video suggerito
video suggerito
31 Gennaio 2022
10:54

È morto Melo, adottato da studenti e professori del Monastero dei Benedettini di Catania

Melo, il cane mascotte del Monastero dei Benedettini di Catania, è morto durante il sonno. Era un amico di tutti, sia dei professori sia degli studenti.

980 condivisioni
Immagine

Se ne va lasciando un vuoto nella comunità degli universitari di Catania. Melo, il cane mascotte del Monastero dei Benedettini, è morto durante il sonno. Era un cani di quartiere amico di tutti, sia dei professori sia degli studenti. Era l’anima di quei corridoi. Ad annunciarne la scomparsa, la responsabile dei lavoratori didattici del Dipartimento delle scienze umanistiche, Daniela Cannavò.

«Il cuore forte e generoso di Melo, esempio di libertà e simbolo dei Benedettini, ha cessato di battere. Se n è andato nel sonno, senza disturbare nessuno – racconta – Michela, la sua mamma umana che con il resto della famiglia lo ha accudito amorevolmente fino all'ultimo». Lo chiamavano simpaticamente Meluzzo. Le sue condizioni da tempo erano particolarmente critiche. Giusto un anno fa aveva avuto la diagnosi di un carcinoma a cellule squamose nel piede, un tumore che colpisce l’osso. L’intervento aveva avuto successo e il recupero non è stato facile. Ma l’affetto di tutti non è mai mancato, a tal punto che una famiglia del posto aveva deciso di adottarlo per prendersene cura.

Ma le difficoltà di Melo non sono svanite con l’intervento chirurgico, tant’è che nel corso dei mesi si è sempre visto di meno nel Monastero dei Benedettini. «Meraviglioso e indimenticabile Melo, una parte di me sarà per sempre con te davanti a questa porta, davanti alla quale quasi ogni mattina mi aspettavi paziente e sorridente per avere coccole e cibo», dice Cannavò parlando del cane che la aspettava per la sua dose quotidiana di affetto. La donna ha proposto un suo ricordo ufficiale adottato ormai da tutti da parte del dipartimento universitario.

«Melo era una presenza amichevole e rassicurante, si cominciava meglio la giornata incrociandolo nei corridoi – ricorda Agnese Amaduri – Tranquillo e serafico, era il padrone di casa del monastero». E per Mariella Sorbello «era la mascotte di tutti, una presenza discreta e costante che dava serenità e buonumore, un portafortuna per gli studenti prima degli esami e un ‘collega’ per i docenti che iniziavano la loro giornata con un sorriso».

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views