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20 Agosto 2022
10:30

È nato un rinoceronte bianco al Care for Wild Rhino Sanctuary in Sudafrica

Quando le politiche di conservazione funzionano, i giovani esemplari di razze in difficoltà nascono e crescono nelle aree di natura ancora selvaggia che i santuari riescono a garantire loro. Il lungo e complicato progetto di reinserimento in natura trova così la sua migliore realizzazione.

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Giornalista
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Daisy e la mamma Olivia poco dopo la nascita del cucciolo (credits:@CareforWildRhinoSanctuary)

Daisy è nata l'11 agosto al Care for Wild Rhino Sanctuary in Sudafrica, uno dei maggiori progetti sudafricani di salvaguardia ambientale e animale attraverso il salvataggio e la riabilitazione di rinoceronti sfuggiti al bracconaggio e lentamente riportatI ad uno stato di semilibertà nei 350 ettari attualmente a disposizione della struttura. I genitori di Daisy sono due rinoceronti bianchi sfuggiti ai bracconieri negli anni passati: sua madre Olivia era rimasta orfana nel 2013 dopo che i bracconieri le avevano ucciso ucciso la madre. Aveva solo 10 mesi quando è stata salvata e portata in Care for Wild.

Considerata dai suoi custodi esuberante e monella, Olivia è stata uno dei primi rinoceronti bianchi a completare il suo programma di riabilitazione ed entrare nel programma di rewilding, cioè di riadattamento alla vita selvatica. Assieme a Storm, il maschio di rinoceronte bianco con cui aveva già procreato altri due cuccioli, è così diventata mamma per la terza volta di un piccolo rinoceronte che racconta meglio di qualsiasi altro discorso quanto possono e devono fare le politiche di conservazione per contrastare il bracconaggio, la distruzione della fauna e quindi dell’ambiente e, in ultima analisi, quanta importanza hanno per tenere testa al cambiamento climatico che sta sconvolgendo, come il resto del Pianeta Terra, anche questo meraviglioso e selvaggio angolo di mondo.

Dal momento del ricovero nell'Unità di Terapia Intensiva, ogni vitello inizia un'ampia fase di adattamento mentre impara a vivere in un mondo senza la propria mamma. Guadagnare la loro fiducia e comprendere l'alto livello di perdita, paura, incertezza e stress sperimentato da ogni vitello, ci consente di supportare le loro esigenze di riabilitazione in modo corretto ed efficace.

Il lungo percorso per tornare liberi

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Un altro momento dell’allattamento (credits:@CareForWildeRhinoSanctuary)

Accudimento, svezzamento, socializzazione con i proprio simili e riscoperta del territorio sono tutti i passaggi che hanno i genitori di Daisy hanno affrontato prima di riprendere la loro vita selvatica ed essere in grado di continuare la specie mettendo al mondo tre preziosissimi cuccioli. «La riabilitazione completa e di successo di un rinoceronte orfano richiede impegno, dedizione e, soprattutto, tempo. Ci sono più fasi nel percorso di riabilitazione, ma ogni fase è progettata per curare, nutrire e prepararlo nella crescita per il rilascio in natura.

Le nostre strutture sono appositamente costruite per ospitare e supportare gli orfani durante le prime e fragili fasi della loro riabilitazione – spiegano dal Care for Wild Rhino Sanctuary fondato da Petronel Nieuwoudt nel 2015 all’interno dei 28 mila ettari della Riserva Naturale di Barberton – I cuccioli di rinoceronte, infatti, bevono il latte delle loro mamme fino a quando non hanno circa 16 mesi, consumando circa 16 litri di latte al giorno.

Una volta pronti vengono presentati ad altri rinoceronti orfani per formare mini gruppi. Una fase del percorso riabilitativo particolarmente importante perché sviluppa il loro comportamento sociale imparando ad orientarsi tra il linguaggio del corpo del rinoceronte, le loro vocalizzazioni e l'interazione con i membri della propria specie». In seguito saranno i loro “cargiver”, gli addetti del centro che li seguono giorno per giorno, ad introdurli lentamente nell'ambiente in cui un giorno verranno rilasciati. «La fase di riabilitazione può durare anche tre o quattro anni – spiegano – ma questo programma ampio e completo porta al successo del rilascio e, in definitiva, alla sopravvivenza della specie».

Il momento più delicato: il ritorno alla natura

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Un’immagine del cucciolo appena partorito, prima ancora che si alzasse per la prima volta (credits:@CareForWildRhinoSanctuary)

La riabilitazione completa e di successo di un vitello rinoceronte orfano richiede impegno, dedizione e, soprattutto, tempo. Ci sono più fasi nel percorso di riabilitazione, ma ogni fase è progettata per curare, nutrire e preparare il vitello in crescita per il rilascio in natura. Dopo un'accurata e lunga riabilitazione, i rinoceronti entrano in un programma di rinaturalizzazione per reintrodurli nel loro habitat naturale.

Vengono rilasciati in una zona di protezione intensiva di 350 ettari dove continuano ad essere monitorati in modo da poter registrare osservazioni comportamentali e sanitarie, nonché dinamiche di gruppo. «Dobbiamo sempre tenere a mente che i rinoceronti del Care for Wild Rhino Sanctuary sono rimasti orfani, compromessi e hanno subito alti livelli di traumi e stress quando hanno perso le loro mamme. Proprio come con un'accurata riabilitazione, il processo di rinaturalizzazione richiede tempo, sforzi e livelli immensi di dedizione alla causa, nonché impegno per la continua protezione di questi animali. Siamo così orgogliosi di ogni rinoceronte che possiamo rimettere nel loro habitat naturale dove possono vivere in pace e sicurezza.

Care for Wild Rhino Sanctuary ha pianificato diverse fasi di espansione che consentiranno ai rinoceronti di stabilire aree di origine, ridurre i conflitti per il cibo e promuovere il movimento naturale e comportamenti territoriali portando così a popolazioni riproduttive vitali e sane».

Ed è proprio in questo riappropriarsi di comportamenti etologicamente in linea con la propria natura che Storm e Olivia hanno trovato le condizioni più adatte per l’accoppiamento e la riproduzione, fondamentali per ripopolare una sottospecie, quella dei rinoceronti bianchi, che non è considerata in pericolo estinzione ma comunque minacciata dalla perdita di territorio, dalla siccità e dai cambiamenti climatici oltreché, ovviamente, dal bracconaggio. Secondo il WWF infatti, Il rinoceronte bianco, con i suoi 18 mila esemplari allo stato selvatico in 430 popolazioni, di cui il 93% in Sud Africa, è fra i rinoceronti la specie meno minacciata, diversamente dal rinoceronte nero, di cui si stimano circa 5.600 esemplari, e soprattutto del rinoceronte di Sumatra, il più piccolo e l’unico rinoceronte asiatico con due corni, di cui si contano sulla terra soltanto 80 esemplari.

Sui social l’annuncio della nascita

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Daisy alla scoperta del fratellastro (credits:@CareForWildRhinoSanctuary)

L’11 agosto lo staff dell’associazione ha annunciato attraverso i social la nascita della piccola Daisy. «Care for Wild Rhino Sanctuary è molto emozionato nell'annunciare la nascita del nostro terzo cucciolo! Olivia, rinoceronte bianco di 9 anni, ha dato alla luce un maschio alle 7:50 di questa mattina». L’evento, seguitissimo, è stato poi accompagnato nei giorni seguenti da continui aggiornamenti sullo stato di salute di madre e figlio e sui primi passi mossi dal cucciolo prima da solo, sotto sorveglianza di Olivia, e poi in mezzo a i suoi simili. Raccontando i primi progressi, come a sole 48 ore dalla nascita l’incontro con il fratellastro Pellble, altro figlio di Storm. «Il nostro ultimo arrivato incontra il suo fratellone ed è la cosa più dolce! Fino a giovedì, Pebble (ora 5 mesi) era il vitello più piccolo che camminava nella Zona di protezione intensiva. Ora ha un fratellino e all'improvviso Pebble sembra enorme! Mentre i giovani hanno madri diverse, hanno lo stesso padre, Storm. Curioso ma anche gentile e quasi un po' insicuro. È sorprendente vedere quanto Olivia sia tollerante nel permettere a Pebble di avvicinarsi al suo piccolo. Lei è incredibilmente attenta e ferocemente protettiva». La piccola Daisy è stata ripresa anche mentre succhia avidamente il latte dalle mammelle della madre. Sembra affamata, oltre che di latte, anche di vita e perfettamente a suo agio nella sua dimensione di ultima arrivata.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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