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29 Settembre 2023
16:42

«I canguri non sono scarpe»: l’attore James Cromwell protesta contro il massacro di marsupiali

L’attore e attivista James Cromwell è entrato in un negozio Adidas a Soho e ha esortato i clienti a smetterla di comprare le scarpe realizzate con la pelle dei canguri, oggetto di una delle più grandi uccisioni di fauna selvatica terrestre nel mondo.

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È entrato in un negozio Adidas a Soho, esclusivo quartiere dello shopping a Manhattan, e ha iniziato a esortare i clienti a fare acquisti più sostenibili: «Siamo qui per implorare l’azienda di smettere di uccidere i canguri per fabbricare scarpe. Non sostenetela. Non comprate più le loro scarpe. E se si rifiutano di cambiare, boicottatela». Sono state queste le parole dell’attore e attivista James Cromwell, prima di mettersi a cantare “Just Stop the Slaughter” e dirigersi verso l’uscita dal negozio insieme ad altri attivisti per i diritti degli animali che si erano uniti a lui.

Il monito della star di Jurassic Park, che rientra nell'ambito della campagna globale “I canguri non sono scarpe” condotta dal Center for a Humane Economy, organizzazione no-profit per il benessere degli animali che si pone come obiettivo quello di «influenzare la condotta delle aziende per creare un ordine economico più etico», è stato poi ripreso qualche giorno dopo da un’altra ventina di attivisti che entrati da Dick's Sporting Goods, il più grande distributore al dettaglio di scarpe in pelle di canguro degli Stati Uniti, hanno informato i presenti del massacro su larga scala di canguri selvatici proprio per realizzare le scarpe da ginnastica tanto richieste.

Non tutti lo sanno ma i marsupiali australiani sono stati e sono oggetto di una delle più grandi uccisioni di fauna selvatica terrestre nel mondo. Un’autentica carneficina di massa che avviene ogni anno sotto l’occhio favorevole del Governo australiano, non solo per la loro carne, ma soprattutto per la loro pelle molto ambita dai produttori di scarpe, da calcio nello specifico, e alla quale non sembrano essere intenzionati a rinunciare.

«Dick's Sporting Goods afferma di essere un “produttore responsabile”, ma acquistare parti di fauna selvatica dall’Australia, oltretutto dopo che gli incendi hanno spazzato via centinaia di milioni di animali dal Paese è, al contrario, una perfetta sintesi di irresponsabilità e avidità», ha affermato Wayne Pacelle, presidente del Center for a Humane Economy, invitando l’azienda «a unirsi all’impegno promesso da Nike e Puma» di smettere di vendere prodotti realizzati con la pelle di questo bellissimo mammifero.

A stretto giro di posta è arrivata anche la risposta di Adidas, la quale afferma di opporsi già fermamente «all’uccisione dei canguri in modo disumano o crudele», visto che la loro pelle costituisce «meno dell’1% del mix totale di materiali del suo prodotto». Ma non solo, perché «approvvigionandosi esclusivamente da fornitori monitorati e certificati dal governo australiano» sono in grado di garantire «sia il benessere degli animali che la conservazione delle specie».

Ma agli attivisti poco convincono queste parole davanti alle stimate due milioni circa di uccisioni di canguri ogni anno. Uccisioni che peraltro non rispettano nemmeno le linee guida del Governo, visto che circa il 40% degli animali viene colpito al collo anziché alla testa, condizione che rende la loro agonia per le ferite o per la fame lenta e dolorosa. Per non dire delle molte femmine uccise con i cuccioli nei loro marsupi o al loro fianco, tra i 500.000 e gli 800.000, non contando quelli che riescono a scappare dai cacciatori, che muoiono in seguito per l’esposizione alle predazione dalla quale non sanno ancora difendersi. È stato documentato, addirittura, che i piccoli ritornano nel luogo in cui sono state uccise le loro madri e stanno accanto alle parti del corpo lasciate dai cacciatori.

I gruppi per i diritti degli animali in Australia organizzano molte proteste in diverse città del paese contro l’uccisione dei loro canguri nativi. E da qualche tempo la causa viene difesa anche in altre Stati, primo fra tutti gli Usa dove oltre al Center for a Humane Economy c’è anche NYCLASS un'organizzazione con sede a New York con l’ambizione di trasformare la legislazione in favore dei diritti degli animali, anch’essa spesso in contestazione con Dick's Sporting Goods: «Dick's sa che le scarpe sui loro scaffali sono un prodotto di che nasce da un’estrema crudeltà, ma dà priorità ai profitti piuttosto che alla decenza – ripete spesso la presidente Edita Birnkrant – Inseguire canguri terrorizzati nel buio della notte e rubare la loro pelle per fabbricare scarpe da calcio è tra i peggiori crimini contro la fauna selvatica del pianeta»

Nel 2023, i legislatori statunitensi, visto che gli Stati Uniti sono il secondo maggiore importatore di scarpe da calcio in pelle di canguro al mondo, dietro solo all’Unione Europea, hanno proposto un disegno di legge, il Kangaroo Protection Act, che vieterebbe la vendita di qualsiasi parte di canguro e che se approvato, chiuderebbe uno dei mercati più grandi al mondo, contribuendo notevolmente a fermare il massacro a scopi commerciali della fauna selvatica nativa. Ma consentirebbe anche ai cittadini di intentare azioni presso un tribunale federale per far rispettare la legge e prevedrebbe sanzioni penali fino a un anno di carcere e multe fino a 10.000 dollari per ogni violazione della legge.

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Simona Sirianni
Giornalista
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