;Resize,width=638;)
Elly Schlein è la nuova segretaria del Pd e, oltre ad essere la prima donna che raggiunge questo ruolo, è anche l’unica leader di ogni schieramento che non dimentica mai la crisi climatica che considera assoluta priorità insieme ai diritti sociali e alla lotta contro la povertà.
E' un voto di rottura quello che gli elettori del Partito Democratico hanno voluto rappresentare e che fa ben sperare anche gli animalisti: infatti, seppure al momento la neo segretaria parli molto di ambiente e meno di animali, diventa più facilmente immaginabile che questi ultimi entreranno a far parte del suo programma, essendo strettamente connessi al tema ambiente qualora si voglia affrontarlo nel suo complesso.
Del resto la maggior parte di coloro che hanno scelto Elly Schlein sono donne ma soprattutto giovani, generazione che a differenza dalla precedente è decisamente molto sensibile all’argomento.
E se questa vittoria così inattesa certifica di fatto che il Pd come lo conoscevamo finora è morto, un’ulteriore speranza è che venga sepolto anche il vecchio programma presentato in occasione delle elezioni politiche di settembre in cui poco spazio, praticamente zero, era dedicato agli animali e la biodiversità, come avevamo sottolineato su Kodami nella nostra indagine "Politiche 2022, la giungla delle elezioni” in cui abbiamo analizzato cosa e quanto i diversi partiti avessero intenzione di fare su questi due temi.
Il partito guidato allora da Enrico Letta, infatti, dedicava a "animali" e "biodiversità" un riferimento ciascuno e basta. Il primo all'interno del capitolo intitolato "Diritti e Cittadinanza – Nessun destino è già scritto", dove si trovava l'unico passaggio dedicato alla vita degli altri esseri senzienti non umani e peraltro scritto in maniera decisamente vaga.
Il secondo, riguardante la biodiversità, nel capitolo intitolato "Sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale", dove anche in questo caso si trattava di una sola parola messa accanto al verbo "tutelare", senza alcuna spiegazione di come il partito intendesse promuovere azioni pratiche.
Schlein ha il pregio di considerare priorità almeno uno dei due argomenti: il suo programma cita cose reali, dalle conferenze sul clima dell’Onu al Fondo per il clima da rafforzare per aiutare i Paesi vulnerabili, al Fit for 55 ovvero il più grande pacchetto di misure sul clima mai discusso in Europa, presentato dalla Commissione europea per ridurre le emissioni di gas serra nell’Unione del 55% entro il 2030.
Eventi che solo in Italia sembrano fantasie degli ambientalisti. L'unica pecca del ragionamento di Schlein è che è forse troppo generico. Perché, pur avendo sicuramente ragione quando sostiene che la sfida climatica si affronta innanzitutto nelle sedi internazionali, non può fermarsi lì, altrimenti si rischia di fallire di nuovo.
L’ambizione a Schlein però non manca ma se vuole farcela davvero dovrà al più presto inserire nel suo programma il discorso sulla tutela dei diritti e del benessere di tutti gli animali, necessario da includere se si vuole vincere la battaglia nella sua interezza.
Siamo certi del resto che, a quel suo sguardo sempre tanto rivolto all'esterno, non sarà sfuggito di sicuro il riconoscimento del legame che l’Onu ha certificato esistere tra crisi climatica e benessere degli animali, in quell'ottica One Health che promuove la salute globale riconoscendo appunto il legame indissolubile tra salute umana, salute animale e salute dell’ecosistema.
