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29 Agosto 2023
12:24

Alligatore lungo più di 4 metri ucciso dopo 7 ore di tortura negli Stati Uniti

Quattro cacciatori hanno ucciso il più grande alligatore della storia del Mississippi durante il fine settimana. Le foto sono state postate sui social e l’animale è stato soprannominato "nightmare material", ma l’unico incubo è stato quello subito dal rettile.

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alligatore

“Nightmare material”, ovvero “materiale da incubo”, è il soprannome dato al gigantesco alligatore catturato e ucciso questo fine settimana durante il secondo giorno della stagione di caccia, da quattro cacciatori nel fiume Yazoo, in Mississippi, Stati Uniti. L’unico, però, ad aver trascorso ben sette ore da incubo è stato proprio il rettile. I quattro uomini infatti dopo la cattura hanno postato sui social la foto dell'animale da record, lungo quasi quattro metri e mezzo e pesante più di 360 kg, il più grosso alligatore del Mississippi.

Anche se la foto è facilmente reperibile in Rete, Kodami ha scelto di non pubblicarla perché nulla aggiunge rispetto a quanto scritto e per non mostrare atti di violenza e sopruso nei confronti di qualsiasi essere vivente.

Il precedente record di grandezza apparteneva a un altro alligatore leggermente più piccolo e pesante “solo” 348 kg, catturato nel 2017. Nella convinzione comune si definisce un simile esemplare come un mostro, un animale spaventoso, una bestia preistorica, anche se non ha mai aggredito nessuno.

Secondo le dichiarazioni rilasciate ai media locali da Don Woods, uno dei quattro uomini che ha ucciso l'alligatore, il rettile è stato avvistato nel fiume poco dopo la partenza con la loro barca, intorno alle ore 21. «Sapevamo che era grande – ha dichiarato Woods – aveva un dorso enorme, sembrava di seguire una Jon Boat [piccola imbarcazione da pesca, ndr]». I cacciatori poi parlano di un inseguimento di sette ore “mentalmente estenuanti”. Per loro. Sette ore in cui il poderoso animale ha tentato di nascondersi, divincolarsi, scappare, di tutto pur di scampare alla morte. Un animale da record, un gigantesco predatore al vertice della catena alimentare cacciato fino allo stremo per una notte intera ed esposto, alla fine, come un oggetto, ormai morto e privato di tutta la maestosità che poteva avere nuotando libero nel suo habitat.

«Lo abbiamo agganciato otto o nove volte, e lui continuava a liberarsi», ha commentato Woods per dare un tono eroico all’impresa. «Si immergeva, si appoggiava al fondo e poi se ne andava. Continuava a nascondersi sotto i tronchi, sapeva ciò che stava facendo». Secondo i cacciatori, l’alligatore avrebbe rotto quasi tutte le loro canne e mulinelli nel tentativo di scappare, prima di arrendersi, ormai esausto, dopo una notte di inseguimento, alle quattro del mattino, ora in cui il gigantesco rettile è morto.

Solo una volta caricato il corpo sull’imbarcazione i quattro si sono resi conto delle effettive dimensioni del rettile: «Sapevamo solo di aver preso un grosso alligatore», ha detto Woods. «Siamo rimasti stupiti da quanto fosse larga la sua schiena e quanto fosse grande la testa. Era surreale».

Cosa spinga ancora al giorno d’oggi così tante persone ad uccidere per piacere, non per necessità, fame o difesa, ancora non si sa. Forse il gusto del brivido, la ricerca di un’emozione forte, il sentirsi potenti rispetto alla natura. «È stato estenuante, ma in quel momento la tua adrenalina parte e non te ne accorgi», ha commentato Woods.

Il brivido di uccidere un animale grande e forte, considerato "un mostro" nella cultura di massa, è proprio ciò che spinge ogni anno migliaia di persone a compiere lunghi viaggi in zone del mondo dove è possibile cacciare grandi selvatici, per poi portarsi a casa un ricordo dell'animale. Lo abbiamo appurato alla più grande fiera della caccia d'Europa che ogni anno richiama nella città tedesca di Dortmund migliaia di cacciatori da tutto il mondo.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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