episodio 9

Dove vive il drago di Komodo, la lucertola gigante che uccide con la saliva

Il drago di Komodo è la più grande lucertola del mondo e vive sull’isola di Komodo, in Indonesia, da cui prende nome. Nonostante venga chiamato “drago”, non ha bisogno di sputare fuoco per essere estremamente letale.

8 Marzo 2024
17:50
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Il drago di Komodo è un rettile appartenente alla famiglia dei varanidi e, per questo motivo, il suo nome comune è varano di Komodo.

La storia del drago di Komodo

A classificare per la prima volta il varano di Komodo fu uno scienziato olandese, Pieter Antonie Ouwens, nel 1912, quando, dopo aver sentito parlare di alcuni "coccodrilli terrestri" avvistati sull’isola di Komodo, richiese la cattura di due esemplari vivi così da poterli studiare più da vicino: “Se questa è davvero una specie non ancora descritta, propongo di chiamarlo: Varanus komodoensis”, disse.

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Dove vive il drago di Komodo

Si tratta della lucertola vivente più grande al mondo e l’isola di Komodo, in Indonesia, rappresenta il suo habitat per eccellenza. È lì che questa specie fu scoperta per la prima volta dagli scienziati occidentali, ma il drago oggi vive anche nelle altre isole intorno a quella di Komodo, come Flores e Rinca. Sembra però che nel corso dei millenni abbia vissuto anche altrove: i suoi antenati, infatti, avrebbero abitato inizialmente l’Australia per poi spostarsi, attraverso dei collegamenti terrestri esistenti all’epoca, anche verso l’Indonesia. Col tempo però alcuni si sono estinti e, con l’innalzamento del livello del mare dopo l’ultima glaciazione, gli esemplari che vivevano sugli isolotti indonesiani rimasero completamente “isolati”, appunto, lì.

Le dimensioni del drago di Komodo

Il drago di Komodo può raggiungere i 3 metri di lunghezza e i 90 chili di peso: praticamente è una lucertola lunga quasi quanto due biciclette in fila una dietro l’altra. Queste sue dimensioni sarebbero state attribuite al gigantismo insulare, ovvero quel fenomeno biologico secondo il quale i grandi mammiferi, sulle isole, tenderebbero a rimpicciolirsi, a causa di spazi e risorse limitate; al contrario, i piccoli vertebrati, come i rettili, subirebbero l'effetto contrario, proliferando e ingrandendosi. Nel caso del drago di Komodo, non c’è nessun altro carnivoro che va a occupare la sua nicchia specifica e, soprattutto, non ha nessun predatore.

Il drago di Komodo è un ottimo predatore

Sull’isola di Komodo, il drago è il carnivoro più temuto: caccia qualsiasi cosa, mangia di tutto, è al vertice della catena alimentare e in quell’ecosistema specifico è il predatore per eccellenza. Al primo posto tra i suoi cibi preferiti si possono trovare le carcasse di prede già morte, ma poi si ciba anche di pesci o animali più grandi da dover cacciare, come cinghiali o bufali.

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Per individuare le sue prede, il drago di Komodo fa affidamento sull’olfatto. O meglio, usa la sua lingua lunga e biforcuta per “assaggiare l’aria”, cioè per individuare  gli stimoli esterni e, con l’andatura a zig zag, cerca di distinguere gli odori e raggiungere più velocemente possibile la preda. Questa tecnica gli permette addirittura di individuare una carcassa anche fino a 5 km di distanza.

Il morso del drago di Komodo

Quando caccia, però, il suo asso nella manica è l’attesa. Il drago, infatti, è in grado di avere la meglio anche su prede molto più grandi di lui, come un bisonte, grazie al suo morso: anche se l’effettiva forza del suo morso è minore di quella di altri grandi rettili, tipo il coccodrillo, a essere letale è ciò che c’è dentro la sua bocca. Non si tratta di fuoco, ma della sua saliva che contiene infiniti ceppi batterici e tossine prodotte dalle ghiandole velenose alla base dei denti. Fino a qualche tempo fa non si sapeva della presenza del veleno nella bocca del drago e si pensava che solo con i batteri riuscisse a infettare la preda: negli ultimi anni, invece, è stato scoperto che è il veleno a far sì che la pressione del sangue aumenti e che questo non smetta mai di fluire dalla ferita, quindi così la preda dissangua. Quindi il drago, dopo aver morso, segue la preda e attende che questa muoia lentamente, per poi mangiarsela.

In caso di grandi prede come un bisonte, saranno tanti i draghi attirati dall’odore della carcassa. Però, dovranno rispettare una ferrea gerarchia per cibarsi: infatti, cominceranno a mangiare prima quelli che occupano i gradini più alti, mentre gli altri resteranno ad aspettare che i primi si sazino e si ciberanno praticamente degli avanzi.

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Accoppiamento e piccoli del drago di Komodo

Nel periodo dell’accoppiamento, i draghi di Komodo maschi lottano tra loro per contendersi la partner. Le mamme, poi, in attesa dell’arrivo dei piccoli, scavano profondi nidi – oppure vanno a occupare quelli già scavati da alcuni grossi pennuti – per deporre in media 24 uova. I piccoli appena nati poi pesano solo 100 grammi e sono lunghi circa 40 centimetri, praticamente il doppio rispetto a una classica lucertola che possiamo incontrare in giardino. E, poiché i draghi adulti mangiano comunemente anche i piccoli draghi di Komodo, questi ultimi trascorrono i primi anni di vita solo ed esclusivamente sugli alberi, cibandosi solo di insetti e lucertole.

Il drago di Komodo sta scomparendo

Ad oggi in natura si contano solo circa 1.300 esemplari maturi di drago di Komodo, dunque la specie è considerata a rischio di estinzione. Si tratta di una specie estremamente minacciata dall’attività umana, quindi da incendi, deforestazione, invasione dell’habitat e tanto altro. Ma fortunatamente la popolazione locale delle isole, attraverso l’istituzione del Parco Nazionale di Komodo, si impegna ogni giorno a garantire la sopravvivenza dei draghi, monitorando la popolazione selvatica della specie e incentivando iniziative di conservazione dell’habitat.

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