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28 Maggio 2021
14:59

Due camosci appenninici liberati nel Parco dei Sibillini, continua la reintroduzione

Due camosci appenninici (Rupicapra pyrenaica ornata), di nome Manardo e Cecco, sono stati liberati recentemente nel Parco Nazionale dei Sibillini. Il camoscio era quasi scomparso alla fine del '900 ma grazie ai programmi di reintroduzione iniziati nel 2008 ad oggi vivono circa 250 individui nel Parco Nazionale.

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Due camosci appenninici (Rupicapra pyrenaica ornata) sono stati rilasciati nel Parco nazionale dei Monti Sibillini sull'Appennino marchigiano. Gli esemplari, due maschi dal nome Manardo e Cecco, rispettivamente di 11 e 5 anni, provengono dall'area faunistica di Bolognola dove vivevano in condizioni di semi-libertà.

L'area faunistica di Bolognola

L'area faunistica è stata costituita per assicurare un'efficiente reintroduzione del camoscio appenninico in diversi parchi italiani, tra cui il Parco nazionale dei Monti Sibillini e aumentare così la popolazione selvatica. Per farlo vengono messe in atto azioni di riproduzione controllata, per diminuire così le probabilità di accoppiamento tra consanguinei, e viene fatta ricerca scientifica e screening genetici per gli individui che verranno poi rilasciati sul territorio. L'area faunistica rientra inoltre nel progetto “LIFE Natura 2002 Conservazione di Rupicapra pyrenaica ornata nell’Appennino centrale” ed è stata creata proprio con lo scopo di tutelare la sottospecie di camoscio appenninico che era a rischio estinzione in Abruzzo all’inizio del ‘900.

Ad oggi, grazie ai programmi di conservazione e reintroduzione, la colonia vivente sui Sibillini consta di circa 250 individui. Non è minacciata nell'immediato ma è considerata vulnerabile per la poca variabilità genetica. Proprio per questo motivo è necessario monitorare e tutelare la popolazione, anche attraverso la responsabilizzazione dei fruitori del parco. Ecco un video del Parco Nazionale dei Sibillini che mostra i camosci in un subrecinto dove vengono effettuati i controlli sanitari prima della reimmissione in natura:

L'importanza del monitoraggio e della tutela dei camosci appenninici

Manardo e Cecco potranno finalmente quindi unirsi alla colonia e attraversare i bellissimi monti che si trovano sul territorio come le alture del Bove o del Priora. I due sono inoltre dotati di radiocollari satellitari con lo scopo di monitorare i loro spostamenti e prendere informazioni preziose riguardo il loro areale di riferimento. «Il monitoraggio del camoscio è una delle diverse azioni di studio, verifica e controllo svolte dal Parco per la conservazione della biodiversità. Grazie a queste osservazioni siamo in grado di quantificarne la popolazione e la distribuzione, individuando anche possibili minacce», ha dichiarato il presidente dell'Ente Parco, Andrea Spaterna.

I piccoli nati quest'anno nel Parco dei Monti Sibillini sono ben 56 e si spera quindi di riuscire a superare i 300 individui con le nuove nascite. Il tasso di natalità, secondo i dati elaborati nel 2020, si aggira intorno al 28%, mentre l'indice riproduttivo ha un valore medio dell'80%. Questi dati sono molto positivi e indicano che il Parco rappresenta un habitat ottimale per i camosci, oltre a dimostrare che gli individui si trovano effettivamente in uno stato di ottima salute.

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