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4 Maggio 2023
16:58

Estratto il DNA di una donna del paleolitico da un ciondolo fatto con un dente di cervo

Per la prima volta, un team di scienziati è riuscito ad estrarre del DNA umano da un antico ciondolo fatto con un dente di cervo, risalente al paleolitico.

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Per la prima volta nella storia, un team di scienziati è riuscito ad estrarre del DNA umano da un antico manufatto risalente al paleolitico. Un semplice ciondolo, ricavato da un dente di cervo realizzato fra 19.000 e 25.000 anni fa, oggi ci permette di fare un viaggio nel tempo incredibile, addirittura a prima che fosse inventata la ruota (2500 a.c. circa) per conoscere sempre di più la specie a cui apparteniamo e attraverso i resti di un altro essere vivente.

Questo risultato è stato ottenuto dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, lo stesso centro di ricerca a cui si deve l'ottenimento della sequenza genetica dell'Uomo di Neanderthal e dell'Uomo di Denisova. L'oggetto tra l'altro è collegato anche a un misterioso popolo che abitava in Siberia, essendo stato ritrovato nella stessa grotta in cui i paleontologi hanno scoperto i primi resti di Denisova nel 2008, seppur in strati sedimentari molto più recenti.

«La struttura superficiale dei manufatti ossei e dentali paleolitici fornisce anche informazioni importanti sulla loro produzione e utilizzo. Pertanto, preservare l'integrità dei manufatti, comprese le microstrutture sulla loro superficie, era una priorità assoluta», ha affermato Marie Soressi, archeologa dell'Università di Leiden che ha supervisionato il lavoro insieme a Matthias Meyer, uno dei genetisti più importanti e rinomati al livello internazionale del Max Planck.

A differenza però dei precedenti studi che avevano necessitato la parziale distruzione delle ossa impiegate per ottenere il sequenziamento genico dell'antiche specie, in questo caso il team ha sviluppato un nuovo metodo non distruttivo per l'isolamento del DNA dalla superficie del manufatto. Anche perché c'era il rischio di contaminare il reperto – uno dei più antichi reperti artistici trovati in Siberia – o di estrarre al posto del DNA umano la sequenza proveniente dall'animale.

Riuscire a compiere questa impresa è stato molto difficile. Dopo alcuni tentativi fallimentari, alla fine il team è stato capace di riuscirci dopo che hanno inventato quella che hanno definito una «sorta di lavatrice per manufatti preistorici». Di cosa si tratta? Di una tecnica che sfrutta una soluzione a base di fosfato per ottenere l'estrazione chimica del DNA, in modo che non sia necessario arrecare danni. «Lavando il ciondolo a temperature fino a 90°C, siamo stati in grado di estrarre il DNA dalle acque di lavaggio, mantenendo intatti i manufatti», ha spiegato Elena Essel, la madre di questo nuovo metodo che promette di rivoluzionare il campo della paleogenomica. 

Le condizioni stesse del ciondolo non erano fra le migliori. Per quanto infatti gli archeologi russi Maxim Kozlikin e Michael Shunkov fossero stati in grado di recuperarlo senza contaminarlo con il loro DNA, nell'umidità e nel fango presente della grotta, l'oggetto era ancora colmo di detriti e di sedimenti quando è giunto a Lipsia. Per procedere dunque al sequenziamento, i ricercatori prima hanno dovuto levare strato per strato l'argilla che ne copriva lo smalto, per poi usare "la lavatrice" una volta completata la pulizia. Solo così sono riusciti a compiere un vero viaggio nel tempo, ottenendo delle informazioni risalenti a migliaia di anni prima l'invenzione della ruota.

Ma a chi apparteneva questo piccolo gioiello? Sulla base dell'analisi del DNA mitocondriale estratto dalla superficie, i ricercatori sono riusciti a sapere solo che si trattava di una donna di cui però non si conoscono le caratteristiche fisiche né altre informazioni. Non è stato ancora possibile definire con precisione quale fosse la sua età specifica, ma considerando che questi reperti di solito vengono ritrovati dagli archeologi nelle tombe delle donne decedute durante il periodo di fertilità, molto probabilmente non aveva ancora superato  i 45 anni e il manufatto poteva anche far parte del suo corredo funerario. 

Oltre al DNA mitocondriale, gli scienziati hanno anche ottenuto una frazione sostanziale del genoma nucleare e si è scoperto che  era geneticamente imparentata con alcuni individui contemporanei, provenienti dall'estremo oriente della Siberia. Non possiamo quindi immaginare come fosse e che età avesse quando indossava il ciondolo, ma probabilmente non era molto diversa dagli individui noti ai paleontologi come "antichi eurasiatici del nord". Secondo alcuni esperti questi ultimi erano dei cacciatori raccoglitori che formavano delle famiglie nomadi tra gli Urali e l'estrema punta meridionale dell'attuale Cina. E sarebbero stati anche collegati ai successivi popoli che avrebbero "inventato" per primi le lingue indoeuropee.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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