;Resize,width=638;)
Girava indisturbato in sella a un pony per le strade di Roma: sono le immagini riprese nel week end del primo maggio dai passanti attoniti.
Sono state proprio le tante segnalazioni dei cittadini a fermare il crudele passatempo dell'uomo, il quale armato di frustino ha spronato l'animale a camminare anche mentre si trovava in evidente stato di sofferenza.
Nonostante l'ampia diffusione di immagini e video su tutti i principali social network, l'identità dell'uomo è ancora ignota. Secondo le prime ricostruzioni avanzate dagli agenti del gruppo IV Tiburtino, l'uomo sarebbe il proprietario di un'azienda agricola.
Subito le principali associazioni nazionali si sono attivate, tra queste la LNDC Animal Protection guidata da Piera Rosati. «Al momento abbiamo sporto denuncia contro ignoti», ha dichiarato la Presidente.
La LNDC, infatti, ha attivato il proprio staff legale per denunciare il responsabile degli abusi nei confronti del pony. «Questo povero animale è stato vittima di violenze fisiche e psicologiche delittuose che lo avrebbero potuto portare alla morte, come sostenuto dai commenti atterriti di chi ha assistito alle agghiaccianti scene», ha aggiunto Rosati.
«Costringere un animale a fatiche insopportabili per le proprie caratteristiche fisiche ed etologiche come in questo caso – ha argomentato poi l’avvocato Alessandra Itro legale di LNDC Animal Protection – è un comportamento gravemente irresponsabile e punito dalla legge perché si configura come reato di maltrattamento di animali, ai sensi dell'articolo 544 ter del codice penale».
Il maltrattamento animale non si manifesta solo attraverso esplosioni dirette di violenza, ma anche attraverso comportamenti atti a cagionare nell'animale uno stato di sofferenza, come è successo al pony di Roma, spinto a proseguire anche mentre si trovava allo stremo delle forze.
«Questo povero animale è stato vittima di violenze fisiche e psicologiche delittuose che lo avrebbero potuto portare alla morte, come sostenuto dai commenti atterriti di chi ha assistito alle agghiaccianti scene – ha aggiunto Rosati – Se questo soggetto non fosse stato interrotto dalle persone che sono poi intervenute, il pony avrebbe fatto certamente una brutta fine».
La Lndc ha poi messo in luce la complessa relazione che esiste tra maltrattamento animale e pericolosità sociale: «Ormai è ampiamente dimostrato che questi soggetti sono pericolosi per la società dato che la crudeltà sugli animali è quasi sempre legata anche a comportamenti violenti verso le altre persone. Faremo tutto ciò che è necessario per assicurarci che chi ha commesso questo abuso paghi».