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16 Gennaio 2024
10:31

Astore recuperato ad Arrone, Wildumbria: «Vittima del bracconaggio, prognosi riservata»

Un astore è stato recuperato ad Arrone dagli operatori del Centro di recupero animali selvatici Wildumbria: «È stato vittima dei bracconieri».

Astore ferito recuperato ad Arrone
Fonte: Wildumbria, foto di Riccardo Mattea

Un giovane astore è stato recuperato ad Arrone, in provincia di Terni con chiari segni di ferite d'arma da fuoco. È l’ennesima vittima dei bracconieri.

«Il rapace è stato recuperato venerdì 12 gennaio ma era da almeno 24 ore che si trovava a terra –spiega a Kodami Michele Capitani del Centro recupero animali selvatici Wildlumbria –. La persona che ci ha chiamati lo aveva visto a terra già la sera prima con dei gatti, direi molto coraggiosi, che tentavano di predarlo. Ma ci ha contattato solo il giorno dopo perché l'animale era ancora lì. A questo proposito è bene sottolineare che un pronto intervento garantisce molte più possibilità di sopravvivenza per l’animale, non è l’ideale far passare tutto quel tempo».

L’astore, comunque, è stato recuperato da uno zoologo volontario di Wildumbria, Riccardo Mattea, che ha subito notato la presenza delle ferite: «Aveva sangue sulle copritrici e le penne primarie erano spezzate», chiarisce Capitani.

Il rapace, dopo il recupero, è stato portato all'ospedale veterinario di Perugia, dove i medici hanno fatto tutte le valutazioni del caso: «L’astore era sottopeso ma ancora molto vigoroso e aveva un buon appetito. Si evidenzia la presenza di un pallino da caccia e una frattura all’ulna destra, quindi dell'osso lungo e più robusto di quell'ala. La prognosi è riservata, ma siamo ottimisti».

Al momento, dunque, non è possibile sapere se e quando l’astore potrà essere rimesso in libertà, ma di certo non prima di una lunga riabilitazione.

L'astore (Accipiter gentilis) è un uccello rapace diurno appartenente alla famiglia degli accipitridi, diffuso in gran parte dell'emisfero boreale, comprese alcune zone artiche e i deserti dell'Africa settentrionale. Si tratta della specie più grande appartenente al genere Accipiter e la sua apertura alare, infatti, può raggiungere i 115 centimetri.

Purtroppo accade non di rado che questi splendidi rapaci siano vittime del bracconaggio. E alcuni di loro, purtroppo, non sopravvivono agli attacchi. Come accaduto, purtroppo, a dicembre a un individuo colpito da un bracconiere nel territorio del Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili e deceduto durante l’intervento per l’amputazione dell’ala.

Dal Nord al Sud non c'è regione italiana che non sia esente dai crimini contro la natura: i bracconieri mirano a piccoli uccelli canori, aquile e altri rapaci, lupi e orsi. I crimini contro la natura rappresentano la quarta attività criminale più redditizia al mondo dopo il traffico di droga, la contraffazione e il contrabbando di armi: per un totale di 280 miliardi di dollari l’anno.

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Giulia Argenti
Giornalista
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