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8 Luglio 2023
15:00

Anche il fumo causato dai grandi incendi rappresenta una grave minaccia per gli animali

Gli incendi in Canada e in Australia hanno provocato diversi problemi respiratori ad animali domestici e selvatici. Il disastro in corso però non è del tutto inutile. Permette infatti ad alcuni scienziati di capire quali sono i danni procurati alla fauna e quali potrebbero essere le strategie migliori per salvaguardarne la salute.

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Nel corso delle ultime settimane, con l'arrivo dell'estate, l'aria di New York è diventata irrespirabile a causa dei fumi prodotti dagli incendi che stanno colpendo le foreste canadesi. Il fumo era così denso fino a qualche giorno fa tanto da coprire interamente il cielo sovrastante la metropoli, che ha cominciato ad assumere le tonalità post apocalittiche di film come Mad Max. Ad inizio luglio, i fumi di questi incendi hanno persino raggiunto il Portogallo e la Spagna, seppur non siano riusciti a colmare il panorama di polvere. Lo stesso fenomeno capitò ad inizio 2020, quando l'Australia fu colpita da una serie devastante di incendi, che sollevarono quintali di polveri in atmosfera, in grado di raggiungere la Nuova Zelanda e buona parte delle isole del Pacifico.

Col protrarsi di questi incendi e dell'aumento delle quantità di polveri in atmosfera, alcuni ricercatori dell'Università dell'Illinois Urbana-Champaign hanno cominciato a studiarne gli effetti non legati alla combustione, ma all'assimilazione del fumo sulle varie specie, scoprendo che gran parte degli animali (domestici e non) che affrontano l'incendio in Canada risentono pesantemente dell'accumulo di sostanze inquinanti presenti nell'aria di seguito alla devastazione delle foreste.

Il fumo infatti respirato senza protezione dagli animali durante gli incendi può provocare  pesanti intossicazioni, enfisemi così come una maggiore probabilità di sviluppare tumori polmonari, di seguito al contatto con sostanze cancerogene. I principali elementi costitutivi del fumo tossico sono comunque vapore acqueo, monossido di carbonio, l'anidride carbonica e l'ossido di azoto, oltre altri elementi in tracce che possono risultare nocive per molte tipologie di organismi.

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Angela Green-Miller, professoressa associata del Dipartimento di Ingegneria Agraria e Biologica dell'Università dell'Illinois, ha perciò chiesto ai biologi di preoccuparsi di più delle sorti degli animali selvatici, che a seguito degli incendi vanno recuperati ed aiutati, come i koala australiani del 2020, per permettergli di espellere le tossine assimilate nei polmoni. Un'operazione non molto semplice, la stessa Green-Miller se ne rende conto. Ma che diventa necessario, quando a rischiare la vita sono le specie a maggior rischio di estinzione.

«La cosa grave è che in questa regione non siamo abituati a difenderci dall'aria inquinata – ha dichiarato Angela Green-Miller, mentre cercava di presentare quali fossero i problemi degli stessi abitanti dell'Illinois e degli stati orientali degli Stati Uniti e del Canada. – In genere le nostre case e le nostre stalle non dispongono (come previsto in Europa n.d.r.) di sistemi di filtrazione dell'aria. E sebbene alcune strutture di pollame e suini abbiano implementato tali sistemi dell'aria per controllare la diffusione di malattie trasmesse per via aerea, siamo molto indietro. Per non parlare della condizione nelle città!».

Le città americane infatti sembrano essere molto più sensibili allo smog procurato dagli incendi, perché già di per sé non presentano molte aree verdi all'esterno dei loro confini, che possono in un qualche modo arginare il problema, bloccando il vento che porta il fumo lontano.

Per questa ragione e per tutelare la salute di tutti, diversi scienziati e la stessa Angela Green-Miller hanno proclamato un allarme generale e consigliato a tutti i proprietari di animali domestici di comportarsi adeguatamente alle concentrazioni di fumi in atmosfera. «Proteggete le vostre stalle e fate in modo che i vostri animali abbiamo un riciclo dell'aria. Il pericolo che sviluppino i segni di intossicazione da fumo sono molto alte, se vi trovate molto vicino al confine con il Canada. E se vi trovate a New Work, smettete di fare le passeggiate con i vostri cani domestici senza precauzioni! Prima di uscire, monitorate le condizioni meteorologiche e scegliete il momento della giornata in cui la qualità dell'aria è migliore. Questo è il meglio che possiate fare finché la situazione non migliora».

Gli esperti cercano anche però di definire meglio quali sono le quantità di fumo che potrebbero promuovere le patologie elencante sopra. E seppure per gli animali selvatici il problema risulta essere grave, perché solitamente sono gli organismi che assimilano di più i fumi prodotti dagli incendi, è anche vero che è improbabile che pochi giorni di aria inquinata a New York possono indurre dei seri problemi sanitari nella maggior parte degli animali cittadini. Essi infatti convivono ogni giorno con un livello d'inquinamento dell'aria molto alto rispetto alla media dell'aree naturali, che rappresenta genericamente una minaccia più grande rispetto ai seppur frequenti fumi provenienti dagli incendi. Solo quelli che convivono con gravi patologie respiratorie corrono infatti un rischio maggiore di peggiorare la propria salute, uscendo di casa durante i giorni in cui il cielo è coperto dalle ceneri.

Il futuro, con il surriscaldamento climatico in corso, però promette che nei prossimi anni aumenteranno i casi d'incendio in Nord America, insieme alle quantità di veleni sollevati dalle polveri. Per questa ragione i ricercatori dell'Illinois sperono quindi di estratte la maggiore quantità di dati possibili dall'incendio in corso, il cui studio verrà pubblicato a breve, anche per capire come bisognerà reagire per salvaguardare la vita delle specie che non possono godere del comfort dell'aria condizionata o di un'area metropolitana.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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