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17 Luglio 2023
11:07

Sindaco ligure chiede più abbattimenti di cinghiali, l’Osservatorio Savonese Animalista si oppone

L’associazione ha proposto l’utilizzo di metodi alternativi come la vaccinazione con immunocontraccettivi, soluzione che consentirebbe di azzerare la fertilità diminuendo così i numeri senza l’abbattimento.

cinghiale depopolamento

Da una parte il sindaco che sollecita le battute di caccia per ridurre il numero di cinghiali e contrastare la peste suina, dall’altra l’associazione animalista che si oppone e chiede metodi alternativi. Dalla Liguria arriva una nuova storia di ordinario contrasto tra chi sceglie metodi sbrigativi e chi, invece, propone soluzioni più ragionate.

Succede che in Val Bormida, in provincia di Savona, il sindaco del Comune di Dego, Franco Siri, solleciti battute di caccia al cinghiale per ridurne il numero e ridurre così anche la diffusione della peste suina. Storia già sentita in Liguria. Una soluzione che ha scatenato la reazione dell’Osservatorio Savonese Animalista (OSA): «Una presa di posizione identica ad altri colleghi che, se ascoltassero non gli animalisti ma gli scienziati imparerebbero che la caccia incrementa il numero dei cinghiali, destruttura i branchi, uccidendo spesso la capobranco e mandando in calore tutte le femmine che partoriscono più cucciolate invece dell’unica della capobranco».

«Le incursioni nelle piantagioni possono essere evitate con i recinti elettrificati, che possono essere finanziati dalla Regione – aggiungono dall’Osservatorio Savonese Animalista – le battute di caccia fanno fuggire i cinghiali, con pericolo di esportazione del virus della peste in territori poco o non ancora infetti. Si otterrà soltanto una inutile strage di animali, la cui carne riempirà i frigoriferi dei cacciatori, unici e veri responsabili del presunto incremento del numero di cinghiali».

«Speriamo che i sindaci cambino atteggiamento e sollecitino i ministeri a promuovere gli studi sulla vera soluzione di questo problema finora eterno – concludono dall’OSA – la vaccinazione con immunocontraccettivi che azzerano la fertilità degli animali da 3 a 5 anni».

Il caso di Dego riporta alla mente quello di Pigna, in provincia di Imperia. Anche in quel caso il sindaco, definendo nero su bianco in un’ordinanza i cinghiali come “fonte di pericolo permanente”, aveva invitato sollecitato gli abbattimenti puntando l’attenzione non tanto sulla peste suina, ma sulla presenza di ungulati per le strade del paese.

Persino Regione Liguria, qualche settimana prima, era intervenuta chiedendo ai cacciatori di intensificare gli abbattimenti per contenere il numero dei cinghiali, specie nelle zone del Savonese e del Genovese.

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Pietro Zampedroni
Giornalista
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