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Sono sempre più numerosi i Comuni Italiani che si avvalgono di proposte di sconto sulle tasse dei cittadini per invogliare all’adozione dei quattro zampe reclusi nelle varie strutture convenzionate.
Anche l’amministrazione di Misterbianco, Comune in provincia di Catania, ha ideato il cosiddetto “bonus svuota canili” che prevede che chiunque adotti un cane recluso nelle strutture convenzionate, possa usufruire di ben 200 euro di sconto sulla tassa Tari. Una misura che potrebbe mettere gli animali invisibili dei canili sotto il riflettore mediatico, ma che non è esente da problematiche.
Si spera, in questo modo, di ridurre il sovraffollamento nei canili locali, offrendo allo stesso tempo una nuova possibilità di vita agli animali reclusi in attesa di adozione. Oltre a promuovere il benessere degli animali e a “premiare” i cittadini che decideranno di adottare consapevolmente, questa proposta mira anche a ridurre le spese comunali legate al mantenimento dei cani reclusi.
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«A Misterbianco tendiamo la mano ai cittadini sulla tassazione comunale – ha dichiarato il sindaco Marco Corsaro – attraverso delle agevolazioni che coniugano innovazione e buon senso. Lo sconto sulla Tari per chi adotta un cane coglie tre obiettivi: incentiva le adozioni degli amici a quattro zampe; punta a ridurre i costi del ricovero dei randagi nei rifugi convenzionati e, soprattutto, premia le famiglie che scelgono l'adozione con un meritato taglio sulle tasse locali».
Pochi giorni fa, sempre da un Comune del Sud, ma stavolta dalla provincia di Cosenza, era giunta una simile notizia: il presidente del Consiglio Comunale della città di Diamante aveva ideato una proposta per concedere lo sconto di 100 euro per 3 anni sulla Tari a chiunque avesse scelto di adottare un cane dal canile.
Kodami è stato spesso portavoce di volontari animalisti e amministratori delle regioni del Sud Italia, che si impegnano quotidianamente nella gestione del crescente fenomeno randagismo, ormai fuori controllo da tempo. I Sindaci e gli Assessori, raggiunti da Kodami, hanno spesso ammesso le proprie difficoltà nel fronteggiare il fenomeno randagismo, legate alla mancanza di fondi da destinare alle attività che potrebbero migliorare l’andamento. Questa difficoltà si traduce in una gestione precaria dei cani vaganti per le strade, generando malumore tra i cittadini e compromettendo la qualità di vita degli animali che, o finiscono nei canili da cui possono uscire solo attraverso le adozioni o vengono recuperati dai volontari che, talvolta, pur di intervenire nelle situazioni di emergenza, creano dei rifugi di fortuna per accoglierli.
Va detto che molti esprimono dissenso riguardo a questa pratica, sostenendo che attribuire un valore economico ai cani reclusi potrebbe distorcere il significato dell'adozione. Alcuni ritengono che l'adozione dovrebbe essere una scelta consapevole e ponderata, non influenzata solo dalla prospettiva del risparmio economico, evidenziando il timore che in tal modo, si trascuri la qualità di vita del cane, considerato soltanto una mera possibilità di convenienza economica.
Inoltre, avere un cane non è un diritto, ma una scelta di vita e per la vita che deve essere presa con impegno e serietà. Un aspetto sottolineato anche dall'istruttore cinofilo Luca Spennacchio, membro del comitato scientifico di Kodami, il quale ha evidenziato che: «È disincentivando gli abbandoni che si può influire sui numeri degli animali in canile, non attraverso nuove adozioni favorite da un corrispettivo in denaro».
