terra, non dagli uccelli, e visto che gran parte degli abitanti dell'arcipelago di Brokey conosce in media la posizione di una decina di nidi, il progetto di Citizen Science ha chiesto ai partecipanti di segnalare l'eventuale presenza di predatori nei loro dintorni, quando la gente andava in giro a caccia di piume.

Per ampliare lo spettro della ricerca, i ricercatori hanno anche intervistato diversi anziani e studiato i vecchi annuari di alcuni villaggi, dove venivano descritte quali specie erano presenti all'interno del paese. Così facendo, sono riusciti a delineare un quadro eco-sistemico della fauna locale di circa 123 anni, raccogliendo tra l'altro informazioni specifiche di 95 isole dell'arcipelago di Brokey.

Agli scienziati dunque è poi bastato incrociare i dati risultanti dalle interviste e dalle raccolte delle piume, con moltissimi cittadini che hanno asserito di aver visto i visoni allontanarsi dalle uova degli edredoni, poco dopo essere stati scoperti all'interno dei nidi.

Utilizzando questi straordinari set di dati e il lavoro di migliaia di volontari, in grado di raccogliere oltre 3.000 kg di piume cadute agli edredoni in un anno, il gruppo di ricerca è stato così in grado di determinare definitivamente che l’introduzione del visone americano è stato il momento spartiacque che ha portato le comunità acquatiche a subire una crisi. Non sono stati infatti solo gli edredoni a soffrire l'arrivo della specie aliena. Anche altri uccelli hanno rischiato di scomparire per colpa del mustelide, introdotto agli inizi del secolo scorso per la caccia e per il commercio delle pellicce.

Osservando infatti i trend demografici delle specie, è proprio in quel periodo – a cavallo degli anni Novanta di fine Ottocento e i primi del Novecento – che il visone sbarca in Islanda e comincia a mietere vittime, quantomeno fino ad oggi. Tra l'altro, spiegano i ricercatori, il visone si è dimostrato un predatore più efficace della volpe nella cattura degli edredoni. Questi uccelli infatti possono costruire i loro nidi su piccole isole inaccessibili, proprio per sfuggire all'attenzione dei predatori, ma il visone semiacquatico, essendo un ottimo nuotatore, è in grado di raggiungerli ed è per questo se neanche gli arcipelaghi possono ritenersi un rifugio sicuro.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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