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18 Aprile 2023
17:06

Fatou, l’ultima gorilla, ha compiuto 66 anni. Da quando ne ha due, vive nello zoo di Berlino

Fatou, la gorilla più anziana del mondo, ha compiuto 66 anni. In sessantaquattro anni di cattività, ha dato origine a una progenie numerosa: tutti, come lei, destinati ad una vita da prigionieri.

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Giornalista
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Fatou è la gorilla più anziana del mondo. Dal suo recinto, nello zoo di Berlino, ha assistito ai festeggiamenti che le sono tributati perché mai si era vista una gorilla in cattività vivere così a lungo. Lo scorso anno le avevano preparato una torta. Quest’anno, per i suoi 66 anni, un cesto ricco di frutta di ogni genere e in particolare mirtilli e lamponi di cui, pare, vada pazza. Il video che lo staff dello zoo ha provveduto a girare e a diffondere la mostra un po’ più canuta, forse meno scattante dello scorso anno, ma pur sempre in forma. Fatou resiste e tiene duro. Anche perché, non può fare molto altro.

Lo zoo di Berlino, il più antico di Germania con la sua fondazione che risale al 1844, ha pubblicato su Facebook e Instagram post e fotografie del compleanno che oramai viene ricordato in tutto il mondo: quest’anno anche il The New Delhi Times ha salutato i festeggiamenti da un altro continente. «La signora compie 66 anni – ha pubblicato lo zoo – ed è ovviamente un motivo per festeggiare! Nel suo giorno speciale ha ricevuto un abbondante cesto regalo e un delizioso bouquet di verdura e frutta di ogni genere. Il gorilla più vecchio del mondo sembra essere stato particolarmente felice per i lamponi e i mirtilli: non c'è da meravigliarsi, perché le bacche sono il loro cibo e non le ricevono tutti i giorni».

Il surplus di frutta, e quindi di zuccheri, è infatti una prerogativa di giorni speciali come il compleanno, hanno sottolineato. «Perché proprio come gli esseri umani, i gorilla devono astenersi dai dolci. Dato che la frutta contiene molto zucchero di frutta, nel menù quotidiano è prevista quasi esclusivamente verdura. Le prelibatezze per il compleanno sono state quindi scelte con cura dal team dello Zoo di Berlino».

Fatou non è l’unico primate a vivere nello zoo: oltre a lei i visitatori possono incontrare anche il silverback Sango, ormai diciottenne, e le femmine Djambala, Bibi e Mpenzi che hanno ben 21, 26 e 37 anni.  La più giovane dello zoo è un’altra gorilla, Tilla, che ha due anni.

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A 66 anni, Fatou è il gorilla più anziano del mondo.  Dalle informazioni che offre lo stesso zoo, dovrebbe essere nata nel 1957 perché quando è arrivata a Berlino, nel ’59, aveva più o meno due anni. Quella che forse è solo una leggenda vuole che arrivi direttamente dall’Africa occidentale e che, arrivata in Francia, un marinaio l’abbia barattata in cambio di vitto e alloggio al porto. La proprietaria del locale, non sapendo bene come gestirla, decise di affidarla ad uno zoo e così Fatou è arrivata a Berlino da dove non si è mai più mossa.

«Prestiamo molta attenzione alla salute di Fatou e modifichiamo sempre i suoi pasti di conseguenza. Alla sua età avanzata, Fatou ha bisogno di cibo molto morbido che possa masticare bene anche senza denti», ha spiegato in occasione del compleanno Ruben Gralki che l’accudisce. Ma ormai per lei la solitudine è una questione quotidiana: con l’età sarebbe diminuita anche la sua capacità di relazionarsi con gli altri gorilla del gruppo: Sango il silverback e la piccola Tilla sarebbero per lei un po’ troppo vivaci. «Fatou ha l'opportunità di vedere i suoi vicini in qualsiasi momento, ma mantiene le distanze dal gruppo volontariamente». Lei passa il tempo girovagando nel suo recinto e arrampicandosi sulle corde, in attesa del prossimo compleanno.

«Chiunque si sia mai trovato faccia a faccia con Fatou sa che di che incontro impressionante si tratti – ha voluto sottolineare Andreas Knieriem, direttore dello zoo – Ecco perché credo fermamente che Fatou, in qualità di ambasciatrice per le sue specie in via di estinzione, possa realizzare grandi cose qui, toccare molte persone e farle riflettere».

Fatou è infatti la più longeva rappresentante di gorilla di pianura occidentale che in natura sopravvivono solo nell’Africa equatoriale in una vasta area di territorio che si estende a occidente del corso del fiume Congo. Bracconaggio e perdita di habitat hanno ridotto il numero a poco più di 350 mila esemplari, ma è in gioco la possibilità stessa di sopravvivenza di questo animale iconico. Il gorilla di pianura occidentale è l'unica sottospecie tenuta negli zoo con l'eccezione di Amahoro, una femmina di gorilla di pianura orientale (Gorilla beringei graueri) allo zoo di Anversa, e alcuni gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei) tenuti in cattività nella Repubblica Democratica del Congo.

Tanti figli e nipoti, ma nessuno è tornato in libertà

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Il direttore dello zoo definisce Fatou «ambasciatrice per le specie in via d'estinzione». Fatou nei lunghi decenni trascorsi nello zoo di Berlino ha  incontrato "l’amore" per due volte ma per due volte è rimasta da sola, perché i suoi partner sono morti prima di lei. Da Dufte, il suo primo gorilla nato nel ’74, è nata una ricca progenie: Fatou è infatti ormai nonna di due figli, bisnonna di 13 (sei viventi) e bis-bisnonna di 16 (dieci viventi). Quindi, a rigore, Fatou sta assolvendo al suo ruolo di ambasciatrice di una specie in via d'estinzione.

In teoria, però. Visto che nessuno dei suoi figli è tornato a vivere libero in natura. Non sarebbe forse meglio, quindi, che gli zoo adottassero politiche di “zero riproduzione”, trasformandosi in centri di recupero per animali da situazioni di detenzione illegale, maltrattamento e dalla dismissione dei circhi con animali? Considerando che la quasi totalità degli individui nati in cattività non possono essere reintrodotti a causa delle scarse possibilità di sopravvivenza o perché il loro habitat naturale è minacciato o sta scomparendo, in un'ottica di vera conservazione, non avrebbe più senso iniziare a capovolgere la prospettiva e dedicare fondi, energie e sforzi alla protezione degli habitat naturali delle specie? Smettere di finanziare gli zoo e cominciare invece in alternativa a finanziare progetti di conservazione delle specie nei loro paesi di origine, non sarebbe una capriola concettuale sul concetto di conservazione che potremmo tutti cominciare a prendere in considerazione?

Forse meglio meno torte di frutta dentro ad un recinto per un compleanno senza senso e più reintroduzioni in natura, sostenuti dalla scienza e dagli studi, per dare un futuro a quelle specie che rischiano di scomparire. Svuotiamoli questi zoo, invece di riempirli di progenie che non vedranno mai una foresta vera.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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