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27 Luglio 2023
14:30

Cavallo stramazza al suolo mentre traina una carrozza a Trani

A soccorrere il cavallo colpito da un malore mentre stava trasportando la carrozza con sopra due esposi, è arrivato un veterinario che si trovava nei paraggi insieme agli agenti di polizia locale e ad alcuni passanti intervenuti con dell’acqua per cercare di far riprendere l'animale che ora è sotto osservazione.

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Non c’è pace per i poveri cavalli costretti a scarrozzare turisti che potrebbero tranquillamente vedere la città camminando: un altro animale è stramazzato al suolo per la fatica e il caldo a Trani in Puglia. Stava trainando un calesse su cui sedevano due sposi quando si è accasciato sull’asfalto, probabilmente stremato dalle alte temperature di queste settimane.

A soccorrere il cavallo colpito da un malore che non gli ha permesso di proseguire la corsa è arrivato un veterinario che si trovava nei paraggi insieme agli agenti di polizia locale, giunti per veicolare il traffico andato immediatamente in tilt e insieme ad alcuni passanti intervenuti con dell’acqua per cercare di far riprendere l'animale che ora è sotto osservazione.

Una volta appresa la notizia, l’Oipa ha immediatamente rilanciato il suo appello al ministro Salvini affinché metta fuori legge i veicoli a trazione animale in tutt’Italia inserendo la norma all’interno della riforma del Codice della Strada, dove il ministro ha già proposto di inasprire le pene per chi abbandona gli amici domestici e il reato di strage per chi viene scoperto a usare polpette avvelenate per ucciderli.

Sapendo che se il Ministro deciderà di farlo i tempi non saranno brevi, Oipa si rivolge anche ai sindaci per chiedere di «regolamentare con coscienza la circolazione di carrozze, carri e calessi» visto che «nel XXI secolo non è concepibile assistere ancora a usi e tradizioni che mettono a rischio la salute degli animali, esseri senzienti tutelati dal Codice penale e dall’articolo 9 della Costituzione».

Intanto sui social infuria la polemica e tanti commenti su Facebook rasentano il linciaggio sia del proprietario della carrozza che della coppia di sposi che nel 2023 decide di arrivare in chiesa in carrozza.

Con toni diversi seppur accesi interviene anche la LAV, la Lega Antivivisezione che ripete quanto «sia gravissimo e inaccettabile sottoporre i cavalli a questi sforzi» essendo loro «animali omeotermi» che significa che la temperatura del loro corpo tende a rimanere stazionaria e hanno più difficoltà a disperdere calore rispetto agli animali di mole inferiore.

Peraltro, questa estate stanno diventando troppi i casi di malori a dimostrazione che non si tratta di eventi sporadici, ma di una triste consuetudine alla quale non è etico abituarsi. Nessuno del resto chiede ai vetturini di restare disoccupati, ma gli animalisti semmai propongono di trasformare le licenze carrozze in quelle taxi o veicoli elettrici. Può piacere o non piacere la soluzione, ma davanti a una pratica così crudele è difficile rimanere distaccati e indifferenti.

Quello che però per gli animalisti va vietato, per ancora tanti turisti è, invece, "amazing" e così il fenomeno delle “botticelle” – come si chiamano appunto le carrozze trainate da cavalli per un giro panoramico della città – divide da anni, figurarsi nell'estate più calda da sempre. Al centro del dibattito non solo l'afa e i suoi effetti sul cavallo, ma anche l'idea stessa alla base di un'esperienza turistica di questo tipo definita dalle associazioni, senza sbagliare, «anacronistica e superata».

E che però continua a piacere: basti pensare che in piazza di Spagna o al Pantheon non fanno in tempo ad arrivare che già sono occupate da un nuovo gruppo. Quattro, al massimo cinque persone, per un giro che può variare da mezz'ora a quaranta o cinquanta minuti, al prezzo di duecento euro. Da via del Corso a piazza di Spagna e tutto il centro storico, con immancabile foto ricordo scattata dal vetturino degli allegri turisti in posa, ignari probabilmente di essere in parte responsabili del maltrattamento subito proprio da quei cavalli che probabilmente pensano di amare moltissimo.

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Simona Sirianni
Giornalista
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