Gatto dipinto di viola all’Università di Kuala Lumpur: salvato da una studentessa

Da Kuala Lumpur, in Malesia, arriva l’ennesimo esempio di come la crudeltà umana continui a riversarsi sugli animali senza motivo, senza logica e senza il minimo rispetto. Su Twitter – oggi "X" – hanno fatto il giro del mondo le immagini di un gatto dipinto di viola da alcuni sconosciuti nel campus dell’Università Islamica Internazionale della capitale malese. Una “X” sul corpo, poi uno smile, delle frecce e altre macchie di vernice. Così qualcuno ha pensato bene di “decorare” il micio che, poi, è stato immortalato mentre tentava invano di ripulirsi.

L’increscioso episodio è stato raccontato sulle pagine dei social da una studentessa dell’Università, che ha trovato il gatto e si è poi prodigata anche per fare in modo che ricevesse le cure necessarie. Il giorno successivo l’avvistamento, l’animale è stato portato da un veterinario che lo ha preso in cura. Per fortuna stava bene, ma per rimuovere la vernice è stato necessario rasargli il pelo.

Si sospetta che per tingere il pelo sia stata usata tintura per capelli umani, prodotto che contiene sostanze tossiche per gli animali. La tinta avrebbe quindi potuto provocare gravi danni alla salute del gatto, non soltanto per assorbimento cutaneo, ma anche perché il gatto, leccandosi, l’ha ingerita, con tutte le possibili conseguenze del caso. A questo si aggiunge lo stress cui l’animale è stato sottoposto sia durante la colorazione sia per le successive cure.

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Secondo la studentessa che lo ha salvato, il gatto è un micio libero che vive tra gli edifici dell’Università di Kuala Lumpur, accudito da personale e studenti. Quanto accaduto ha quindi prevedibilmente indignato moltissime persone, che hanno voluto contribuire a saldare il conto del veterinario facendo donazioni dopo che la sua storia è stata condivisa su X.

«Questo gatto è sempre visto in giro per il campus, e a volte gli ho dato io stessa del cibo – ha detto la studentessa – è un animale domestico per tutti qui. Spero che la persona responsabile di questo gesto scelga di mostrare la sua creatività in altri modi, la prossima volta, e non sugli animali. Spero che possa capire quanto ha fatto e sentirsi in colpa per le sue azioni».