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Un viaggio che aveva superato le 29 ore con molti abbeveraggi non funzionanti e, dunque, senza neanche l’acqua per bere. Grazie a un intervento delle guardie ambientali, delle associazioni di volontariato e della polizia di Stato è stato sanzionato un camionista che guidava un mezzo all’interno del quale erano presenti 537 agnelli di 3 mesi di vita. Il mezzo, partito dalla Polonia in direzione del Lazio, era stato notato dai volontari all’altezza di Venezia ed è poi stato fermato dalle forze dell’ordine a Firenze. L’autista è stato sanzionato per oltre 1.300 euro per le condizioni inadeguate di trasporto.
I volontari di Animal Equality, insieme agli investigatori di Animal Welfare Foundation e delle Guardie zoofile dell’Enpa hanno rafforzato proprio in questi giorni, in vista della Pasqua, le loro attività di controllo sul territorio. Hanno segnalato alla polizia altri mezzi proprio per i trasporti particolarmente lunghi a cui sono stati sottoposti gli animali. Molti degli agnelli destinati al mercato italiano, infatti, provengono da Romania, Ungheria e da altri Paesi dell’Est Europa. L’investigazione si è svolta in collaborazione con tre europarlamentari Tilly Metz, Caroline Roose e Thomas Waitz, membri della Commissione di inchiesta sul trasporto di animali vivi presso il Parlamento europeo.
Tra le scene che sono state viste dai volontari, quelle di animali in sovraffollamento e con la testa schiacciata sul soffitto dei camion e un agnellino con la zampa incastrata. Uno dei problemi più gravosi, in questo genere di trasporti, è quello legato ai sistemi di abbeveraggio: spesso non sono adeguati e raggiungibili da tutti gli animali. Gli ovini, di dimensioni ben diverse rispetto a quelle di suini e bovini, vengono stipati in mezzi destinati a questi ultimi animali e, dunque, si trovano davanti a non poche difficoltà per bere un po’ di acqua. Ogni anno in Italia sono più di 2 milioni gli agnelli che vengono macellati per i consumi di carne solo nel periodo pasquale ne vengono uccisi 300.000.
Le associazioni: vietare il trasporto di animali vivi
«Questa non è la prima volta che denunciamo questa situazione, anzi. Sono ormai diversi anni che monitoriamo questa rotta di viaggio, una vera via crucis di sofferenza per gli agnelli che sono costretti a percorrere tutti questi chilometri in condizioni assolutamente inadeguate», dichiarano le associazioni. «Il fatto che né le multe delle forze dell’ordine, né le denunce ufficiali agli Stati membri responsabili e alla Commissione europea abbiano portato miglioramenti significativi mostra che esiste un problema generale di applicazione del regolamento (Ce) n. 1/2005: bisogna cambiare i regolamenti per garantire davvero i diritti di questi animali e, dal momento che non si riesce a far rispettare le leggi, è necessario vietare, il prima possibile, il trasporto di animali vivi», aggiungono.