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26 Marzo 2022
9:07

Abbandonati e sbranati dai lupi. Sui cavalli Pentro è botta e risposta tra il sindaco di Montenero Val Cocchiara e gli animalisti

In un piccolo Paese del Molise c'è la patria del cavallo Pentro. Vivono allo stato brado al Pantano della Zittola. Ma Italian Horse Protection denuncia una situazione che a suo parere mette a rischio gli animali. Il Comune rimanda al mittente le accuse.

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È scontro (seppur a distanza) tra gli animalisti e il sindaco di un piccolo Comune del Molise, Montenero Val Cocchiara. Siamo in Provincia di Isernia, in una zona praticamente unica sotto un punto di vista ambientale: lì c'è il Pantano della Zittola, una zona umida dove vive una particolare specie di cavallo, il Pentro. Gli animali vengono allevati allo stato brado: l’area è grande 2.300 ettari e ha 1.200 animali, tra cui circa 650 cavalli.

Gli animalisti di Ihp, l’Italian Horse Protection, denunciano cavalli che vengono abbandonati tutto l’anno, anche in inverno, senza alcuna assistenza. E può capitare che vengano sbranati anche dai lupi. L’associazione ha segnalato di nuovo la situazione perché ormai «dal 2016 ci sono irregolarità nella gestione di numerosi cavalli».

«E’ una storia che va avanti da anni – dice a Kodami Sonny Richichi, presidente di Ihp – La proprietà è comunale, si tratta di una torbiera riconosciuta come sito di interesse comunitario. Chiediamo che gli allevatori e l’amministrazione rispettino la legge, anche perché normative regionali e nazionali impongono tempistiche precise sul pascolo dei cavalli. Vogliamo, inoltre, che ci sia la vigilanza prevista dalla forestale».

Sotto i riflettori ci sono i Pentro, dunque. «Per la cura di questi cavalli – prosegue Richichi, presidente dell’associazione – agli allevatori vengono erogati annualmente contributi pubblici, sotto forma di ‘misure agroambientali’, per il mantenimento della razza, nella misura di 500 euro annuali a capo. Vengono inoltre riconosciuti contributi per ‘costruzione o ristrutturazione di ricoveri per cavalli, staccionate, recinti e abbeveratoi, miglioramento dei pascoli, acquisto di attrezzature tecnologiche, progettazione di strutture’. Infine, viene concesso il pascolamento in terreni pubblici limitatamente ad alcuni mesi dell’anno. Secondo quanto riferitoci nelle varie segnalazioni – e da noi verificato attraverso l’acquisizione di documentazione prodotta negli ultimi cinque anni dal Corpo Forestale dello Stato, dall’Asrem, dalla Regione Molise, dal Wwf, da laboratori certificati per l’analisi delle acque e del suolo – l’utilizzo dei pascoli è altamente anomalo e tale da produrre danni ambientali, inquinamento e maltrattamento di animali».

«A Montenero Val Cocchiara quegli animali – spiega Richichi – sono esposti a fame, freddo e rischio di attacco di predatori: diversi animali morti sono stati rinvenuti nel tempo. Oltre ad ignorare i periodi di chiusura dei pascoli, alcuni allevatori costruiscono chiusure abusive delle strade cittadine allo scopo di evitare che i cavalli, risalendo dal Pantano, arrivino fin dentro il paese. Più volte la Regione Molise ha chiesto interventi alle autorità preposte affinché vengano smantellate tali chiusure (fatte anche con filo spinato) ma senza alcun riscontro. Tutto ciò è stato costantemente documentato con foto e video nel corso degli anni. Già nel 2016 il Corpo Forestale dello Stato segnalava che molte strutture di allevamento erano inadeguate ad ospitare animali e che in alcuni casi erano sprovviste di letamaia: situazione questa che non è mutata nel corso degli anni e che ha avuto come primaria conseguenza il lasciare gli animali all’addiaccio anche in inverno, con molti di loro rinvenuti morti o sbranati dai lupi».

Le accuse sono tutte rimandate al mittente dal Sindaco, Paolo Santachiara. È a capo del piccolo Comune (di circa 500 abitanti), da settembre 2020. «C’è stata una grandissima confusione generata dalla disinformazione – spiega il primo cittadino a Kodami – Lì abbiamo due specificità: il Pantano, protetta dall’Unione europea e il cavallo Pentro. All’interno dell’area si pratica il pascolo brado. Proprio per le sue caratteristiche etologiche il cavallo deve vivere in quel modo». «Non sono abbandonati, i proprietari se ne prendono cura», prosegue. E sui lupi che sbranerebbero i cavalli? «In un allevamento brado è naturale che ci sia una predazione – dice Santachiara – Il lupo esiste e nessuno lo può toccare e, tra le sue prede, oltre a cervi e caprioli ha anche i cavalli».

Santachiara contesta anche la denuncia di Ihp quando si parla di un pascolo brado al di fuori di limiti previsti dalle norme. «Ci sono zone dove questo vincolo non è stato identificato, proprio come accade al Pantano. Togliere il pascolo in alcune zone significherebbe rovinarle, con un avanzamento del bosco a danno della palude protetta». Il Sindaco contesta anche il contributo di 500 euro ogni anno dato dallo Stato per il mantenimento del cavallo. «Quella è stata una cifra prevista nel 2006 – spiega – Il cavallo Pentro prende quanto qualunque altro cavallo un contributo di euro 200 all’anno». Tutto rose e fiori? No. Anche Santachiara ammette: «Ho chiesto dettagli al servizio veterinario della Asrem – conclude – A marzo dello scorso anno, venne accertato come tranne in un caso, le strutture fossero tutte adeguate e sufficienti a ospitare le tipologie di allevamento. Ci sono problemi come in tutti gli altri settori del mondo, ma non c’è alcun maltrattamento animale».

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