10 Marzo 2022
14:58

Galline ovaiole con fratture dello sterno a causa degli allevamenti intensivi

Secondo recenti studi, più della metà delle galline ovaiole presenta fratture della carena dello sterna e la maggior parte dei produttori non ne è consapevole.

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Le maggiori problematiche all'interno degli allevamenti delle galline ovaiole derivano in gran parte dal sovraffollamento e dallo stress che questa condizione provoca negli uccelli. Dalla plumofagia, che li induce a strapparsi le penne o a farlo alle compagne, alle malattie causate dalla mancanza totale di igiene.

Ma tra le diverse crudeltà alle quali vengono sottoposte le galline, ce n'è una di cui non si parla abbastanza: il fenomeno delle fratture della carena dello sterno. Tema che, invece, andrebbe affrontato con un'attenzione particolare, visto che purtroppo interessa un numero elevatissimo di animali.

Secondo uno studio del Crpa, il Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia, infatti, non solo questa problematica sembra essere presente in tutti i sistemi di stabulazione, da quello in gabbia, a quello a terra, all’aperto e biologico. Ma, nonostante la grande diffusione, la maggior parte dei produttori non ne è consapevole.

Una complicazione sia per le galline, che soffrono molto, ma anche per gli allevatori che vedono diminuire la produttività dei loro animali senza comprenderne i motivi.

Per questo risulta molto importante capire se e quando si sia verificata una frattura sternale. Anche se riuscirci non è facilissimo, perché le galline, nonostante il dolore, modificano il loro comportamento, in modo quasi impercettibile. Qualche segnale, però, viene dato: come per esempio il maggior tempo di latenza nel saltare giù da un trespolo, latenza che si riduce somministrando analgesici.

Calcolare la percentuale di animali con fratture o lesioni presenti negli allevamenti non è facile. Ci ha provato uno studio danese pubblicato nell'agosto 2021, che ha preso in esame 4.794 galline di diversi allevamenti e ha rilevato che la percentuale di soggetti con fratture allo sterno variava dal 50% al 100%.

Risultati simili ha riportato anche un altro studio realizzato dall’Università di Berna su un campione di 150 ovaiole, che ha evidenziato che il 97% degli animali presentava fratture nello sterno e altre ossa rotte. Tutte prove, secondo Animal Equality, di quanto il sistema produttivo non sia affatto sostenibile, ma piuttosto sia ancora troppo basato sullo sfruttamento, senza tenere in nessun conto il benessere delle galline.

Sulle cause che provocano le fratture sternali, gli studiosi ancora non hanno alcuna certezza, anche se la maggior parte di loro è concorde nell’affermare che le lesioni siano la conseguenza dell’eccessiva produzione di uova a cui sono costrette le galline.

Una condizione che, provocando la demineralizzazione delle ossa, le rende deboli e soggette a fratture in caso di collisioni con le attrezzature presenti nel pollaio, evento frequente proprio a causa del numero eccessivo di individui presenti nell'allevamento.

Attualmente, numerosi gruppi di ricerca in Europa e Nord America stanno studiando come ridurre l’incidenza delle fratture sternali. Recentemente negli USA, la Foundation for Food and Agriculture, in collaborazione con l’Open Philanthropy Project, ha messo a disposizione un milione di dollari per la ricerca di soluzioni mirate e applicabili alla realtà degli allevamenti.

Per favorire il coordinamento dei diversi sforzi e lo scambio delle informazioni tra allevatori, autorità competente e scienziati, la European Cooperation in Science Technology Association ha finanziato la Cost Action “KeelBoneDamageNet”.

Si tratta di un consorzio di persone e organizzazioni con vari ruoli nel comparto dell’allevamento delle galline ovaiole, che da una parte coordina la ricerca a livello accademico, dall’altra fornisce informazioni a coloro che operano nel settore avicolo.

Ad oggi è stato prodotto un opuscolo tecnico finalizzato a riassumere le attuali conoscenze sulla corretta installazione dei posatoi. Altri ne verranno realizzati su argomenti che includono i cambiamenti da introdurre durante l’allevamento e gli interventi per migliorare le soluzioni nutrizionali.

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Simona Sirianni
Giornalista
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