Animali e umani in fuga dalla guerra: le storie dall’ambulatorio veterinario di Napoli

L'Asl Napoli 1 ha allestito nella Mostra d'Oltremare un ambulatorio per accogliere gli animali in fuga dalla guerra in Ucraina insieme ai loro umani. Abbiamo raccolto le loro storie e le loro speranze.

28 Agosto 2022
8:10
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Kiev, Dnipro, Mariupol', Charkiv: sono queste le città di provenienza di moltissimi dei rifugiati arrivati in questi giorni alla Mostra d'Oltremare di Napoli, dove l'Asl Napoli 1 ha allestito un hub veterinario in cui gli animali che arrivano dall’Ucraina possono ricevere cure, vaccino e microchip restando sempre al fianco dei loro umani.

Tra i tanti arrivati attraverso i corridoi umanitari c'è anche la famiglia composta da Natalia, 35 anni, Nazar, 10 anni, e dalla gatta Lissa, 18 mesi. Quando il veterinario dell'ambulatorio infila l'ago nella zampa di Lissa per effettuare il prelievo di sangue la gatta si agita e Natalia piange.

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Nazar e Natalia durante la visita veterinaria di Lissa

Natalia, Nazar e Lissa vengono da Kiev. Dopo essere scappati dalla capitale hanno intrapreso un lungo viaggio durato più di due settimane: «Ci abbiamo messo due giorni solo per arrivare in un’altra regione dell’Ucraina, vicino al confine con la Romania, dove ci siamo fermati in attesa di un passaggio verso l'Italia», racconta Natalia.

Dal 24 febbraio 2022 a oggi abbiamo imparato a conoscere la geografia dell'Ucraina, scoprendo che ha una superficie due volte quella dell'Italia ma sedici milioni di abitanti in meno. Due caratteristiche che rendono ancora più difficile coordinare il trasporto e la fuga degli abitanti dalle zone di guerra. Natalia, e molte altre donne ucraine come lei, prima ancora di arrivare nei campi profughi sparsi al confine con Romania, Polonia, Ungheria e Slovacchia spesso devono intraprendere spostamenti lunghi migliaia di chilometri da sole e con mezzi di fortuna.

Una volta sul bus che li avrebbe portati in Italia, la famiglia di Kiev ha scoperto che sarebbero arrivati a Napoli: «Quando lo abbiamo saputo Nazar era molto emozionato – confida Natalia con un sorriso – sapeva che l'Italia è una penisola e mi ha detto che il suo desiderio era quello di fare il bagno in questa città». Durante tutto il tragitto Lissa è stata al fianco dei suoi umani, condividendo con loro quella sorte inaspettata e i disagi del viaggio.

«Lissa ha viaggiato sempre sul sedile accanto a noi, ha superato tutto insieme a noi – dice Natalia – So che per i gatti un viaggio del genere è molto stressante e mi dispiace che lei abbia dovuto farlo, ma non ho mai pensato di lasciarla. È parte della nostra famiglia e come tale resta con noi, ormai non possiamo nemmeno più immaginarci senza di lei».

Lissa vive con Natalia e Nazar da sei mesi, da quando la sua precedente umana l'ha lasciata perché non poteva più prendersene cura per motivi di salute. «Da allora Lissa e Nazar sono diventati inseparabili: giocano insieme e dormono insieme. Lui la adora e lei ricambia molto più di quanto non faccia con me – ammette Natalia – Ma aveva molto paura che l'avremmo persa durante il viaggio, quando si è reso conto che non sarebbe successo si è calmato».

«Stando vicino a mamma e a Lissa mi sono tranquillizzato e sono partito sereno», conferma Nazar che non perde mai il contatto visivo con la sua gatta.

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Nazar e Lissa al controllo in ambulatorio

Quando chiediamo a Natalia cosa spera per il suo futuro e per quello di Nazar risponde: «Voglio tornare a Kiev. I miei genitori e mio fratello sono lì. Un giorno ci ricongiungeremo tutti».

Poco lontano c'è Karyna, anche lei attende il suo turno per la visita veterinaria di Archi, il suo cane. Karyna ha 20 anni, è scappata in Italia con la madre, il fratellino e un'amica di famiglia, parla italiano e ha trovato un appoggio temporaneo a Portici, non lontano da Napoli. Quando le chiediamo se ha intenzione di tornare risponde dopo un attimo di esitazione: «Io vivevo a Mariupol'. La mia città è stata distrutta, la mia casa non c'è più, non esiste più niente e non ho un posto dove tornare».

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Karyna e Archi

Mariupol' era una delle più grandi città dell'Ucraina e la più importante della regione del Donec'k. Prima del febbraio 2022 ospitava quasi mezzo milione di abitanti ed era nota per il suo Teatro d'arte drammatica che ospitava regolarmente rappresentazioni delle opere di Puškin e Gogol', mentre la domenica era dedicata agli spettacoli per i bambini.

Con l'avvio del conflitto però, il palco e la platea sono stati riconvertiti in rifugio per coloro che avevano perso la casa durante i primi bombardamenti. La posizione di Mariupol' sulla costa del Mar Nero l'ha resa fin dai primi momenti il principale bersaglio dell'offensiva russa, culminata con il bombardamento del Teatro e di tutti i rifugiati che ospitava.

Per il sindaco di Mariupol', Vadym Boychenko, in città continuano a restare bloccate poco meno di 200mila persone. In 300mila sono riuscite a fuggire, molte delle quali con il supporto dei corridoi umanitari. Tra questi ultimi c'è anche il piccolo gruppo di Karyna e Archi, composto da sua madre, dal fratello più piccolo, e da un'amica di famiglia. Insieme hanno attraversato il confine ucraino prima di raggiungere Napoli.

«Adesso che sono qui in Italia voglio rimettermi in piedi e lavorare», dice Karyna che faceva la cassiera in un supermercato. E mentre stringe Archi al petto aggiunge: «Lui è con me da tutta la vita, non l'ho adottato per abbandonarlo e non sarei mai partita senza di lui. Archi è uno di famiglia, e poi, senza di lui non ce l'avrei fatta».

Il dottor Canale dell'Asl: «Non spezziamo i legami familiari»

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Il veterinario Marco Canale

Ad accogliere sia Karyna con il suo Archi che Natalia, Nazar e Lissa è stato il veterinario dirigente dell'Asl Napoli 1, Marco Canale. «Lo scopo dell'ambulatorio istituito nella Mostra d'Oltremare non è solo di servizio, ma anche di supporto ai rifugiati che hanno viaggiato con i loro animali da compagnia. Vogliamo aiutare le persone a preservare almeno i legami familiari che  hanno portato qui, dopo aver perduto la città, la casa. E spesso, purtroppo, mariti e figli», spiega Canale.

Normalmente per spostarsi in Europa gli animali domestici necessitano di passaporto europeo, microchip identificativo e della certificazione della vaccinazione antirabbica. Requisiti che chi è in fuga non ha modo di soddisfare. Per questo, accogliendo l'invito della Commissione Europea, il Ministero ha dato il via libera all'ingresso degli animali al seguito dei rifugiati, anche se privi dei documenti.

Oggi il passaporto e la vaccinazione antirabbica di cani e gatti non sono più obbligatori per entrare in Italia, ma questi requisiti devono essere soddisfatti perché i rifugiati possano muoversi tranquillamente. L'Asl ha quindi predisposto un hub apposito dove umani e animali possano sbrigare queste pratiche appena mettono piede a Napoli, il tutto gratuitamente.

Una volta arrivati al centro di accoglienza della Mostra d'Oltremare i rifugiati con animali vengono portati nell'ambulatorio veterinario per il controllo dei documenti. Se non li hanno, il veterinario provvede all'iscrizione dell'animale nell'anagrafe regionale, alla microchippatura, e alla vaccinazione contro la rabbia.

La famiglia prosegue poi il percorso iniziando la propria accettazione, continuando ad essere supportati dai mediatori e dagli interpreti che li affiancano dal primo momento in cui fanno il loro ingresso nella Mostra.

«Qui arrivano soprattutto donne, le quali provengono dalle zone di guerra che ogni giorno sentiamo nominare in televisione. Zone che abbiamo visto bombardate e distrutte – dice Canale – Vedere qui queste persone è emotivamente una esperienza molto forte».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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