Grazie all’Intelligenza Artificiale le videocamere riprendono comportamenti animali mai visti

Un gruppo di studiosi ha impiegato un sistema di intelligenza artificiale per ottimizzare l'efficacia dei bio-logger nel monitorare comportamenti insoliti negli animali. Utilizzando questa tecnologia, hanno registrato per la prima volta in video comportamenti rari delle berte facciabianca.

18 Gennaio 2024
17:24
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Foto da Wikimedia Commons

Per secoli i naturalisti hanno sfidato foreste impervie, scogliere ventose e climi estremi sperando di catturare comportamenti rari negli animali che potessero svelare aspetti importanti della loro biologia ed etologia. Ora, un team di ricercatori sta provando a risolvere questi problemi servendosi di un dispositivo che integra un programma di intelligenza artificiale che è in grado di individuare e registrare autonomamente anche i comportamenti rari, senza alcuna supervisione umana. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista PNAS Nexus.

Nel corso degli anni la scienza ha fatto enormi passi avanti nello studio del comportamento animale. Attualmente, infatti, nelle ricerche volte allo studiare questa branca della zoologia, i ricercatori fanno spesso affidamento anche su strumenti chiamati "bio-logger", dispositivi installati sugli animali che registrano dati, misure e comportamenti a distanza. Tuttavia, il tempo di funzionamento dei dispostivi alimentati da batteria non è sufficiente quando si utilizzano sensori ad alto costo energetico come le videocamere. Per questo motivo, un team di ricercatori ha deciso di rivolgersi all'intelligenza artificiale.

In sostanza, hanno reso i bio-logger più attrezzati e funzionali sviluppando un programma capace di rilevare automaticamente letture anomale da sensori o rilevatori a basso costo sempre attivi, come per esempio accelerometri o sensori relativi alla profondità dell'acqua, che raccolgono misure indicative di comportamenti particolari negli animali che le trasmettono. Questi strumenti, quando rilevano la presenza di un valore anomalo, attivano poi una videocamera, garantendo così la registrazione del comportamento raro in tempo reale.

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L'ultimo dispositivo equipaggiato con l'intelligenza artificiale è infatti dotato di una videocamera, di un sensore di accelerazione a tre assi, un'unità GPS, un sensore di pressione dell'acqua, un termometro, un magnetometro e un illuminometro. Questo strumento pesa appena 23 grammi, quindi meno del 5% del peso corporeo di una berta facciabianca (Calonectris leucomelas), uccello marino diffuso prevalentemente nel Pacifico che nel 2022 i ricercatori hanno scelto di studiare con questi dispositivi, installati su 18 individui di questa specie.

E i filmati ottenuti sono strabilianti. Gli accelerometri hanno rilevato anomalie, attivando la videocamera che ha documentato comportamenti mai osservati prima direttamente dal punto di vista degli animali. Per esempio, sembra che questi uccelli scuotano la testa poco prima di prendere il volo. Secondo i ricercatori, questo comportamento potrebbe servire loro per rimuovere i fluidi delle ghiandole saline nasali e altri materiali esterni, contribuendo a migliorare l'efficienza del volo.

Allo stesso tempo, i rilevatori di profondità hanno permesso di registrare ben 50 minuti di attività di pesca subacquea, comprese le occhiate preliminari sott'acqua prima di ogni immersione, comportamenti raramente documentati fino a oggi. È evidente, quindi, che siamo di fronte a un enorme progresso scientifico che, senza recare alcun tipo di disturbo agli animali, può agevolare notevolmente il lavoro dei ricercatori. La loro presenza sul campo, infatti, non è più strettamente necessaria, perché questi strumenti funzionano in perfetta autonomia e permettono di raccogliere dati su comportamenti mai osservati prima.

Secondo gli autori, infatti, i bio-logger con intelligenza artificiale potranno essere impiegati nello studio di tante specie diverse per registrare una varietà di comportamenti difficili da osservare, come rituali di corteggiamento nelle acque profonde, le strategie di caccia per prede rare e cause di morte ancora sconosciute negli animali selvatici.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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