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8 Settembre 2021
15:30

Antibiotici per gli animali a rischio divieto: i veterinari scrivono a Draghi

Arriva chiaro e forte, e soprattutto scritto in una lettera aperta al premier Draghi, il richiamo del Federazione nazionale degli ordini veterinari italiani (Fnovi), affinché presidente del Consiglio, ministro della Salute Roberto Speranza e presidente dell’Europarlamento David Sassoli prendano una posizione chiara contro il testo che mette al bando le terapie antimicrobiche essenziali per gli animali.

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Non vietare l’uso di antibiotici nella medicina veterinaria per curare gli animali. Arriva chiaro e forte, e soprattutto scritto in una lettera aperta al premier Draghi, il richiamo del Federazione nazionale degli ordini veterinari italiani (Fnovi), affinché presidente del Consiglio, ministro della Salute Roberto Speranza e presidente dell’Europarlamento David Sassoli prendano una posizione chiara contro il testo che mette al bando le terapie antimicrobiche essenziali per gli animali, contenuto nel regolamento europeo sui medicinali veterinari (2019/6) adottato due anni fa, su cui gli Stati membri si devono esprimere per poi passare la parola definitiva all’assemblea di Strasburgo.

Un divieto, scrivono «poco razionale e in assenza di solide basi scientifiche, che porterà unicamente a maggiori sofferenze per gli animali, per i quali verranno drasticamente ridotte o azzerate le possibilità di cura delle affezioni sostenute da microrganismi patogeni, un aumento delle patologie negli animali e delle zoonosi con conseguenti rischi anche per la salute pubblica, producendo, invece, minimi effetti sulla diminuzione dei fenomeni di AMR (antimicrobico resistenza)».

Perché sarebbe proprio questo l’obiettivo del contrastato divieto dell’uso veterinario di alcune classi di antimicrobici e antibiotici, per riservarle alle cure umane: avere la funzione di diminuire drasticamente l’utilizzo di questo genere di farmaci in modo da impedire che, un uso frequente e prolungato ne faccia perdere l’efficacia iniziale contro le infezioni per via dell’adattamento dei microorganismi.

Ma, la vera motivazione alla base di questo effetto, replica la Fnovi, non è affatto l’utilizzo che se ne fa in veterinaria, ma l’uso che se na fa in generale, con prescrizioni disinvolte e senza alcuno controllo, anche quando non servirebbero.

Oltretutto, portando a testimonianza numeri e dati, i veterinari informano che «negli ultimi anni i dati dimostrano una diminuzione di oltre il 30% dell’utilizzo degli antibiotici in medicina veterinaria con una tendenza verso una continua diminuzione, in alcune specie animali, anche per oltre il 70%». Sottolineando di fatto come servirsi degli antibiotici in maniera corretta porti a ottimi risultati, in qualunque campo.

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Simona Sirianni
Giornalista
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