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6 Giugno 2022
11:34

I piccoli di pappagallini groppaverde balbettano come i bimbi quando imparano a parlare

I piccoli pappagallini groppaverde balbettano come i neonati della nostra specie mentre si esercitano a imitare il linguaggio vocale che acquisiscono dall'ambiente.

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Noi esseri umani siamo dotati della capacità di apprendere e imitare vocalmente i suoni e le vocalizzazioni che acquisiamo dall'ambiente circostante. Questa capacità è alla base dell'apprendimento del nostro linguaggio ed inizia sin dalle fasi precoci dello sviluppo di ogni essere umano.

Non siamo l'unica specie dotata di questa capacità, infatti molti altri gruppi di animali fra cui pipistrelli, pappagalli, uccelli canori, colibrì, cetacei ed elefanti sono definite "vocal learners" proprio perché sono in grado di apprendere e imitare il linguaggio vocale di cui fanno esperienza nel loro ambiente nel corso della loro vita.

In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society, un gruppo di ricercatori ha studiato le caratteristiche dell'apprendimento vocale di una popolazione di pappagallini groppaverde in Venezuela, con particolare attenzione allo studio delle caratteristiche di questa capacità nelle primissime fasi della loro sviluppo.

Lo studio sul linguaggio dei pappagallini groppaverde

Rivolgendo la loro attenzione verso quest'ultimo fattore, i ricercatori hanno investigato come maturassero le competenze vocali e dunque linguistiche sin dai primissimi giorni di vita, in modo tale da evidenziare eventuali analogie con il processo di maturazione dell'apprendimento del linguaggio che avviene durante le primissime fasi della vita delle altre specie dotate di apprendimento vocale, essere umano incluso.

Nella nostra specie, infatti, gli infanti iniziano ad apprendere e a imitare le vocalizzazioni (e quindi il linguaggio dall'ambiente circostante) sin dalle fasi precoci del loro sviluppo. Questo processo di apprendimento però, all'inizio è imperfetto e produce dei risultanti immaturi rispetto al modello acustico e linguistico di riferimento.

Per questa ragione i bimbi nei primissimi tentativi d'apprendimento manifestano il cosiddetto "babbling", ovvero il balbettìo conseguente al tentativo imperfetto di imitare il linguaggio vocale che ascoltano e utilizzano come modello di riferimento.

Solo dopo un certo periodo di maturazione, in cui viene continuamente aggiustato e modificato il linguaggio in riferimento al modello linguistico che continuano a recepire dall'ambiente circostante, il risultato vocale matura e converge dalla forma del balbettìo imperfetto rispetto al modello linguistico di riferimento.

I risultati dello studio

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Registrando il comportamento dei pappagallini nei primissimi giorni della loro vita, i ricercatori hanno scoperto come i nidiacei iniziassero sin dal 21° giorno di vita a riprodurre e a imitare le specifiche vocalizzazioni tipiche del repertorio vocale della loro specie che avevano ascoltato sin dalla nascita, come ad esempio le vocalizzazioni di richiamo, di contatto sociale, di allarme e così via.

Non solo, così come accade negli umani, i nidiacei erano parecchio imperfetti in questi primi tentativi e mostravano a loro volta il loro specifico "babbling"; i piccoli pappagallini balbettavano in maniera imperfetta le specifiche vocalizzazioni ascoltate in precedenza dai pappagalli adulti. Solo dopo un certo periodo di apprendimento e maturazione riuscivano a cristallizzare e a far convergere il loro iniziale linguaggio "imperfetto" verso quello originale e completo, rappresentato dal modello acustico che avevano acquisito ascoltando il linguaggio vocale degli individui adulti.

Questa convergenza nelle caratteristiche del processo di apprendimento vocale fra i nidiacei di questi pappagalli e la nostra specie, assieme agli altri esempi nelle altre specie animali in cui si è dimostrata la presenza del "babbling", dimostrano molto probabilmente come tutti questi animali abbiano affrontato un processo di evoluzione convergente che ha portato all'emergenza di meccanismi biologici e cognitivi analoghi alla base di una simile capacità, l'apprendimento vocale. Questo rimane un risultato sorprendente in ottica evolutiva visto che l'ultimo antenato in comune fra l'essere umano e le specie di uccelli dotate di tale capacità, come questi pappagalli, risale all'incirca a 320 milioni di anni fa.

Sono un biologo naturalista di formazione, attualmente studente magistrale presso L'università di Pisa. Comprendere i meccanismi che muovono il comportamento degli animali e le ragioni che ne hanno permesso la loro evoluzione sono le domande principali che muovono la mia ricerca e la mia passione per l'etologia. Rispondendo ad esse, tento di ricostruire sia il filo conduttore che accomuna l'etologia di ogni specie animale, sia le differenze che distanziano ogni ramo evolutivo dall'altro.
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