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3 Ottobre 2023
14:55

Una nuova e misteriosa creatura marina è stata scoperta grazie ad Instagram

Il fotografo subacqueo Ryo Minemizu ha catturato un'incredibile creatura marina di dimensioni minuscole, suscitando l'interesse del neurobiologo Igor Adameyko. Dopo diverse analisi, si è scoperto che si trattava di trematodi digenei, vermi piatti parassiti con un ciclo vitale unico.

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Sono molti i modi con cui si può fare divulgazione scientifica e uno di questi è la fotografia. Ryo Minemizu è infatti un fotografo giapponese specializzato in fotografia subacquea che cattura immagini di creature variopinte, spesso di dimensioni minuscole, che abitano le profondità dell'oceano Pacifico al largo della costa del Giappone. Nel 2018, sul suo profilo Instagram, ha condiviso un'incredibile foto di una creatura elegante che planava nell'acqua, delle dimensioni di una coccinella. Questa immagine ha attirato la curiosità degli studiosi, poiché non avevano la minima idea di cosa potesse essere. La descrizione del bizzarro animale, un verme marino polimorfico, è stata poi presentata in uno studio pubblicato su Current Biology.

Tra tutti i ricercatori, fu soprattutto Igor Adameyko, neurobiologo dell'Università di Medicina di Vienna, a manifestare un particolare interesse per questa creatura. La sua curiosità era così alta da spingerlo a contattare direttamente Minemizu e chiedergli se avesse prelevato un campione dello strano animale e, in caso affermativo, se fosse disposto a spedirglielo affinché potesse studiarlo. Il fotografo accettò la richiesta e dopo poco Adameyko ricevette un pacchetto contenente un campione dell'animale in questione, grande più o meno quanto una lenticchia e conservato in formalina.

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Lo studioso cominciò a esaminare attentamente la delicata struttura dell'animale e scoprì che questa presentava una parte esterna fluttuante, con una configurazione che richiamava la forma di numerosi piccoli tentacoli connessi a una parte centrale semisferica. Un'attenta osservazione portò Adameyko a rendersi conto che non si trattava di un singolo animale, bensì di una serie di tanti piccoli organismi lunghi solo pochi millimetri, ciascuno da lui chiamati "marinai" poiché sembravano svolgere la funzione di spinta attraverso l'acqua. Ma il bello doveva ancora arrivare. Un'analisi più approfondita svelò che la semisfera centrale era composta da un'accozzaglia di centinaia di minuscoli organismi simili a girini, ognuno con una testa delle dimensioni di una punta di matita e una coda più sottile di un capello umano. Tuttavia, né Adameyko nèé altri ricercatori sapeva dire cosa fosse quella strana creatura.

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La svolta  si ebbe solo dopo alcune analisi del sistema nervoso dell'organismo. I ricercatori cominciarono a supporre che potesse appartenere al vasto gruppo noto come Lophotrochozoa, che comprende molluschi, vari invertebrati acquatici e vermi anellidi, come i lombrichi. Sospettavano di essere di fronte a un parassita, ma per esserne certi era necessario effettuare l'analisi del DNA.

E grazie a questa analisi, infatti, gli scienziati sono riusciti finalmente a dare un nome a questo misterioso nuotatore: apparteneva a un gruppo di vermi piatti parassiti chiamati trematodi digenei, noti per il loro ciclo vitale abbastanza particolare. Gli adulti vivono all'interno di ospiti vertebrati sia marini che terrestri (come pesci, gatti o persino esseri umani) e poi rilasciano le uova nell'ambiente. In alcune specie, come quella fotografata da Minemizu, le larve vivono invece liberamente e hanno sviluppato la capacità di aggregarsi in colonie, imitando la forma di piccoli organismi che vivono negli ambienti acquatici e di cui si nutrono i pesci. In questo modo, i pesci ingeriscono le larve e il ciclo ricomincia.

Come accennato precedentemente, ad essere unite insieme sono due tipologie di forme differenti: i "marinai" e i "girini". Sembrerebbe che i girini siano responsabili della colonizzazione vera e propria dei pesci attraverso le loro branchie o l’apparato digerente, mentre i marinai hanno invece il compito di portare in giro il groviglio di girini nell’acqua.

Questa scoperta apre nuove prospettive nella ricerca di altre specie simili, in cui le larve non necessariamente dipendono da un ospite fin dall'inizio e sembrano cooperare per infettare uno. Adameyko ha in programma di continuare le sue indagini per comprendere meglio il funzionamento di questa forma di collaborazione e se le larve dispongano di un sistema di orientamento, magari basato sulla luce.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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