episodio 6

Cosa bisogna fare se si incontra uno squalo?

Gli incontri ravvicinati con gli squali spesso terrorizzano le persone ma questi animali non sono le creature terribili che immaginiamo. Si può convivere pacificamente con questi pesci, è importante però sapere come comportarsi in modo sicuro sia per la propria protezione che per quella degli squali stessi.

14 Luglio 2023
20:00
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Gli squali sono affascinanti creature marine che popolano i nostri oceani da milioni di anni, sono più vecchi dei dinosauri e, per di più, fanno parte del 5% delle specie sopravvissute ai grandi eventi di estinzione di massa. Sono parenti stretti di razze, mante e chimere, tutti appartenenti a un gruppo di pesci noto come condroitti. Questo termine è stato coniato per descrivere una loro caratteristica eccezionale: avere la maggior parte del loro scheletro costituito da cartilagine anziché da ossa.

I condritti hanno 450 milioni di anni, ciò li rende non solo più vecchi dei dinosauri (emersi circa 240 milioni di anni fa) ma persino degli alberi, che si sono evoluti sulla Terra circa 390 milioni di anni fa. Questi animali fanno parte di una delle linee evolutive più longeve del nostro Pianeta. Nel corso dei millenni, gli squali hanno subito notevoli adattamenti per sopravvivere e prosperare in vari ambienti marini, ci sono più di 500 specie di squali con dimensioni, forme e abitudini alimentari diverse.

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Tuttavia queste creature affascinanti, spesso sono oggetto di paura e miti esagerati che li dipingono come spietati predatori dell'uomo. In realtà, gli squali non rappresentano una minaccia significativa per gli esseri umani. La probabilità che questo animale ci attacchi è 1 su 3.750.000, come riportato sul sito del Florida Museum. Questo vuol dire che sarebbe più probabile che ci uccidesse un fulmine o un fuoco d’artificio. Al contrario di quello che si pensa, gli squali hanno invece paura dell'essere umano. Noi siamo l’unico predatore per questi animali e siamo un predatore spietato, ne uccidiamo coscientemente tra i 75 e i 100 milioni l'anno; si può contare più o meno 1 squalo ogni 3 secondi.

Gli squali sono spesso considerati creature pericolose a causa di miti e stereotipi diffusi. La mancanza di conoscenza accurata può portare a paure irrazionali e alla demonizzazione di queste creature marine. Dovremmo sforzarci per distruggere questi pregiudizi, provare a vederle questi animali per quello che sono. Ci metteremmo poco a capire che non sono le creature terribili che immaginiamo e che, anche se non tutti gli approcci e le interazioni sono uguali, c’è anche un modo di comportarsi che riduce ancor di più il rischio di una brutta esperienza con questi pesci.

Perché gli squali ci fanno paura?

I denti sono un dettaglio su cui ci soffermiamo sicuramente. Questo pesce cartilagineo può avere diverse centinaia di denti nella sua bocca. Gli squali non possiedono le classiche file di denti fissi come gli esseri umani, hanno invece più righe di denti a crescita continua. Ovvero, hanno denti che si consumano e che cadono e che vengono poi sostituiti rapidamente da dei nuovi denti. Questo fa sì che le impronte dei loro morsi siano un po’ come le nostre impronte digitali.

Le mascelle, sono un altro particolare inquietante per noi, si possono protrarre in avanti, quasi come se uscisse la bocca. Questa cosiddetta "protrusione mascellare”, come riportato in questo studio, è una strategia di caccia strepitosa. A differenza della nostra specie, in questi pesci cartilaginei, le mascelle non sono fuse con le ossa del cranio ma sono unite ad esso da legamenti che consentono di protrarsi in avanti. Il movimento, come descritto in questa ricerca, permette al predatore di aprire tantissimo la bocca, protrarre le mascelle e i denti in avanti per afferrare la preda e inghiottirla.

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Perché non dobbiamo avere paura degli squali

Gli squali non usano queste armi contro di noi. Gli squali non si sono evoluti per cacciare l’uomo e, una cosa che sorprenderà è che, anche se pensiamo che siano carnivori assassini, non tutte le specie sono voraci predatori. Quelle più grandi, come lo squalo balena o lo squalo elefante, si nutrono quasi esclusivamente di plancton. Di consuetudine comunque mangiano pesci, focene, delfini, foche, leoni marini, tartarughe, crostacei, calamari, polpi e altri molluschi.

Gli squali attaccano invece di rado gli esseri umani, è importante sottolineare che la maggior parte degli squali evita gli incontri con le persone e non cerca attivamente gli esseri umani per cacciarli. La maggior parte degli attacchi all'uomo sono dati dal fatto che questi animali possano scambiarci per prede facendo quello che viene definito: “errore di identificazione”, come potete leggere in questo studio. Alcuni squali, come lo squalo bianco (Carcharodon carcharias), sono noti per cacciare mammiferi marini e, a causa delle somiglianze nell'aspetto e nel movimento, potrebbero confondere un nuotatore con una potenziale preda.

Vista dall'acqua, la prospettiva può rendere difficile la distinzione tra un nuotatore e una preda marina. I movimenti di nuotatori o surfisti potrebbero somigliare a quelli delle loro prede abituali, come il nuoto ondulante delle foche o i rapidi cambi di direzione dei leoni marini. Inoltre lo squalo è un predatore che per cacciare, fa affidamento sulla silhouette delle prede e, soprattutto nel caso dei surfisti, le somiglianze di queste sono significative. Questi animali vedono l'ambiente circostante in meno "fotogrammi" al secondo rispetto agli umani. La loro percezione del colore è anche per lo più limitata alle sfumature di blu e verde e non possono risolvere le forme con la stessa precisione che abbiamo noi. Questo non vuol dire che hanno una cattiva vista, è semplicemente adattata alle caratteristiche dell’ambiente in cui vivono.

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È da sottolineare che, insieme alla vista, gli squali hanno un acuto senso dell'olfatto e la capacità di rilevare le vibrazioni attraverso l'acqua con un “senso elettrico”. Quando un pesce o un altro organismo marino si muove nuotando, la contrazione dei suoi muscoli genera un campo elettrico che può essere rilevato dallo squalo grazie alle ampolle di Lorenzini. Le ampolle di Lorenzini sono piccoli elettrorecettori situati principalmente attorno alla testa e alla parte inferiore del muso degli squali. Queste ampolle sono estremamente sensibili, così sensibili che se vengono stimolate tutte insieme da vicino, possono portare ad una stimolazione travolgente e ingestibile che porta gli squali ad uno stato di trance: la cosiddetta “immobilità tonica”. Lo squalo si immobilizza e rimane in questo stato di apparente stasi. Insomma, gli squali sono sensibili ad ogni impercettibile movimento dell’acqua, hanno molte armi per rilevarci e attaccarci. Il fatto che siano frequenti le interazioni con loro senza alcun incidente, è una controprova della mancata volontarietà da parte di questi animali di aggredirci.

Come comportarsi in caso di incontro ravvicinato?

Gli squali si possono trovare anche in Italia. Nelle ultime settimane c’è stato un gran numero di avvistamenti di squali nei mari italiani, in particolare in Sicilia. Questo ha provocato una sorta di psicosi tra i bagnanti. Sui social sono stati pubblicati numerosi video che non fanno altro che raccontare il nostro morboso rapporto conflittuale con questi pesci. Si parla di un “problema squali” ma non è davvero così. Ricordiamo che siamo noi nel loro ambiente e non il contrario. Ci sono stati sempre avvistamenti di qualche squalo proveniente dai fondali che magari si è spinto verso riva nel Mediterraneo, l’unica differenza è che – una volta – non finivano immediatamente sui social.

Gli squali attaccano di rado ma se ci si imbatte in uno di loro, la cosa da fare è non agitarsi. Se ci agitiamo in acqua, iniziamo a creare schizzi. I rumori degli spruzzi sono tipicamente provocati da un animale che sta lottando e morendo, ed è per questo che gli squali sono attratti. Quindi che sia con la tavola da surf o senza, dobbiamo essere pacati. Rendere evidente a loro che non siamo una loro preda così che si allontanino e non abbiano più interesse ad avvicinarsi e indagare.

Se capita la paura è normale, è una risposta istintiva comportamentale che si è evoluta anche nella nostra specie al solo scopo di proteggerci da un'eventuale minaccia: siamo più vigili ed energici nel caso di lotta o fuga. Lo squalo non è un animale che siamo abituati a vedere tutti i giorni e di fronte ad un sconosciuto con così tante armi, ci si preoccupa. Però, se si riesce a controllare la paura e usarla a proprio vantaggio, ci si renderà conto che quelle armi lo squalo non vuole usarle contro di noi e che si può convivere con lui pacificamente.

È fondamentale mantenere la posizione che abbiamo con sicurezza per dimostrare che non siamo né feriti né in fin di vita. Non bisogna fare movimenti veloci, prendete tempo per stabilire un contatto visivo e controllare il suo movimento. Quando lo si vede allontanarsi, si può iniziate a nuotare lentamente verso riva. Anche se non tutti gli approcci e le interazioni con gli squali sono uguali, questi sono alcune ottime strategie da applicare per distogliere il loro interesse.

Ci sarebbero molte cose da dire su queste straordinarie creature acquatiche, ma è importante mettere davanti a tutto la nostra crudeltà verso di loro e non viceversa. Nonostante ci terrorizzino, o forse proprio per questo motivo, noi siamo sempre stati estremamente spietati con loro. Li uccidiamo per la loro carne e per le loro pinne. Sovrasfruttamento, pesca indiscriminata, distruzione dell'habitat, cambiamenti climatici, catture accidentali, di cui è difficile raccontare i dettagli. I numeri e le statistiche  non rendono giustizia a questi giganteschi e tristi fenomeni. Settanta milioni di squali morti per colpa nostra, è un numero che non riusciamo neanche a concepire.

Stiamo parlando di esseri viventi che hanno passato tutti i disastri di questo pianeta, sopravvissuti a tutte le estinzioni di massa, dei pezzi della storia dell’evoluzione incredibili. Assistere alla loro fine proprio per mano nostra è inconcepibile e, oltre a ciò, comporterebbe anche un crollo totale dell’ecosistema marino, essendo che gli squali hanno impatto su tutta la catena alimentare. Riflettiamo su quale animale dobbiamo veramente ritenere pericoloso al giorno d’oggi, lo squalo non lo è sicuramente. È importante spogliarsi da psicosi sociali per vedere nitidamente quali sono i veri pericoli per la nostra sopravvivenza.

Sono una ragazza che dopo qualche anno di veterinaria ha scoperto la sua passione: lo studio del comportamento degli animali, incluso l'uomo, in un'ottica comparata. Questa scienza, ancora sconosciuta, si chiama "Etologia" e mi aiuta a non smettere mai di conoscere cose sulla natura, sugli animali, su di noi e sulla nostra storia.
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