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21 Marzo 2022
16:57

Bombardato nuovamente il Feldman Ecopark di Kharkiv: «Cervi fuggiti nei boschi: cacciatori, non sparate»

Una ventina di cervi è sopravvissuta al bombardamento e si è rifugiato nei boschi che circondano l'ecoparco di Kharkiv. Il timore è che possano morire per mano dell'uomo.

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«Gli ucraini cacciano i nemici, non gli animali»: è l’appello con cui UAnimals, il movimento umanista per i diritti animali fondato da Oleksandr Todorchuk e Olga Chevganyuk, si è rivolto ai cacciatori che potrebbero decidere di imbracciare i fucili per cacciare i cervi fuggiti dal Feldman Ecopark di Kharkiv, in Ucraina, che domenica è stato bombardato per l’ennesima volta.

L’ecoparco di Kharkiv, che ospita circa 2000 animali di 300 specie diverse, è tra le strutture che hanno subito i danni peggiori a causa dei bombardamenti. Due volontari che si stavano prendendo cura degli animali sono morti nel corso di un attacco, così come molti animali, mentre altri sono fuggiti nel bosco vicino. Nel bombardamento di domenica a morire sono stati 9 cervi, mentre altri venti sono riusciti a scappare e si sono rifugiati tra gli alberi. Il timore adesso è che, sopravvissuti alle bombe, possano morire per mano dell’uomo.

«Questi animali sono in grado di nutrirsi, adattarsi e sopravvivere in queste condizioni, vogliamo rivolgerci ai cacciatori – è la supplica di UAnimals – Per favore, non uccideteli. Questi cervi sono abituati alle persone, quindi è possibile arrivargli molto vicino, ma non approfittatene. Restiamo umani, aiutiamoci a vicenda e aiutiamo chi non è in grado di aiutare se stesso. Non sparate ai cervi, e ricordate che la stagione di caccia è chiusa».

«Abbiamo bisogno di cibo, frutta e verdura»

Intanto Vitaliy Ilchenko, direttore del Feldman Ecopark, ha diffuso un videomessaggio sui social per chiedere aiuto nella gestione della struttura, dove centinaia di animali, alcuni di specie molto rare, lottano per sopravvivere tra bombardamenti, scarsità di cibo e personale ridotto all’osso: «Capisco che durante una guerra, quando le persone muoiono, quando intere città vengono distrutte, può sembrare che chiedere aiuto per gli animali non sia del tutto corretto – ha detto Ilchenko – Eppure questi sono essere viventi, i nostri fratelli minori, anche loro vogliono vivere, e noi non possiamo lasciarli. Facciamo appello a tutti coloro che non sono indifferenti con una richiesta di aiuto, abbiamo bisogno di soldi per nutrire i nostri animali e portarli in un luogo sicuro».

Al Feldman Ecopark oggi serve soprattutto mangime: cibo secco, cereali, fieno e tutto ciò che non si deteriora rapidamente. C’è inoltre bisogno di frutta e verdura, «ma in piccoli lotti in modo che non si deteriorino. E vorremmo avere almeno una piccola scorta di mangime granulare per essere sicuri che i nostri animali abbiano sempre qualcosa da mangiare. Grazie a tutti coloro che ci supportano – ha concluso Ilchenko – Sono sicuro che insieme supereremo tutte le difficoltà».

Messi in salvo oranghi, scimpanzé e alpaca: «L'evacuazione continuerà»

L'obiettivo primario del personale del parco è mettere in salvo quanti più animali possibile allontanandosi da una zona in cui i combattimenti proseguono incessantemente e che sorge proprio sulla linea di fuoco. Difficile però movimentarli in sicurezza, se non con operazioni organizzate sin nel minimo dettaglio a tavolino e tanto coraggio da parte di chi partecipa.

I volontari sono riusciti a mettere in salvo domenica 4 oranghi, 9 scimpanzé e 22 alpaca. Oranghi e scimpanzé sono stati trasferiti allo zoo di Kharkiv, gli alpaca nel terreno che circonda la casa del fondatore del parco prima dell’ultimo trasferimento all’Ecopark Kovalivka, vicino a Poltava.

«Un grazie enorme al nostro staff e ai volontari che non hanno avuto paura di venire a salvare gli animali, ai colleghi che hanno accettato di ospitarli, e ai tanti amici che ci hanno aiutato economicamente – ha detto Ilchenko – L'evacuazione degli animali continuerà sicuramente, perché ogni essere vivente ha diritto di vivere».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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