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21 Ottobre 2021
18:17

Sospeso il falconiere dell’aquila Olimpia che vola prima delle partite della Lazio

L'aquila Olimpia, un esemplare acquistato dalla SS Lazio nel 2010 e costretto ad esibirsi davanti ai tifosi ad ogni inizio partita, per il momento non volerà, perché il suo addestratore è stato sospeso per comportamenti che, secondo la società, offendono i tifosi. Ma a farne le spese è stata prima di tutto l'aquila, per 11 anni esibita e sfruttata. In sua difesa intervengono Oipa e Lav perché le esibizioni siano bloccate per sempre.

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“Fine pena”, finalmente, per l’aquila Olimpia, da undici anni costretta ad esibirsi in mezzo alle urla di migliaia di tifosi laziali al centro dello Stadio Olimpico a Roma. “Fine pena” si spera definitivo, dopo la decisione della SS Lazio di sospendere il falconiere spagnolo Juan Bernabè che la faceva esibire, legata come da tradizione e incappucciata fino al volo “telecomandato” sopra il campo da gioco, prima dell’inizio di ogni partita casalinga della squadra biancoceleste. Il motivo dello stop non è però il rispetto dell’animale ma il comportamento del suo addestratore, ripreso in un video mentre inneggia al Duce facendo il saluto romano. L’Oipa chiede a Claudio Lotito di sospendere lo show di falconeria con una lettera: «Non offende solo i valori della Società e dei suoi tifosi, offende anche chi ama gli animali. E la LAV ricorda di aver già tentato di bloccarla e che la società si era impegnata a fare donazioni per aiutare gli animali selvatici

Olympia, l’aquila reale prigioniera del tifo

Nel 2011 era scappata dopo il fischio d’inizio di Lazio-Novara, tornando indietro solo a notte fonda. Nel 2012 aveva preso il volo durante un addestramento sulle Dolomiti, portata come mascotte anche per il ritiro precampionato della squadra laziale, gettando nello sconforto lo spagnolo e lo staff. Neanche l’inno della Lazio, suonato per ricondurla alla catena, l’aveva convinta a scendere dagli alberi dove si era appollaiata e da dove è tornata soltanto 24 ore dopo. Segnali di scontento, quindi, la povera Olimpia, un’aquila reale caratteristica dell’America del nord, ne aveva dati parecchi in questi undici anni di prigionia. È infatti dalla stagione 2010-2011 che è costretta ad esibirsi al costo di 125 mila euro annui che la società sborsa al suo addestratore, dopo averla acquistata per 7.500 euro. La SS Lazio l’aveva infatti rilevata nell’ottobre del 2010 dalla società spagnola Eagle & Victory Srl, le aveva predisposto un ambiente dedicato a Formello (località dove si allena la squadra, ndr), un veterinario, e tre ore di addestramento al giorno con il sottofondo, secondo leggenda, dell’inno laziale, collegando la sua presenza in campo al buon auspicio e, soprattutto, trasformandola in un gadget che, secondo lo stesso presidente della squadra, avrebbe dovuto attirare i bambini allo stadio.

Il gesto fascista che offende la Società e i suoi tifosi

La decisione della società di scindere il contratto con Juan Bernabè arriva dopo il gesto inequivocabile dell’addestratore ripreso in un video mentre inneggia al Duce con tanto di saluto romano rivolto ai tifosi sotto una tribuna dello Stadio Olimpico. Un gesto fuori luogo e fuori contesto, di matrice marcatamente politica. «Appresa l’esistenza del video che ritrae Juan Bernabè (non tesserato e dipendente di una società esterna alla Lazio) in atteggiamenti che offendono la Società, i tifosi e i valori ai quali la comunità si ispira – spiega il comunicato ufficiale della SS Lazio – sono stati presi provvedimenti nei confronti della società finalizzati all’immediata sospensione dal servizio della persona interessata e all’eventuale risoluzione dei contratti in essere».

Nessun rispetto per i tifosi o per l’aquila?

Ma in molti, tutti quelli che ogni domenica continuavano ad osservare con disappunto l’espressione sconcertata dell’aquila costretta ad esibirsi fra i rumori assordanti di uno stadio affollato invece che volare libera nel silenzio assoluto che circonda le vette di montagna, si sono chiesti se non fossero solo la Società e i suoi tifosi ad essere oltraggiati e non invece proprio l’aquila. Semplicemente per il suo inutile sfruttamento. L’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali, ha interpretato lo sgomento di tutti e, appreso della sospensione di Juan Bernabè e dell’”eventuale risoluzione dei contratti in essere”, come si legge nella nota della SS Lazio, ha chiesto alla società sportiva «di riflettere su quanto diseducativo sia lo spettacolo di una splendida aquila di mare testabianca (Haliaeetus leucocephalus) tenuta in cattività e obbligata a esibirsi nello stadio Olimpico quando scende in campo la squadra». La lettera è stata spedita alla società questa mattina chiedendo al presidente Claudio Lotito di sospendere lo show di falconeria.

La lettera di Oipa al presidente della SS Lazio Lotito «sospendete lo show. È diseducativo»

«Chiediamo alla SS Lazio di sospendere, oltre Bernabè, anche lo spettacolo di falconeria in cui Olimpia è costretta a esibirsi, in considerazione di quanto ormai il sentimento e l’opinione pubblica siano contrari all’uso di animali addestrati per dare spettacolo», dichiara il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Abbiamo letto nella nota della SS Lazio che l’atteggiamento di Juan Bernabè è stato considerato offensivo per «la Società, i tifosi e i valori ai quali la comunità si ispira». Anche lo spettacolo di Olimpia può esserlo per tanti tifosi amanti degli animali e sicuramente per una comunità che sempre di più ama e rispetta gli animali. Vedere un animale schiavo e costretto a dare spettacolo è inoltre diseducativo e offre alle giovani generazioni un messaggio lontano dal rispetto per la natura e per gli animali».

Lav: «La Lazio si era impegnata a finanziare recupero di animali selvatici»

Non solo Oipa contro lo sfruttamento dell'aquila Olimpia. Anche LAV, Lega Anti Vivisezione, non può che essere d'accordo con la richiesta anche perché, all'epoca dell'arrivo di Olimpia a Roma, il suo presidente Gianluca Felicetti, aveva mosso mari e monti per difenderla. «Scoprimmo che Olimpia era entrata in Italia senza la documentazione Cites che ne avrebbe dovuto garantire la provenienza e quindi senza i documenti adeguati, inoltre il suo volo in pubblico era assolutamente in contrasto con il regolamento comunale del 2005 per la difesa animale che vieta le esibizioni di animali per fine di lucro. Ma i due problemi vennero aggirati riuscendo ad ottenere i documenti Cites e, soprattutto, con un'autorizzazione firmata direttamente dall'allora sindaco Alemanno che scavalcava lo stesso regolamento comunale». In questo modo l'aquila americana – «l'aquila laziale è autoctona – sottolinea Felicetti – quindi Olimpia è anche un simbolo sbagliato» – è stata costretta a volare, volare, volare, senza possibilità di salvezza. «La Lazio all'epoca si impegnò, sempre attraverso Lotito – sottolinea ancora Felicetti che da laziale ha vissuto con ulteriore rammarico questa vicenda – a finanziare associazioni impegnate a sostenere il recupero di animali selvatici. Ma a quanto ne so io, non  è mai successo».

SS Lazio, quindi, se ci sei, batti un colpo. Le aquile, quelle vere abituate a volare, libere, ben più in alto, ti ringrazieranno.

Immagine di copertina: un frame del video che ritrae il falconiere Juan Bernabè con in mano l'aquila Olimpia mentre fa il saluto romano (fonte Facebook)

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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