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28 Novembre 2023
17:43

Al via dal 1° dicembre l’abbattimento di decine di lupi in Svizzera

A partire dal 1°dicembre in Svizzera potranno essere abbattuti decine di lupi. Un intervento massiccio e senza precedenti a cui 158 associazioni di tutela animale hanno risposto con una lettera aperta per chiedere l'annullamento del progetto.

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A partire dal 1° dicembre 2023 in Svizzera entrerà in vigore il nuovo "Regolamento delle attività venatorie e della difesa dei mammiferi e degli uccelli" (Verordnung über die Jagd und den Schutz wildlebender Säugetiere und Vögel).

Sebbene il nome faccia pensare ad un progetto di tutela delle specie, ciò che si evince dalla lettura del documento pubblicato dall'UFAM (Ufficio Federale dell'Ambiente) è che i Cantoni potranno procedere con l'abbattimento preventivo di decine di lupi appartenenti a più di 12 branchi. «Ogni anno, da settembre a gennaio, potranno adottare misure preventive contro la popolazione di lupi e quindi ciò avverrà anche al termine del 2024», si legge nella presentazione del progetto.

A prendere parte a questi interventi saranno in particolare il Canton Grigioni, il Vallese, Vaud, San Gallo e Ticino, i quali hanno presentato all'UFAM le proprie proposte di abbattimento, che sono state prese in carico dall'ente federale e, per la maggior parte, accettate. «In seguito all'approvazione, i Cantoni possono ora emanare le proprie decisioni di abbattimento limitate al 31 gennaio 2024, ma solo i guardacaccia o i cacciatori appositamente formati sono autorizzati ad abbattere i lupi».

Le richieste dei Cantoni erano però addirittura superiori rispetto a quelle effettivamente approvate dal governo elvetico, il quale fa sapere che: «Non abbiamo potuto accettare la domanda del Canton Ticino di abbattere l'intero branco in Valle Onsernone, dal momento che negli ultimi dodici mesi non si sono verificate predazioni in situazioni protette.

L'UFAM consente però una regolazione preventiva del branco: «Il Canton Ticino potrà abbattere due terzi dei giovani lupi. Per quanto riguarda gli altri cinque branchi di Val Colla, Carvina, Jatzhorn, Rügiul e Mont Tendre, possono fare lo stesso anche Ticino, Grigioni e Vaud, conformemente a quanto richiesto».

«Si tratta di una decisione senza precedenti che dimostra come la Svizzera, attraverso un intervento massiccio, voglia cancellare completamente la specie dal proprio territorio nazionale – afferma a Kodami Francesco Romito, Vice-presidente e dell'associazione Io Non Ho Paura Del Lupo che da tempo è impegnata sui temi della convivenza tra l'uomo e i grandi carnivori – Non vi è alcuna base scientifica a supporto dell'efficacia di questa strategia e non lo diciamo solo noi, ma anche numerosi ricercatori esperti in questo ambito».

Il 28 novembre, infatti, a pochi giorni dall'entrata in vigore della legge, 158 organizzazioni ambientaliste e di tutela animale provenienti da 37 paesi, tra le quali vi è anche l'italiana Io Non Ho Paura del Lupo, hanno pubblicato una lettera aperta destinata al Comitato permanente della Convenzione di Berna e al Consigliere federale Albert Rösti, capo del Dipartimento dell’Ambiente, dei Trasporti, dell’Energia e delle Comunicazioni, con l'obiettivo di ottenere un annullamento dell'intervento: «Stiamo parlando di una specie rigorosamente protetta, ai sensi della Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa, ratificata anche dalla Svizzera», si legge nella lettera.

Nel testo viene anche riportata la posizione dei membri del Gruppo specialistico Canidi della IUCN, i quali aggiungono: «In qualità di principale gruppo di esperti a livello mondiale che si occupa di lupi e dei loro parenti selvatici, esprimiamo la nostra profonda preoccupazione e la nostra obiezione alle modifiche legali e alla prevista persecuzione dei lupi in Svizzera. L’attuale piano di gestione del lupo del governo non è scientifico e contraddice le più recenti conoscenze tecniche sulla gestione dei carnivori e sulla protezione della natura».

Secondo i firmatari della lettera congiunta, infine: «Queste misure radicali e unilaterali non minacciano solo la fragile popolazione di lupi della Svizzera, ma hanno un impatto negativo sull’intera popolazione di lupi delle Alpi centro-occidentali. Le misure preventive, come i recinti elettrici e i cani da guardiania, sono efficaci nel ridurre la predazione del bestiame e dovrebbero essere attuate più diffusamente».

Secondo Romito, ciò che sta accadendo in Svizzera è però l'ennesimo e preoccupante segnale di una direzione dimostrata già da tempo dal governo elvetico: «La convivenza con i grandi carnivori, richiede intelligenza e dialogo: non possiamo uccidere preventivamente decine di animali protetti solo perché ipoteticamente in futuro potrebbero causare danni economici agli allevatori. Questo è un intervento irragionevole da tutti i punti di vista».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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