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18 Luglio 2023
16:19

Cucciolo di pipistrello caduto dalla tana salvato a Roma

Il minuscolo mammifero pesa appena due grammi, ed è stato ritrovato a terra da una persona che lo ha portato al Centro Recupero Fauna Selvatica della Lipu.

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Credit: Irene Alison

Minuscolo, grande poco più di una moneta, fragilissimo eppure fondamentale per gli ecosistemi: al Centro Recupero Fauna Selvatica che la Lipu gestisce a Roma è entrato, da pochi giorni, un cucciolo di pipistrello, che resterà con gli operatori sino a quando non sarà abbastanza sicuro liberarlo di nuovo in natura.

L'ingresso è avvenuto dopo che il cucciolo è stato trovato a terra, probabilmente dopo essere accidentalmente caduto dalla tana in cui si era insediata la sua colonia. Dal peso di appena due grammi, il minuscolo mammifero è stato affidato alle cure degli esperti della Lipu per consentirgli di riacquistare le forze prima di poter essere liberato e restituirlo così al suo habitat.

«Si tratta di uno dei mammiferi più straordinari che esistano sul nostro pianeta – fanno notare dalla Lipu – Il pipistrello ha l’invidiabile primato di essere il solo mammifero in grado di volare. Questo, grazie ad un adattamento simile a quello avvenuto per le zampe palmate degli uccelli acquatici. Infatti, tra le dita molto lunghe degli arti superiori dei pipistrelli, si estende una membrana, chiamata patagio, che, facendo attrito con l’aria, rende possibile il volo. Le sue specializzazioni non finiscono qui: infatti, il suoi strumenti di caccia si sono dovuti adattare per catturare prede piccole e veloci nel buio notturno. Per questo, ha perfezionato un sistema basato sulle onde sonore, chiamato ecolocalizzazione, che consiste nell’emettere dei suoni a frequenze molto alte, non udibili dall’uomo. Rimbalzando su qualsiasi ostacolo incontrino, questi ultrasuoni tornano indietro all’orecchio del pipistrello e vengono elaborati dal suo cervello in modo da formare una vera e propria immagine sonora di tutto ciò che lo circonda».

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L'ingresso del pipistrello al Crfs della Lipu non è un evento così straordinario, anzi. Il periodo delle nascite, in questa specie, è regolato in modo da diminuire il più possibile il rischio di morte per ipotermia dei piccoli, ed è per questo che le nascite avvengono generalmente nel periodo tardo primaverile, in modo che le femmine dispongano di sufficiente cibo per soddisfare la richiesta energetica data dalla gestazione e in seguito dall'allattamento. In altre zone d'Italia le nascite avvengono alcuni mesi o alcune settimane prima, a patto che vi sia appunto, la stessa disponibilità alimentare.

Secondo quanto riportato sul sito dell'Associazione Teriologica Italiana, la gestazione ha una durata che dipende sia dalla specie che da diversi fattori ambientali, ma generalmente va dai 40 ai 50 giorni. Negli ultimi giorni prima dei parti, le femmine si riuniscono in gruppi formati dai 10 fino addirittura ai 1.000 individui all'interno di rifugi caldi e tranquilli (detti appunto nursery).  Una volta nati, i piccoli (generalmente 1 o al massimo due per parto) si attaccano ai capezzoli della madre mentre lei stessa recide il cordone ombelicale. In base alla specie, i piccoli apriranno gli occhi tra i 3 e i 10 giorni di vita ed impareranno a volare dopo 3 -5 settimane. La pelliccia invece appare nella prima settimana, appena prima dei denti, i quali crescono entro i primi 10 giorni.

Le madri, finché i piccoli non saranno in grado di volare, andranno da sole a caccia lasciandoli nel rifugio e, una volta ritornate, madre e figlio si riconoscono attraverso specifici richiami e grazie al loro ottimo olfatto. Può succedere, però, che a causa delle ridottissime dimensioni i cuccioli cadano dalle tane e finiscano a terra, facili bersagli dei predatori. In caso di ritrovamento di un piccolo di pipistrello che ancora non sa volare, dunque, il modo migliore per tutelarli, previo contatto precedente, è portarli a un centro di recupero fauna selvatica, dove gli operatori saranno in grado di prendersene cura per tutto il periodo necessario.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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