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13 Novembre 2021
15:00

Ancora una nave da trasporto bloccata: muoiono 14 pecore. Ma la sofferenza degli altri?

Il 2 dicembre al Parlamento europeo si discuteranno le modalità di trasporto di animali vivi nella speciale Commissione d'inchiesta. Nel frattempo un'altra nave, la Phoenix III, in viaggio dal Portogallo ad Israele, è rimasta bloccata in Sicilia per due giorni. Documentati da Israel Animal Save animali ammassati e feriti, corna rotte, mancanze di igiene. Alcune pecore non ce l'hanno fatta, le altra migliaia di animali ora sono in attesa di essere trasportate nei macelli definitivi. Four Paws: «Questi trasporti devono essere vietati».

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Giornalista
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credits: @Israel Animal Save

Nati per diventare cibo, sono gli animali di cui meno ci si occupa, quelli che fanno meno tenerezza, quelli di cui a nessuno importa proprio perché sono nati per essere solo carne da macello. Ma non per questo, anche se il loro destino è il mattatoio e poi le tavole imbandite, le mucche, i buoi, le pecore e i maiali che a centinaia di migliaia sono trasportati ogni giorno attraverso i nostri mari per essere trasferiti da un allevamento all’altro, da un venditore ad un compratore, da una nazione ad un continente, non hanno diritto ad una vita senza sofferenza e ad una morte più indolore possibile.

Un “lusso” che ancora pochi giorni fa è stato negato alle 1.200 giovani mucche e alle 5.644 pecore trasportate dalla Phoenix III dal Portogallo ad Israele. E come già successo sulle navi Elbeik e Karim Allah all'inizio di quest’anno, 14 animali sono morti e per gli altri le due settimane di trasferimento si sono trasformate in un girone dantesco di sofferenza e dolorosa attesa della morte.

La sofferenza raccontata dai loro occhi nelle foto di Israel Animal Save

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(credits:@IsraelAnimalSave)

Come raccontano le fotografie realizzate da Israel Animal Save, la sofferenza di questi animali è tutta nei loro occhi. Negli spazi negati, nella mancanza di igiene, nell’alimentazione insufficiente, nella frustrazione data dalla mancanza di movimento si ritrovano però le responsabilità degli umani che dovrebbero garantire agli stessi animali almeno una fine dignitosa e priva di dolore.

«Le immagini mostrano animali esausti che finalmente sbarcano da una nave molto sovraffollata: uno sopra l'altro, sporchi e con le corna rotte – denuncia l’organizzazione per la difesa animale Four Paws che insieme ad altre ONG sta cercando di costringere le autorità competenti a prendere una posizione contro il trasporto di animali vivi. – Le autorità portoghesi sono state informate dal Movimento Civile Portoghese PATAV (piattaforma anti-trasporto di animali vivi fondata nel 2017 in Portogallo) che la nave, partita da Sines (Portogallo) il 22 ottobre, ha dovuto sostare a causa del maltempo per 48 ore nei pressi di Mazara del Vallo, in Italia, per poi ripartire per la sua destinazione finale a Haifa, Israele. Qui gli animali trascorreranno otto giorni in quarantena nella regione di Mehola, a 90 km dal porto, prima di essere nuovamente trasportati in diversi allevamenti in Israele dove trascorreranno dai quattro agli otto mesi prima del massacro».

Una lettera al Parlamento Europeo per denunciare i viaggi della morte

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credits:@IsraelAnimalSave)

In una lettera indirizzata alla Commissione d'inchiesta del Parlamento europeo (ANIT) che si riunirà il 2 dicembre per dibattere sui temi legati al trasporto di animali vivi, le ONG hanno fatto riferimento all'importanza dei piani di emergenza e alla necessità, da parte delle autorità competenti e degli organizzatori, di tenere conto delle condizioni meteorologiche previste fino alla destinazione finale quando si autorizza un trasporto.

«Questo caso – spiega Martina Stephany, responsabile della sezione di allevamento e nutrizione animale a Four Paws – come nei ben noti casi di Karim Allah ed Elbeik all'inizio del 2021, mostra ancora una volta quanto possano essere pericolosi i viaggi in mare per gli animali. In questo incidente, sono stati segnalati 14 agnelli morti, ma se la nave fosse rimasta bloccata più a lungo, avremmo potuto assistere a una tragedia ancora più grande. La protezione degli animali durante il trasporto in mare non è possibile per vari motivi. Il maltempo e i guasti tecnici possono causare ritardi. La maggior parte dei porti non è in grado di ospitare gli animali di conseguenza e le condizioni in mare possono peggiorare improvvisamente senza possibilità di fuga, mettendo a grave rischio sia gli animali che l'equipaggio. Questo è un altro esempio che la Commissione europea deve porre fine sia ai trasporti a lunga distanza che ai trasporti marittimi».

La Phoenix III: cento metri di sofferenza in mare

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La Phoenix III con il suo carico di animali vivi da trasportare (credits:@IsraelAnimalSave)

Come già accadde all’inizio dell’anno, quando 1776 vitelli della nave Elbeik, che da mesi navigano nel Mediterraneo per colpa di un focolaio di blue tongue, furono abbattuti, proprio come era stato per quelli della Karim Allah, anche in questo caso gli animali erano trasportati per commercio alimentare grazie a una nave appositamente predisposta. Si tratta della Phoenix III, una nave da trasporto per bestiame costruita nel 1978 che naviga da 43 anni con bandiera panamense, è lunga quasi 100 metri e larga poco più di 14, potendo caricare fino a 3420 tonnellate.

«La maggior parte dei pescherecci per il trasporto di bestiame operanti nell'UE ha età e condizioni simili – spiega Four Paws. – Secondo un recente studio pubblicato nel 2021, il 36 percento dei pescherecci per bestiame omologati dall'UE ha subito gravi incidenti, guasti o perdite. Gli incidenti includono guasti al motore con o senza bestiame a bordo, incendio, collisione, fuoriuscita di petrolio durante il bunkeraggio, problemi di stabilità e morte di animali durante il viaggio». A conferma che incidenti come quello appena avvenuto che costringono la nave a bloccarsi in mare per giorni e giorni, aumentando l’agonia degli animali trasportati, non sono assolutamente una possibilità remota, ma quasi una certezza.

Immagine di copertina: Le mucche e i vitelli stipati nella Phoenix III (credits: @Israel Animal Save)

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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