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7 Aprile 2024
10:00

Sono un cane e sceglierò quello che il mio umano mi consiglia, a prescindere da ciò che mi conviene. Lo studio

Messi di fronte a una scelta i cani di famiglia e i cani di canile hanno sempre preferito seguire le indicazioni degli esseri umani, a fronte di sapere che il consiglio non portava ad ottenere un premio migliore, ovvero del cibo. Uno studio dimostra il livello di fiducia che "il miglior amico" dell'uomo ha per la nostra specie.

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Siamo naturalmente il loro punto di riferimento. Migliaia di anni di co evoluzione hanno portato i cani a una preferenza netta a quelli che possiamo definire come "i nostri consigli", tanto da scegliere una scatola vuota rispetto a quella piena di buone cose da mangiare se c'è un essere umano che gliela indica.

Uno studio pubblicato su Plos One ha indagato proprio questo aspetto della relazione che lega i cani agli esseri umani per arrivare a scoprire che dal cane di famiglia a quello che vive in un rifugio la scelta non cambia: l'effetto dell'atavica relazione con homo sapiens porta Fido a… fidarsi ciecamente di noi, nonostante il suo naso gli dica che la scelta più "giusta" dovrebbe essere un'altra.

«A causa della loro speciale storia di addomesticamento – scrivono gli autori dell'Istituto di Neuroscienze Cognitive e Psicologia di Budapest – i cani mostrano una serie di comportamenti sociali simili a quelli umani. Molte di queste abilità socio-cognitive sono ovviamente vantaggiose quando si muovono nel nostro ambiente: ad esempio la capacità di seguire i gesti umani e di comprendere quando gli si parla direttamente. Ci sono però anche risultati che dimostrano che, a causa della loro suscettibilità ai segnali umani, i cani fanno scelte per loro controproducenti in una serie di situazioni sperimentali».

Nello specifico, i ricercatori hanno lavorato insieme a umani di riferimento e ad estranei con cani di famiglia, provenienti da rifugio e che partecipano a progetti di Interventi Assistiti con gli animali (pet therapy). Le prime due "tipologie" hanno reagito nello stesso modo: i cani hanno scelto un contenitore vuoto a cui la persona puntava, ignorando appunto i segnali olfattivi, mentre hanno preferito il contenitore con il cibo quando invece non c'era un referente umano.

Discorso diverso per i soggetti testati e utilizzati nella cosiddetta pet therapy che a differenza degli altri hanno manifestato un comportamento diverso se ad indicare le scatole senza "premio" erano degli estranei: si sono fidati maggiormente della loro persona di riferimento.

Il lavoro di pre test è stato svolto con delle sessioni dedicate a un'interazione sociale positiva e, come scrivono gli esperti: «In linea con studi precedenti, i cani in generale sono risultati suscettibili all’influenza umana e ciò è accaduto non solo per i cani da compagnia con una storia di vita normale, ma anche per i cani adottati da un rifugio. I cani da terapia, tuttavia, non hanno cambiato in modo uniforme la loro preferenza per la maggiore quantità di cibo, lo hanno fatto solo se prima del test erano stati pretrattati con stimoli sociali dal loro umano di riferimento e non da un estraneo».

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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