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21 Dicembre 2023
16:08

Condannato un cacciatore nel Bresciano: maltrattava gli uccelli e modificava gli anelli identificativi

Un cacciatore nel Bresciano è stato condannato a 6 mesi di reclusione per maltrattamenti su animali, detenzione di specie protette e abuso dei sigilli degli anelli identificativi.

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Un cacciatore della Valtrompia è stato condannato a 6 mesi di reclusione e al pagamento di 200 euro di multa. I reati contestati sono maltrattamento di animali e detenzione di specie protette sino all'uccellagione (cattura in larga scala di uccelli ndr) sulla base di fatti accertati dai Carabinieri forestali nel 2022 a seguito di alcune segnalazioni dei volontari della Lega abolizione caccia. I Carabinieri hanno perquisito l'abitazione dell'uomo dove hanno ritrovato un sistema d'impianto di cattura di uccelli formato da diverse reti con richiami elettroacustici e richiami vivi di provenienza illegale.

Nello specifico l'uomo rimaneggiava anelli identificativi degli uccelli da richiamo per infilarli alle zampe dei richiami vivi, appartenenti a specie catturate in natura. I richiami vivi generalmente passano tutta la vita in gabbia e vengono collocati per la primavera e l'estate in scantinati al buio e al freddo, all'intento di gabbiette, in precarie condizioni e senza che gli sia più permesso il volo. Rimaneggiare gli anelli identificativi di un'esca viva configura il delitto di uso abusivo di sigilli, previsto e punito dall’articolo 471 del Codice Penale.

Nella sentenza, spiega in una nota la Lac, si legge che l’imputato, che ha patteggiato la pena, “essendosi procurato dei veri anelli identificativi per uccelli attraverso il loro rimaneggiamento con l’uso di pinze e punte coniche, ne faceva uso abusivo riuscendo ad infilarli sulle zampe di 21 uccelli di provenienza selvatica”.

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La caccia con richiami vivi è ancora legale in Italia ma solo se gli uccelli provengono da allevamenti autorizzati e sono muniti di un apposito anello identificativo, essendo vietata la cattura di animali allo stato selvatico. A causa dell’elevata richiesta di questi uccelli,  alcuni allevatori acquisiscono ogni anno numerosi esemplari dal mercato illegale che vengono muniti di anelli contraffatti.

Sono tante le associazioni animaliste che stanno cercando di fermare questo circolo illegale, collaborando con le autorità, in primis le forze di polizia e la Magistratura. I volatili, provenienti da paesi prevalentemente dell’Est Europa, vengono strappati dalle cure parentali appena nati, stipati all’interno di piccole scatole in cartone e trasportati in Italia. Durante il viaggio il tasso di mortalità è altissimo. Gli esemplari arrivano presso alcuni allevatori italiani dove vengono riciclati con l’apposizione di un anello identificativo inamovibile contraffatto che serve per certificarne in maniera illecita la provenienza.

Il giro di denaro dietro il mercato nero di esemplari utilizzati come richiami vivi per la caccia è di centinaia di migliaia di euro: è principalmente il cacciatore, il più delle volte ignaro dell’origine degli uccelli, a finanziare inconsapevolmente tale traffico, arrivando a pagare un singolo richiamo vivo anche 200/300 euro.

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