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5 Dicembre 2021
11:00

Uccise un giovane lupo, grazie ai Carabinieri Forestali e del Ris viene rinviato a giudizio

Oltre ai Forestali sono venuti pure i Carabinieri del Ris di Parma, che con le analisi balistiche sono stati in grado di dare un nome e un cognome al bracconiere che ha ucciso, lo scorso inverno, un giovane lupo in Provincia di Cuneo. Si tratta di un uomo residente a Peveragno, ora rinviato a giudizio per il delitto di uccisione di animale (un reato previsto dall’articolo 544 bis del Codice penale) per il quale rischia la reclusione da quattro mesi a due anni. L’uomo deve rispondere anche dei reati di detenzione di armi e abbattimento di una specie particolarmente protetta.

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Oltre ai Forestali sono venuti pure i Carabinieri del Ris di Parma, che con le analisi balistiche sono stati in grado di dare un nome e un cognome al bracconiere che ha ucciso, lo scorso inverno, un giovane lupo in Provincia di Cuneo. Si tratta di un uomo residente a Peveragno, ora rinviato a giudizio per il delitto di uccisione di animale (un reato previsto dall’articolo 544 bis del Codice penale) per il quale rischia la reclusione da quattro mesi a due anni. L’uomo deve rispondere anche dei reati di detenzione di armi e abbattimento di una specie particolarmente protetta.

Tutto inizia lo scorso gennaio, quando la carcassa del lupo è stata ritrovata nelle vicinanze della strada provinciale che collega Peveragno a Chiusa Pesio. Al momento la causa del decesso si pensava fosse un investimento stradale. Ma per ulteriori accertamenti la carcassa venne inviata all’Istituto Zooprofilattico di Torino che, in collaborazione con la facoltà universitaria di Medicina Veterinaria, effettuò un’autopsia. Grazie a questa si scoprì che l’animale era effettivamente morto per una emorragia interna, ma per un colpo di arma da fuoco. Il lupo era riuscito ad allontanarsi di qualche centinaio di metri dal luogo dove aveva ricevuto il proiettile per accasciarsi poi definitivamente sul ciglio della provinciale.

Sono stati i Carabinieri Forestali ad avviare le indagini e hanno subito ristretto i sospetti su alcuni residenti della zona. Nei mesi successivi, le perquisizioni. Da questi controlli hanno potuto notare diverse situazioni di illegalità in materia di porto e detenzione di armi per la caccia, tanto da essere stati in grado di sequestrare più di 1500 munizioni e 15 armi (tra carabine, doppiette e fucili). Inoltre, hanno ritirato cautelativamente ulteriori 10 armi e munizioni, e il porto d’armi delle persone coinvolte. Nel blitz sono stati sequestrati anche due cartelli magnetici per auto di vigilanza venatoria in azienda faunistica, illegalmente posseduti.

I Carabinieri del Ris hanno fatto un raffronto e hanno notato che tra le armi sequestrate ce n’era proprio una che aveva esploso il colpo responsabile della morte del lupo. Per i Forestali questa è la prima volta che, in Piemonte, viene fatta un’analisi di questo genere per il contrasto del bracconaggio. Il cacciatore, ora, ha chiesto di patteggiare la pena.

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