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10 Luglio 2023
12:32

I serpenti a sonagli stressati possono trovare conforto nei loro simili

Sorprendentemente, i serpenti a sonagli possono combattere i segni dello stress grazie alla vicinanza e al conforto dei propri simili, capacità sociali che fino a poco tempo fa erano sconosciute.

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Anche i serpenti a sonagli possono soffrire per lo stress e quando accade sono diverse le spiacevoli conseguenze a cui possono andare incontro, come perdita di appetito, letargia o agitazione. Finora non era stato tuttavia mai osservato un serpente abbassare i propri livelli di stress grazie alla presenza di un conspecifico, un fenomeno che è abbastanza comune negli uccelli e nei mammiferi sociali e che gli scienziati definiscono social buffering

Tale scoperta è stata compiuta da un team di ricercatori della Loma Linda University della California, che ha studiato come i serpenti a sonagli o crotalo adamantino occidentale (Crotalus atrox) usano il buffering sociale per alleviare lo stress acuto, e viene considerata un'importante aggiornamento sul comportamento di questi rettili, che fino a questo momento non sembravano essere dotati di grandi capacità sociali.

Per quanto infatti siano animali principalmente solitari, i serpenti a sonagli sembrano poter sviluppare dei legami con altri esemplari, che li portano a godere di alcuni benefit durante i momenti più concitati e stressanti dell'anno. «Abbiamo dimostrato che quando due serpenti erano insieme e vivevano una situazione stressante, potevano tamponare emotivamente la loro risposta allo stress dell'altro, proprio come succede agli umani quando affrontano un evento traumatico insieme – ha spiegato Chelsea Martin, che oltre ad essersi dottorato alla Loma Linda University è anche il primo autore dello studio, pubblicato su Frontiers in Ethology, che spiega i segreti di questo comportamento – Questo smorzamento della risposta allo stress non è stato segnalato in precedenza in nessuna specie di rettile ed è importante che a dimostrarsi empatici siano stati questi animali, spesso considerati freddi e privi di emozioni».

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Per quanto infatti i serpenti possano incutere paura a moltissime persone, questa tipologia di scoperte – affermano i ricercatori – ci permettono anche di avere un quadro più realistico delle risposte e delle sofferenze emotive di questi animali, che essendo molto lontani dai mammiferi da un punto di vista evolutivo, sono anche particolarmente difficili da studiare da un punto di vista della sfera emozionale.

La cosa importante che tengono a sottolineare i ricercatori del progetto, Martin in primis, è che però questi serpenti si sono dimostrati abbastanza bravi nell'abbassare i livelli di stress dei loro compagni, non solo in laboratorio, dove gli scienziati li hanno osservati per giorni, ma anche in natura, quando due individui venivano ritrovati all'interno dello stesso rifugio. Questa specie d'altronde si sta dimostrando particolarmente più socievole di quanto ritenuto finora, come fanno altri serpenti che possono per esempio anche decidere di andare in letargo insieme, riunendosi tutti vicini nella stessa tana.

«Alla fin dei conti però questa scoperta poteva essere individuata da tempo – dichiarano gli studiosi dalla California – Da parecchio sospettavamo che i serpenti a sonagli coabitassero nelle stesse piccole fosse durante l'inverno ed era dunque logico presupporre che provassero un certo conforto nell'avere un compagno vicino, anche durante il resto dell'anno. Inoltre, non abbiamo riscontrato differenze fra diverse popolazioni della stessa specie e non abbiamo osservato differenze nel buffering sociale tra i sessi». Ciò comporta che entrambi i sessi riescono a sviluppare un comportamento che riesce a consolare gli altri individui, al di là dell'età e della provenienza. Come riescono però a "consolarsi" a vicenda?

Principalmente, da quello che hanno potuto osservare i ricercatori sia in natura che in laboratorio, gli animali stressati producono degli ormoni che alterano il loro stato emotivo e nervoso e che possono anche favorire la comparsa di movimenti e comportamenti irregolari, sintomi dello stress in corso. Questi ormoni però vengono anche percepiti dagli altri esemplari, che qualora abbiano instaurato un qualche tipo di legame con l'esemplare stressato, rispondono avvicinandosi alla sua superficie, per fornirgli così supporto. Sarebbe infatti il contatto epidermico la soluzione principale allo stress condiviso, una sorte di abbraccio, in cui gli animali si avvinghiano leggermente tra di loro scambiandosi il calore.

Misurando la frequenza cardiaca di questi animali in vari contesti stressanti tramite dei sensori e un cardiofrequenzimetro, gli scienziati hanno così osservato come tale tipologia di contatto calmasse entrambi gli esemplari, in maniera simile da quanto osservato nei primati o negli uccelli, quando si scambiano effusioni o fanno grooming.

I serpenti a sonagli si stanno dimostrando così molto più vicini agli esseri umani di quanto avremmo mai pensato e non è tutto. «I nostri risultati forniscono informazioni sui modelli di comportamento sociale di questi rettili – ha affermato Martin – Ma potrebbe anche migliorare l'immagine che abbiamo dei serpenti a sonagli, spesso considerati solo perché mordaci e velenosi. Le nostre scoperte potrebbero tuttavia aiutare nel cambiare la situazione e nel rendere questa specie più interessante, agli occhi delle persone comuni».

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In laboratorio i ricercatori avrebbero persino verificato che alcuni esemplari ricercano la compagnia dei loro conspecifici, andandosi a scegliere come "compagni di tana" dei pezzi di corda, che erano stati posti dentro le teche dagli scienziati per simulare il corpo di altri esemplari. E gli animali si sono così tanto "affezionati" che hanno cominciato a comportarsi come se fossero veri serpenti, "abbracciandoli" nei momenti più difficili. Come sarebbero nate però queste risposte emotive in questo gruppo di serpenti?

Secondo i biologi la risposta la si può trovare all'interno delle prime fasi di vita di questi animali. È infatti noto che le femmine di serpente a sonagli di solito si aggregano durante la gravidanza, per sfuggire ai predatori, e che rimangono insieme alla loro prole appena nata per alcuni giorni. Ciò porta i serpenti a sonagli a vivere nelle prime fasi della loro vita insieme ai loro conspecifici, rendendo gli esemplari di questa specie parzialmente sociali in alcuni periodi della loro vita.

Per quanto però da adulti siano prevalentemente solitari (soprattutto i maschi), durante il corso dell'anno possono talvolta incontrare altri serpenti a sonagli con cui condividere per esempio la tane o il sito di riproduzione. E per limitare ulteriormente il pericolo di essere attaccati dagli altri individui della stessa specie o di finire vittima dei predatori, hanno mantenuto la capacità di esprimere comportamenti sociali da sfruttare all'occorrenza, per contrastare per esempio le avversità come la siccità che colpisce particolarmente il loro habitat desertico.

Dopo queste scoperte, gli scienziati sono ora interessati a scoprire se in altre specie della zona esiste social buffering per limitare i danni causati dallo stress. Di sicuro però i serpenti a sonagli non verranno più visti da parte dei ricercatori esclusivamente come i crudeli predatori che riempiono le leggende del vecchio west, essendosi infatti dimostrati molto più socievoli e pacifici di molte altre specie di vertebrati che vivono nei contesti ambientali difficili e desertici del sud della California.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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